03. Migliorare la gestione dei rischi nelle società
Come per i giganti della vendita al dettaglio, le società finanziarie devono affrontare un problema logistico complesso per la sua grandezza. Come Wal-Mart, producono molteplici prodotti, in molteplici luoghi, con molteplici controparti che lavorano in molteplici timeline. Le più grandi banche al mondo hanno centinaia di migliaia di asset, migliaia di controparti e operano in timeline che variano da 50 anni a 50 millesimi di secondi. Come per Wal-Mart, si evita il fallimento gestendo in maniera efficace i rischi derivanti dai tanti scambi e relazioni finanziarie.
La crisi finanziaria ha portato alla luce una miriade di debolezze nelle pratiche di gestione del rischio, specialmente tra le società finanziarie più grandi e più complesse. Diversi report, sia del settore pubblico che privato, hanno evidenziato queste carenze. Sono molte le lezioni in comune. Per esempio, è chiaro che la governance del rischio in molte società finanziarie era inadeguata. I comitati per la gestione dei rischi non avevano potere.
Ma a sottolineare questi problemi ad alto livello è stata una serie di carenze a livello inferiore nella raccolta di dati e rischi. Le infrastrutture IT non erano spesso adatte ad affrontare questi rischi. Con la nascita di nuovi prodotti, nuovi sistemi su misura sono stati semplicemente aggiunti al patrimonio IT. Si eresse una torre di babele. Come i codici dei prodotti negli anni Sessanta, o i sistemi operativi degli anni Settanta, le reti di dati delle banche diventarono frammentate e non erano in grado di comunicare in maniera efficace tra di loro.
Una frammentata struttura dati ha una serie di effetti collaterali negativi; tra gli altri, il ricorso a un intervento manuale per far funzionare i sistemi di gestione dei dati e dei rischi. Una completa automazione dei processi commerciali è una rarità nel settore bancario. Oltre a migliorare l'efficienza, l'automazione riduce la possibilità di riportare in maniera sbagliata le esposizioni per un errore umano.
La fase di acquisizione dati complica anche la raccolta dei dati relativi alle esposizioni ai rischi, che a loro volta compromettono l'efficace e consolidata gestione dei rischi. Nel suo report del 2010, il Senior Supervisors Group ha scoperto che alcune società impiegavano settimane per raccogliere dati relativi alle esposizioni nel proprio stato patrimoniale. Anche le migliori società impiegavano diverse ore o giorni. Anche questo è in netto contrasto con i sistemi di gestione dell'inventario in tempo reale che operano lungo la filiera non solo per Wal-Mart, ma anche per i negozi all'angolo.
Questi problemi relativi alla gestione dei dati e dei rischi furono ben evidenziati all'interno del report ufficiale del fallimento di Lehman Brothers - una società la cui gestione dei rischi era considerata, molto prima della crisi, troppo vicina ai limiti delle best practice di gestione dei rischi. Per esempio, l'errata esclusione di un'esposizione commerciale da 6 miliardi di dollari in beni immobiliari indicava l'esistenza di un'errata segnalazione al Direttivo di Lehman nei mesi cruciali precedenti il suo fallimento. L’informazione riguardante un'importante esposizione si erano perse con la traduzione.
L’aggregazione di queste esposizioni ai rischi individuali attraverso il bilancio costituì anche una grave carenza. Dalla metà del 2007, i limiti di rischi individuali nel gruppo Lehman sono stati violati per linee commerciali ad alto rendimento a reddito fisso del settore immobiliare. Eppure, nel processo di aggregazione di queste esposizioni, qualcosa è andato perso durante il processo di traduzione. Le esposizioni all’interno della società rientravano nei limiti di rischio nonostante i singoli componenti fossero violati.
È chiaro che questi errori a livello di infrastruttura e aggregazione dei dati non riguardavano solo Lehman. Erano radicati in tutto il settore finanziario. Gli ultimi report registrano un progresso ma sottolineano che quasi tutte le società hanno ancora tanta strada da percorrere. L’acquisizione consolidata dei dati in tempo reale rimane ancora un traguardo lontano. Fintanto che rimarrà così, la gestione dei rischi consolidata e in tempo reale rimarrà un sogno irrealizzabile.
Ma un sogno con buone possibilità di diventare realtà. Si potrebbero eliminare gli inventari non disponibili e le controparti sbagliate se i sistemi informativi delle società finanziarie parlassero la stessa lingua. È questo uno dei messaggi fondamentali del report 2010 del Senior Supervisors Group. L’esperienza delle catene di distribuzione mondiali e il web ci insegnano che non esiste un vincolo tecnologico per report in tempo reale e la gestione degli inventari finanziari, anche da parte delle grandi società. Dove Wal-Mart ha tracciato il sentiero, lì Wall Street potrebbe dirigersi.
Standard condivisi per i dati potrebbero trasformare nelle stessa maniera la gestione consolidata dei rischi. Non esiste ancora ragione tecnologica per cui lo slicing-and-dicing dei bilanci aggregati non potrebbe essere fatta con la stessa semplicità con cui è accaduto per il web. Determinare le esposizioni d’aggregazione causate da una controparte o un fattore rischio è un taglio netto del web finanziario. Dovrebbe essere facile come cercare su Google “Aung San Suu Kyi” o “Britney Spears”.