consumi

Con il largo consumo per uscire dalla crisi

l'opinione di

Valerio Di Natale

Non può che essere fortemente critico e preoccupato il giudizio che le imprese del largo consumo riunite in Indicod-Ecr esprimono sulla manovra varata dal Governo e sui riflessi su consumi già fortemente contratti per una crisi che non accenna ad allentare i suoi morsi, sui prezzi, costantemente spinti in su da benzina e beni energetici e sulla fiducia delle famiglie, soprattutto di quelle appartenenti alle classi più deboli la cui capacità di spesa è fortemente minata. «Le imprese del largo consumo - afferma il presidente di Indicod-Ecr Valerio Di Natale - sono da sempre in prima linea per fronteggiare e ridurre gli effetti della crisi salvaguardando il potere d’acquisto delle famiglie. In uno scenario di crisi e di instabilità sui mercati delle materie prime, le imprese hanno dovuto misurarsi con tensioni sul fronte della redditività a cui hanno risposto con un maggiore controllo dei costi e mantenendo l’obiettivo di dare più valore al consumatore, adattandosi alle nuove abitudini di acquisto e di consumo. Non intendiamo minimizzare la gravità della situazione economica, tuttavia riteniamo che la manovra avrebbe dovuto affiancare alle misure fiscali di aumento del gettito anche misure di stimolo alla crescita e di taglio degli sprechi. Così com’è la manovra aggrava fenomeni depressivi e crea condizioni ulteriormente peggiorative per le imprese e soprattutto per le famiglie che dovrebbero essere invece le destinatarie di urgenti misure di sostegno».

Lavoro, liberalizzazioni, efficienza e competitività

In questo giudizio Indicod-Ecr non è solo. Tutte le associazioni imprenditoriali, Confindustria in testa, hanno duramente criticato il Governo per questa manovra mancante d qualsiasi provvedimento per lo sviluppo, annunciato e per il momento non ancora attuato. Anche Indicod- Ecr ha le sue proposte, peraltro già presentate mesi fa al Governo. «Servirebbe favorire la creazione di lavoro soprattutto giovanile e femminile - puntualizza Di Natale - e spinte concrete verso le liberalizzazioni che porterebbero provati ed effettivi vantaggi alle famiglie; invece le liberalizzazioni (commercio e farmacie in particolare) sono sparite dall’agenda del Governo. Il largo consumo è il settore che per primo può favorire l’uscita dalla crisi, sempre che alle imprese siano facilitate le condizioni per operare in questa direzione. Da parte nostra ci concentreremo su progetti che tendono a ridurre le inefficienze: meno trasporto su gomma, meno inquinamento, meno carta e meno tempo nei processi di interfaccia fra Industria e Distribuzione, con benefici per le aziende e per l’intera società, benché molte inefficienze siano ancora determinate da gravi carenze infrastrutturali. Il ruolo di Indicod-Ecr sarà rivolto a favorire una ancora maggiore competitività della nostra filiera rispetto a chi - meno efficiente o competitivo - sottrae risorse ai cittadini/consumatori. Per questo esprimiamo una forte preoccupazione per l’aumento dell’Iva, che significa aumento dei prezzi, già spinti dagli aumenti delle materie prime e dalle speculazioni internazionali, determinando minori consumi e un freno alla crescita. Al Paese serve un piano di concrete liberalizzazioni dei settori protetti per rilanciare i consumi e tornare a crescere». La partita che si sta giocando è importante anche per altri aspetti e in particolare sta venendo sempre più a mancare la capacità dell'Italia di attrarre investimenti e presenze di aziende internazionali. E non è solo una questione di immagine. «L'Italia è uno dei mercati più importanti al mondo - spiega il presidente di Indicod-Ecr - ma vi sono fattori concreti (sia macro che micro) del nostro sistema che non incoraggiano investimenti e presenza di aziende internazionali. Burocrazia e legislazione complesse, costi mediamente più elevati (penso all’energia, ai trasporti, al lavoro), infrastrutture carenti sono senza dubbio una caratteristica italiana da migliorare e un freno per aziende che si trovano a dover scegliere dove competere nel mondo. Nel micro mi riferisco ad esempio alle vischiosità e ai costi connessi ai lanci di nuovi prodotti. Devo dire, però, che anche grazie al lavoro svolto da Industria e Distribuzione in ambito Ecr, sono stati fatti dei positivi passi in avanti per migliorare questo processo: abbiamo riscontato dei significativi miglioramenti sia negli indicatori di processo che di performance nella gestione dell’innovazione.


TAG: