CO₂e, circolarità, logistica green: prendi le misure con la sostenibilità
Un percorso per scoprire strumenti e processi per la misurazione della sostenibilità nel largo consumo presentati dall’Academy di GS1 Italy al Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASviS
Misurare è il primo passo per pianificare una crescita aziendale sostenibile, che non è solo attenzione all’ambiente ma è costruire una crescita duratura nel tempo. Un'efficace similitudine col mondo musicale, da cui il termine sostenibilità deriva, aiuta a comprendere meglio il concetto: chi suona il pianoforte sa che il pedale “sustain” aiuta ad allungare la durata della nota, allo stesso modo un’azienda che investe sulla sostenibilità sceglie di costruire una crescita economica, sociale e ambientale capace di durare nel tempo. Del resto, a chiederlo sono i consumatori stessi: gli ultimi dati dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che mette in relazione i dati in etichetta nei prodotti del largo consumo con i dati sul venduto nella grande distribuzione di Nielsen, mostrano come nel 2020 sono stati oltre 26 mila i prodotti con un claim “green” (su più di 120 mila prodotti censiti) sul packaging, per un giro d’affari che supera i 10 miliardi di euro, il 7,6% in più rispetto ai 12 mesi precedenti.
Proprio per supportare le aziende del largo consumo in questo percorso, GS1 Italy ha messo a punto negli anni una serie di strumenti, che l’Academy di GS1 Italy ha presentato in occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASviS all’interno di un percorso strutturato: si è partiti con l’illustrazione di Ecologistico2, tool web per la gestione green della logistica, di Circol-UP, per la misurazione della circolarità all’interno dell’azienda, fino ad arrivare all’ultima novità messa gratuitamente a disposizione delle aziende, il manuale “Misurare l’impatto climatico aziendale: come ottenere dati strutturati e affidabili”, per il calcolo della cosiddetta “corporate carbon footprint”: dall’approvvigionamento fino al consumo e al riciclo.
Misurare l’impatto climatico aziendale? Una questione da manuale
La misurazione dell’impatto climatico aziendale è un tema articolato che richiede la definizione di un complesso processo di raccolta dei dati. GS1 Italy in collaborazione con GreenRouter ha messo a punto un manuale “Misurare l’impatto climatico aziendale: come ottenere dati strutturati e affidabili”, che supporta le aziende nel calcolo della corporate carbon footprint. «Questo strumento, nato in ambito ECR Italia, aiuta a capire i dati necessari per la misurazione delle emissioni e come andare a recuperarli, dove reperirli e come normalizzarli o ancora che tipo di assunzioni posso fare nel momento in cui quel dato è incompleto e quale perimetro considerare per la misurazione» spiega Valeria Franchella, ECR project manager di GS1 Italy. «Fornisce quindi indicazioni utili per impostare un sistema di misurazione strutturato e che produca dati affidabili».
Il manuale parte dal quadro dei regolamenti internazionali, fornendo un supporto volutamente pratico alle aziende. Il focus è sulla raccolta dei dati climatici, alla base della quantificazione della CO2 equivalente, l’unità di misura della carbon footprint ovvero delle emissioni climalteranti prodotte da un’azienda. Gli scopi di questa misurazione sono diversi e nascono da esigenze interne ed esterne all’azienda: «Ad esempio, possono misurare le emissioni per rendicontarle nel tempo oppure per valutare progetti specifici e poi avere un dato ulteriore per valutare l’investimento - spiega ancora Franchella - oppure per comunicare il loro impegno in sostenibilità o ancora per andare a qualificare dei prodotti e dei servizi che offrono». La scelta, proposta dal manuale, è tra due approcci, uno completo e uno semplificato, a seconda della maturità e delle esigenze dell’azienda. In entrambi i casi, tuttavia, vengono indicate le attività di verifica, completamento e "standardizzazione" dei dati da attuare prima dell’elaborazione delle emissioni di CO2e. Accanto alla sezione teorica, poi, le case history di aziende che operano in ambito ECR, raccontano nel concreto come si struttura il processo di raccolta dati e di calcolo dell’impatto climatico. «Si tratta di un documento che arricchisce l'insieme degli strumenti che GS1 Italy mette a disposizione delle aziende per la misurazione delle emissioni - conclude Franchella - quindi contribuisce a promuovere quella che è la cultura della misurazione in azienda della sostenibilità e ad accompagnare sempre di più le aziende in questo processo di miglioramento continuo delle performance ambientali».
Ecologistico2, quando la logistica si fa green
A livello mondiale, secondo l’IPCC (The Intergovernmental Panel on Climate Change), il comitato intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU, il 14% delle emissioni deriva dal trasporto. Nel 2019 la Commissione europea all’interno delGreen Deal, ha stabilito che entro il 2050 occorrerà ridurre del 90% le emissioni di gas serra nei trasporti. Bastano questi due dati per capire l’urgenza di intervenire su questo fronte per contenere gli impatti sui cambiamenti climatici. Un intervento che coinvolge in prima linea le aziende. Con oltre 3 miliardi di colli movimentati ogni anno, la filiera del largo consumo ha, infatti, un impatto elevato sull’ambiente attraverso le sue attività di trasporto e distribuzione, stoccaggio e movimentazione. Ecologistico2, il tool web sviluppato da GS1 Italy in collaborazione con GreenRouter, è uno strumento nato proprio per rispondere in maniera mirata alle esigenze di de-carbonizzazione di tutti i processi in ambito logistico. Se da una parte, infatti, fornisce un supporto formativo alle aziende, dall’altro Ecologistico2 punta a creare una gestione proattiva delle emissioni climalteranti di trasporti ed edifici logistici. Capire, ad esempio, quanta CO2 equivalente generano i diversi mezzi di trasporto (su gomma, su rotaia, via mare, aereo e via dicendo) per ogni tonnellata di merce spostata per un chilometro significa fare un primo passo per scegliere la modalità di trasporto merce più efficace dal punto di vista ambientale. In questo senso, Ecologistico2 consente di calcolare l’impatto climatico tanto delle attività di magazzino che di trasporto e al tempo stesso di capire quali sono i miglioramenti legati a specifiche azioni, quest’ultimo passaggio anche attraverso modelli di simulazione avanzata. I risultati raggiunti dalle singole aziende, come Lavazza o di L’Oréal presentati durante il Festival dello Sviluppo Sostenibile e raccolte poi nel manuale, aiutano ulteriormente la crescita della cultura green in ambito logistico e l’adozione di modelli che ne aumentano l’efficienza e la sostenibilità.
Circol-UP, metti in pratica la circolarità in azienda
Misurare la circolarità è un’attività imprescindibile per le aziende nel passaggio dal paradigma di un’economia lineare - produco-consumo-scarto - a un paradigma circolare in cui il riuso e il riciclo sono il pilastro di una crescita sostenibile. «Oggi l’economia circolare non è più in discussione, è la strada da percorrere» evidenzia Natalia Marzia Gusmerotti, assistant professor dell’Istituto di management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. «Lo richiedono molti degli SDGs, il Green Deal europeo, fino al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che destina 68,6 miliardi alla circular economy: tutti questi tasselli parlano di economia circolare rigenerativa e tutti questi tasselli ci fanno capire che questa è la strada da percorrere». Volendo, dunque, passare dal modello lineare a quello circolare, dove il valore di tutte le risorse viene mantenuto nel tempo il più a lungo possibile, è necessario dotarsi di uno strumento di misura. GS1 Italy, in collaborazione con l’Istituto di management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha sviluppato Circol-UP, un tool che consente alle aziende del largo consumo di analizzare e misurare la circolarità di ogni fase del ciclo di vita dei prodotti, dall’approvvigionamento fino al riciclo o al riuso. Attraverso una checklist con 60 domande strategiche, Circol-UP fornisce alle aziende uno strumento semplice e robusto per la valutazione interna delle prestazioni, con cui relazionare gli sviluppi e gli avanzamenti in termini di circolarità. Uno strumento che si presenta “customizzato” sulla base di caratteristiche e problematiche omogenee a tre settori:
- Alimentari e bevande.
- Cura persona e cura casa.
- Retail.
I risultati ottenuti compilando il questionario di autovalutazione consentono alle aziende di elaborare un indicatore per ogni fase del ciclo di vita e uno complessivo di circolarità aziendale, entrambi utili per individuare gli ambiti di miglioramento, evidenziare i punti di forza e identificare le buone pratiche per incrementare la circolarità.«Tra i vantaggi individuati dalle aziende che hanno già implementato Circol-UP - sottolinea Carolina Gomez, ECR Project Manager di GS1 Italy - c’è anche la creazione e il rafforzamento della cultura aziendale sulla circolarità e la promozione di collaborazioni tra gli attori di filiera». Vantaggi condivisi anche da Lorenza Cipollina, responsabile relazioni interne ed esterne di Mondelez, che ha portato l’esperienza del gruppo alimentare con il tool di GS1 Italy: «Il grande valore aggiunto di Circol-UP è sintetizzabile in tre concetti: favorisce la conoscenza, perché consente di avere consapevolezza di dove si è posizionati - spiega - consente di fare benchmarking e infine dà indicazioni concrete che possono essere messe in pratica, integrando le riflessioni di filiera alle riflessioni aziendali per migliorare il processo di circolarità».
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