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04. La bottiglia r-PET di Parmalat per il latte

Ottenuta dal riciclo post consumo e certificata con il marchio Plastica Seconda Vita

L’imballaggio primario è uno degli elementi centrali della fase di design, cioè della progettazione dei prodotti e dei processi produttivi.

Mantenere la shelf life dei prodotti, evitare sprechi dopo l’apertura, scegliere i materiali idonei al food contact e facilmente riciclabili e/o riciclati e dare forme che ottimizzino i trasporti e la distribuzione sono gli elementi che guidano la progettazione del design di un packaging in un’ottica di economia circolare.

Parmalat ha messo a fattor comune tutti questi aspetti nella bottiglia “Puro Blu” per il latte, realizzata per il 50% con r-PET post consumo. Con questo packaging l’azienda è la prima in Italia del settore food & beverage ad aver ottenuto il marchio Plastica Seconda Vita, certificato dall’Istituto Italiano dei Plastici (IPP) e validato dall’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo (IPPR).

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«Negli ultimi anni – afferma Vittorio Fiore, responsabile regolatorio, comunicazione e public affairs Gruppo Lactalis Italia – direi che l’economia circolare sia al centro delle strategie di Parmalat. L’economia circolare è quasi un meccanismo intrinseco nel settore lattiero caseario, è naturale adottare determinate pratiche perché relative allo stesso processo produttivo. [..] È un percorso culturale che accompagna il mondo del sistema lattiero caseario ed è una componente molto forte».

Gli effetti positivi di questo progetto, misurati dall’azienda con la collaborazione dell’Università di Parma, si traducono in una significativa riduzione dell’LCA (Life Cycle Assessment) del packaging con un risparmio annuo di 600 mila tonnellate di plastica vergine, di 18 mila m3 di acqua e di 1.700 tonnellate di emissioni di CO2. A ciò si aggiunge il miglioramento dell’immagine aziendale e l’engagement del consumatore che è stato coinvolto come principale destinatario della comunicazione sui vantaggi ambientali del progetto.

«Agire promuovendo lo sviluppo e l’implementazione dell’economia circolare rappresenta un comportamento virtuoso che si traduce sia in un vantaggio dal punto di vista ambientale che nella produzione di valore economico e competitivo per l’azienda», commenta Enrica Bandini, direttore ricerca e sviluppo Parmalat

La realizzazione di progetti di economia circolare comporta però anche un grande lavoro di verifica dell’applicabilità che in questo caso specifico ha riguardato la sicurezza alimentare e la fattibilità produttiva. La collaborazione con realtà universitarie e scientifiche ha avvalorato il progetto con dati oggettivi che hanno aiutato Parmalat ad affrontare il percorso di certificazione Plastica seconda vita e hanno costituito una base scientifica solida da comunicare ai consumatori per aumentarne il grado di consapevolezza rispetto agli effettivi vantaggi per l’ambiente dell’utilizzo di materiali riciclati in totale sicurezza per la salute.

A cura di Jessika Pini

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