Misurare l’economia circolare a livello aziendale
Il come e il perchè secondo l'Istituto di Management della Scuola Superiore Sant'Anna, nel contributo al volume “Circular Economy Review”di ECR Community
Le organizzazioni e gli individui sono chiamati ad agire per una grande transizione basata sull’implementazione di processi di innovazione legati all'energia, alla trasformazione digitale, alla green economy e all’economia circolare. Tali azioni, se opportunamente intraprese, contribuiscono tutte al raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Per affrontare in maniera adeguata il compito di sostenere la transizione, a livello aziendale, dell'economia circolare e dello sviluppo di strategie innovative, diventa fondamentale e strategico lo sviluppo e l'adozione di specifiche metriche in grado di monitorare gli aspetti fisici, economici, sociali e organizzativi del sistema esaminato, per acquisire informazioni utili e affidabili.
Gli ultimi anni hanno evidenziato un crescente interesse verso questo tema e il numero di strumenti, e un significativo aumento degli indicatori per la misurazione dell'economia circolare è notevolmente aumentato:ad esempio, sono state sviluppate circa 400 metriche diverse per il solo livello aziendale. Tuttavia, la maggior parte di queste sono generali e applicabili indipendentemente dalle dimensioni, dalla posizione geografica, dal settore industriale e dalle strategie di vendita relative all’azienda oggetto della valutazione.
La ricerca strumenti di valutazione
Nell'ambito delle attività di ricerca e dei progetti sperimentali dell'economia circolare condotti negli ultimi anni in collaborazione con aziende e istituzioni in diversi contesti industriali, settoriali e territoriali, il Laboratorio Sustainability Management (SuM) dell'Istituto di Management della Scuola Superiore Sant'Anna ha maturato significative esperienze nel campo della misurazione dell'economia circolare. In particolare, dal 2016 l'area di ricerca SuM è stata coinvolta in numerosi progetti nazionali e internazionali, incentrati su attività di valutazione dell'economia circolare per fornire un contributo efficace alla transizione circolare sia di aziende (come Start-up Toolkit ) che di territori (come Circular Tourism Self Assessment). Grazie a questa esperienza sono stati sviluppati una serie di strumenti per misurare i livelli di performance di circolarità a livello di territori, processi, prodotti e servizi, sfruttati a supporto sia delle attività di engagement che di gestione dell'economia circolare di numerose aziende e istituzioni italiane e internazionali.
Uno strumento di economia circolare, per essere realmente efficace, richiede una corretta focalizzazione sulla specificità del settore industriale a cui si riferisce: consente all'azienda di individuare efficacemente le proprie aree di miglioramento e di stabilire nuove priorità.
La ricerca in questo contesto ha evidenziato che lo sviluppo di efficaci strumenti di valutazione dell'economia circolare richiede un apprendimento bidirezionale tra accademici e practioner. La collaborazione con le aziende beneficiarie rappresenta un pilastro fondamentale per colmare efficacemente il divario ricercatori-practioner e per fornire soluzioni e strumenti effettivamente utili in grado di sostenere la transizione verso la circolarità. Per questo motivo, il processo di sviluppo di uno strumento di economia circolare, specificatamente applicabile a livello aziendale, dovrebbe essere sempre basato su un approccio collaborativo-iterativo, coinvolgendo le aziende che realmente andranno a utilizzare la metrica stessa (co-creazione). Inoltre, si dovrebbe preferire l'adozione di una metodologia di ricerca che dia la possibilità di affinare il risultato finale passo dopo passo, seguendo un approccio iterativo per esempio, la metodologia dell’Action Research potrebbe essere ottimale a questo scopo (robustezza). Il processo di sviluppo di un efficace strumento di economia circolare dovrebbe essere anche focalizzato sui seguenti aspetti chiave:
- Un focus esclusivo sugli elementi critici dell'economia circolare a livello aziendale (inclusione di dimensioni soft e hard, dove quelle soft rappresentano tutte le azioni che supportano la transizione verso la circolarità a livello organizzativo, culturale, relazionale e di supply chain e quelle hard possono essere riferite a processi e prodotti, ben oltre i flussi materiali).
- Un numero adeguato, ma non eccessivo, di dimensioni da misurare, preferibilmente insieme alla presenza di qualche esempio che possa anche fornire ispirazione alle aziende che applicano lo strumento stesso (facilità d'uso).
- L'adozione di un approccio strutturato per fasi di produzione di beni e servizi (ad esempio, includendo le sei principali fasi del ciclo di vita, dall'approvvigionamento a quelle di fine-vita. Questo può consentire il coinvolgimento di tutte le figure organizzative chiave durante il processo di valutazione e lo sviluppo di una consapevolezza circolare all'interno dell'azienda stessa).
- L'implementazione di un approccio legato alle specificità e alle esigenze del settore per cui quello specifico strumento viene creato e la possibilità di personalizzare ulteriormente l'unità di analisi indagata per affrontare correttamente la valutazione della stessa (centralità dell'unità di analisi).
- La digitalizzazione dello strumento stesso su una piattaforma online con funzionalità efficaci in grado di supportare correttamente l'intero processo di valutazione può rappresentare un ulteriore aspetto di cui tenere conto (trasformazione circolare sempre più abilitata da una trasformazione digitale).
Poiché la transizione verso l'economia circolare è un processo dinamico, anche gli strumenti volti a valutare il percorso verso la circolarità devono essere concepiti come dinamici e aggiornabili. In particolare, gli strumenti di autovalutazione dovrebbero diventare dei veri e propri decision support system, in grado di valutare le performance e di fornire approfondimenti personalizzati, linee di azione e risorse adeguate ai rispondenti che di volta in volta si trovano a interfacciarsi con gli stessi.
*A cura di Fabio Iraldo, professore di economia e gestione delle imprese; Natalia Marzia Gusmerotti, professoressa; Serena Carlesi, ricercatrice
dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant'Anna
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