Fiducia nella crescita
Il tema del convegno Indicod-Ecr di quest’anno è “tornare a crescere”. Un tema legato al periodo di crisi che stiamo vivendo, e che indica anche il dovere, la volontà e la fiducia nella ripresa. continua
Il tema del convegno Indicod-Ecr di quest’anno è “tornare a crescere”. Un tema legato al periodo di crisi che stiamo vivendo, e che indica anche il dovere, la volontà e la fiducia nella ripresa. continua
Il tempo dell’economia post-industriale è il tempo dei servizi, anche come scambio tra aree mondiali (assicurazioni, noli marittimi, servizi alle imprese e alle persone e, soprattutto, turismo). L’Italia dovrebbe scegliersi, all’interno delle economie più evolute, un ruolo in questo irreversibile processo. Il turismo con i servizi correlati può svolgere una funzione di primo piano, se reso più competitivo e in grado di intercettare segmenti sempre più ampi e differenziati di domanda. continua
Liberalizzazioni, libertà di impresa, fiscalità di vantaggio per investire al Sud: sono le misure individuate dal governo per far ripartire la crescita. Sono le idee giuste? Il Pil italiano è oggi frenato da consumi stagnanti. Perché sono fermi i salari reali e perché disoccupazione e cassa integrazione non scendono. Le ricette proposte non servono a risolvere i problemi del mercato del lavoro. Meglio sarebbe destinare la fiscalità di vantaggio alle piccole imprese che creano posti di lavoro a tempo indeterminato. continua
La ripresa dell’economia italiana nel 2010 è stata lenta. Per due ragioni. Alcune aziende guadagnano quote di mercato, ma ce ne sono molte altre che stanno perdendo competitività, il che fa salire le importazioni. E i consumi privati e pubblici sono frenati dal cattivo andamento del mercato del lavoro e dalle politiche di bilancio restrittive. Per un migliore 2011, è cruciale che la crescita diventi un fenomeno più diffuso. Con piccole imprese che crescono e giovani lavoratori che non vengono tenuti ai margini per troppi anni. continua
Il rilancio dell’economia italiana è possibile solo con lo sviluppo dei servizi, che crescono più dell’industria e in Italia sono sottosviluppati. È però necessario superare i pregiudizi sfavorevoli verso il settore e adottare politiche specifiche, in particolare quelle che favoriscono la crescita dimensionale delle imprese e la lotta al sommerso che distorce la concorrenza. Solo il diffondersi di una cultura delle regole è in grado di realizzare questa trasformazione. continua
Nel mondo, pur tra segnali contradditori, sembra essersi avviato un percorso di ripresa. Ne traggono maggior vantaggio quei paesi e quelle imprese che hanno posto al centro la competitività e non hanno rinunciato, anche nei periodi più critici, a scommettere sulla crescita. continua
La Commissione Europea ha pubblicato la prima edizione dell’indice di competitività regionale. Fra le migliori non compare nessuna regione italiana. A frenare quelle storicamente considerate più competitive sono i fattori che descrivono la qualità delle istituzioni, così come percepita dai cittadini, e l’efficacia del sistema educativo di base. Mercato del lavoro e livello di sofisticazione e innovazione del sistema produttivo rivelano un’elevata eterogeneità tra regioni del Nord e del Sud. L’Italia nel suo complesso si situa al sedicesimo posto su ventisette stati membri continua