sostenibilità gs1

L’impatto ambientale nella supply chain. Il caso Conad

Le iniziative prese da Conad per ridurre l’impatto delle emissioni nei flussi di trasporto rese possibili dalla misurazione e dal monitoraggio con Ecologistico₂

Nel volume pubblicato da GS1 Italy con il titolo Logistica sostenibile: soluzioni e casi virtuosi dal largo consumo si legge a un certo punto che: “il trasporto delle merci si trova di fronte a una vera e propria emergenza dal punto di vista dell’andamento delle emissioni di gas serra. Esistono azioni che possono essere messe in pratica nel breve termine e azioni di riduzione dell’impronta ecologica che hanno bisogno di tempi più lunghi per conseguire risultati più incisivi”. E ancora: “Ridurre le emissioni vuol dire primariamente abbassare i consumi e quindi generare importanti economie di bilancio. Le aziende di trasporto italiane più impegnate nella sostenibilità ambientale sono quelle che aumentano il proprio business, diventando più redditizie e competitive anche sugli investimenti”.

In questa corrispondenza tra interessi generali e globali per la riduzione delle emissioni e miglioramento dell’efficienza delle imprese si colloca l’impegno di GS1 Italy nell’ambito della logistica sostenibile con progetti e strumenti operativi, tra i quali Ecologistico2, il web tool che consente di misurare l’impatto climatico della supply chain, sviluppato in collaborazione con Green Router.
Le imprese hanno così a disposizione uno strumento a supporto delle decisioni da prendere per dare il proprio contributo all’abbattimento delle emissioni climalteranti. Tra quelle che lo utilizzano troviamo Conad.

Con quasi 3.200 punti vendita di format diversi sul territorio nazionale, per Conad l’impegno per il miglioramento dell’impatto ambientale sulle attività logistiche è parte fondamentale dei valori aziendali e deriva dalla natura stessa dell’azienda che, in quanto distributore, concentra le emissioni climalteranti sul trasporto e sul consumo degli impianti logistici oltre che nei punti vendita.

A partire dal 2016 ha avviato il monitoraggio e l’analisi sul trasporto comprendendo non solo i flussi da CeDi a punto vendita ma anche il complesso dei flussi di rifornimento dai fornitori ai CeDi delle cooperative dei prodotti a marchio del distributore.

Un intervento perseguito negli anni è stato il progressivo rinnovo della flotta di automezzi utilizzati per il flusso dei prodotti a marchio, che ha consentito, nel 2018, la riduzione di particolato di 164 Kg pari al 5,3% delle emissioni complessive, nonostante l’aumento delle distanze percorse.

Accentrare i flussi per migliorare l’efficienza: gli hub

I progetti di miglioramento dell’impatto ambientale messi in campo da Conad nel corso degli ultimi anni sono stati numerosi. Uno di questi, a partire dal 2009, è la creazione di hub verso i quali vengono dirottate le merci provenienti dai fornitori, per poi trasportarle ai diversi CeDi. Il vantaggio di questa soluzione riduce drasticamente il numero di tratte di trasporto, favorendo l’impiego di mezzi più grandi e una loro saturazione prossima al 100%.

Infatti con l’inserimento di un hub distributivo, vengono percorsi complessivamente meno chilometri, quindi viaggiano un numero inferiore di mezzi, generalmente a pieno carico. Con vantaggi anche per i CeDi regionali che ricevono giornalmente flussi di ingresso “multi-produttore” ottimizzando i livelli di scorta e riducendo i rischi di stock-out.

Figura 3 –Schema dei flussi tradizionali e con hub distributivo intermedio

ConadEcologistico.png

Ma anche per l’ambiente il vantaggio è evidente e deriva dalla maggiore efficienza delle attività di trasporto. Tutto ciò è tuttavia difficilmente quantificabile in termini generali, ma va analizzato caso per caso.

Ultimo in ordine di tempo a entrare in esercizio è stato nel 2016 l’hub ad Anagni, in provincia di Frosinone, un vero e proprio nodo nevralgico per i flussi dei prodotti a marchio Conad verso il Centro e Sud Italia. I numeri ottenuti grazie a questo hub sono significativi: 1.200 viaggi in meno di automezzi pesanti per 350 mila chilometri nel solo 2016. Tradotto: 450 tonnellate di emissioni di CO2e in meno, il 40% sul totale dei flussi di trasporto interessati dall’iniziativa.

Nel corso degli anni 2017 e 2018, si è registrato un progressivo aumento dei flussi del magazzino di Anagni (con volumi in aumento del 75% circa rispetto al 2016), ma con una riduzione ulteriore di emissioni di CO2e annue almeno pari a quella registrata nel 2016.

Altre soluzioni di efficienza ambientale

Con il monitoraggio e la misurazione dei flussi di rifornimento Conad ha potuto sviluppare altre azioni per ridurre l’impatto ambientale.

Per esempio con l’inserimento della classe euro del mezzo al momento della prenotazione dello slot di scarico presso gli hub ha ottenuto una mappa sempre più puntuale dei mezzi in arrivo ai centri logistici. Ha attivato da anni la gestione di conti deposito dei fornitori presso gli hub, migliorando la saturazione media dei mezzi in entrata; ha siglato accordi di trasporto con fornitori che impiegano mezzi stradali a gas naturale liquefatto o compresso (LNG e CNG) per alcune tratte del Nord Italia e per la distribuzione secondaria ed ha impiegato il trasporto ferroviario per i flussi diretti da fornitori a CeDi (da Nord verso le regioni del Centro-Sud (Lazio, Campania, Puglia e Sicilia))

A cura di Fabrizio Gomarasca