economia

02. Congiuntura e clima di fiducia

L’economia mondiale ha rallentato: a partire dall’inizio dell’estate le prospettive economiche globali di crescita sono bruscamente peggiorate. Frenano, in modo più consistente le economie in fase di sviluppo, ma effetti negativi si ripercuotono anche sulle economie avanzate. I mercati finanziari, a causa di questo rallentamento economico congiunturale, stanno vivendo una maggiore instabilità e rimane incerta l’adeguatezza degli strumenti di gestione della crisi a disposizione delle autorità. L’Italia più di altre economie nell’area euro ha risentito di queste tensioni: sebbene confermata la solidità del sistema bancario, il ridotto indebitamento delle famiglie e l’assenza di particolari squilibri sul mercato immobiliare, il paese risente dell’elevato debito pubblico, della forte dipendenza dall’andamento delle esportazioni e delle deboli prospettive di crescita interna nel medio termine.

Nel terzo trimestre la crescita economica dell’Italia rallenta e contemporaneamente aumenta l’inflazione. Durante l’estate il governo ha varato due manovre correttive volte soprattutto ad azzerare il debito pubblico entro il 2013 ma adesso è assolutamente necessario rafforzare i provvedimenti per incentivare la crescita economica (Bollettino economico – 14/10/2011 – Banca d’Italia).
Il clima di fiducia crolla decisamente in tutti i comparti (imprese manifatturiere, dei servizi e commercio al dettaglio) nella rilevazione di settembre 2011: seguendo una dinamica discendente ormai evidente durante tutto l’anno 2011 (Fonte: Istat).

Gli associati Indicod-Ecr confermano l’attuale percezione negativa del contesto economico: rimangono forti i segnali di una crisi mai del tutto superata, dove brevi e contenuti accenni di ripresa si scontrano oggi con nuove tensioni legate al mondo finanziario e politico. Il clima di fiducia fa registrare una flessione sostenuta che lo porta ben al di sotto del valore 100: l’indice generale passa da 103 della scorsa edizione (dicembre 2010) a 59.