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Dalla supply chain al retail 4.0: quando l’RFID fa la differenza in azienda

Dal teatro all’healthcare, dal food al luxury fashion: otto casi aziendali protagonisti dei due workshop GS1 Italy sull’adozione della tecnologia in radiofrequenza

GS1_RFID_EventoGenerico_VisualSito_404x404.jpgLa tecnologia RFID è uno strumento che può aiutare le aziende non solo ad aumentare l’efficienza lungo la supply chain ma anche a migliorare le vendite e la soddisfazione del cliente a valle della filiera. La sua stessa evoluzione ha dimostrato, nel tempo, che non può essere considerata una soluzione tecnologica solo ad appannaggio della logistica ma può efficacemente supportare il retail. Benefici e opportunità del sistema di Radio frequency identification, tanto in ambito B2B quando in ambito B2C, sono stati al centro di due workshop che GS1 Italy ha organizzato, in diretta streaming da Interno 1, attraverso il racconto diretto di aziende che hanno già adottato questa tecnologia.

Guarda i due workshop sulla piattaforma eventi on demand di GS1 Italy

Supply chain digitale: come implementarla con l'RFID
RFID: la chiave per abilitare il Retail 4.0

In entrambi i workshop la scelta è ricaduta su otto casi d’uso concreti e non su sperimentazioni, con un focus sui processi e non sui settori aziendali. «Abbiamo dato priorità alla validità del caso e non del settore privilegiando i processi che molto spesso sono trasversali» spiega Massimo Bolchini, standard development director di GS1 Italy«Speriamo che i processi siano di ispirazione per cominciare ad affrontare e poi implementare in un numero crescente di aziende questa tecnologia». Protagonisti dei due eventi di GS1 Italy le aziende ma anche i solution provider che le hanno affiancate, due punti di vista differenti ma complementari, utili a capire punti di forza e criticità che un cambiamento come questo si porta dietro.

Entrambi gli eventi rientrano nel progetto di rilancio dell’RFID avviato da GS1 Italy a novembre 2021 e che andrà avanti per tutto il 2022, sulla spinta di una crescente affermazione dell’Internet of Things in ambito aziendale e delle tecnologie, come i tag in radiofrequenza, che la abilitano. Un progetto nato per supportare le imprese nel percorso di avvicinamento e di implementazione sia dell’RFID che dell'EPC, il codice di identificazione standard GS1 che è alla base dell’adozione di questa tecnologia.

Supply chain digitale: come implementarla con l’RFID: il primo workshop

Se guardiamo all’uso della tecnologia in radiofrequenza lungo la catena di approvvigionamento, tema al centro del primo workshop: “Supply chain digitale: come implementarla con l’RFID”, elemento comune alle quattro testimonianze presentate è la crescente efficienza nei processi logistici, sia quando questa riguarda le attrezzature di un teatro, sia quando parliamo di medicinali o di prodotti dell’agroalimentare. Nello specifico, il caso della Fondazione Teatro Stabile di Torino - tre teatri in gestione, 250 mila spettatori e 450 recite all’anno - è probabilmente il più emblematico perché distante dalle esperienze delle aziende del largo consumo ma affine per processi aziendali. Il sistema RFID studiato con il solution provider Alfacod - un tag in radiofrequenza su tutta l’attrezzatura tecnica in dotazione e l’uso di varchi con antenne oltre a un software per l’elaborazione dei dati - ha portato a:

  • Aumento della produttività.
  • Velocizzazione nella movimentazione della dotazione tecnica.
  • Migliore consultabilità dell’inventario.
  • Tracciabilità puntuale delle attrezzature anche in tournée.

Quello della Casa della Salute (con il solution provider Zebra Technologies Italy) è, invece, un esempio di RFID applicato alla logistica in ambito healthcare: il numero crescente di poliambulatori per questa azienda ha reso necessaria l’automatizzazione della movimentazione delle merci dal magazzino centrale a quello periferico. Ancora una volta l’obiettivo è:

  • La tracciabilità delle movimentazioni, con l’eliminazione delle operazioni manuali di rilevazione dati.
  • La disponibilità di consuntivi di fatturazione in tempo reale.
  • Il perfezionamento delle azioni di farmacovigilanza in caso di medicinali scaduti.
  • L’eliminazione degli sprechi e la riduzione degli errori.

Stesso settore per il caso di Bayer e Murata ID Solutions che, grazie all’applicazione dei tag RFID a livello di colli, sono riusciti a:

  • Ridurre quasi a zero gli errori di instradamento della merce e dell’80% dei colli smarriti.
  • Incrementare in tempo reale tracciabilità e visibilità della supply chain.

Ci spostiamo nel comparto alimentare, invece, per l’ultimo caso del workshop, quello di Bonterre: l’azienda, nata nel 2019 dalla fusione di Grandi salumifici italiani e Parmareggio - 14 stabilimenti produttivi, un polo logistico e 25 mila punti di consegna in 39 nazioni - insieme a Murata ID Solutions ha scelto di mettere un tag RFID a livello di pallet a partire dagli stabilimenti di produzione, ottenendo:

  • Visibilità al 100% di tutte le spedizioni da e verso la base logistica.
  • Tempi di carico e scarico scesi del 90%.
  • Riduzione dell’out of stock e un aumento conseguente del livello del servizio.

RFID: la chiave per abilitare il Retail 4.0: il secondo workshop

Ma l’RFID non esaurisce la sua spinta innovativa con la logistica. Come accennato, le più recenti applicazioni riguardano il retail 4.0, quello a cui afferiscono le quattro testimonianze del secondo workshop GS1 Italy, “RFID: la chiave per abilitare il Retail 4.0”. Qui i benefici coinvolgono in prima persona il consumatore: «Con l’RFID puoi ottenere precisione, velocità e identificazione univoca - sottolinea Claude Tetelin, senior director AIDC, SME RFID and wireless technologies di GS1 Global Office. - Sapere che un prodotto è in magazzino però non basta, devi fare in modo che il cliente lo trovi facilmente. Lo standard EPC/RFID ti consente di sapere esattamente dove è il prodotto, ti consente di incrementare le vendite aumentando la soddisfazione del cliente. Tutti abbiamo sperimentato la delusione quando entriamo in un negozio per fare shopping. L’RFID ti consente di evitare questa delusione. E oggi la delusione dei clienti non è più una opzione”. 

Focus di questa sessione è, come detto, il retail nelle sue declinazioni attuali che comprendono tanto i negozi fisici quanto gli store senza personale. Decathlon Francia rientra nel primo caso, store col 100% dei prodotti venduti con etichetta RFID per un totale di 7 miliardi di tag in radiofrequenza utilizzati tra il 2013 e il 2020: la sua testimonianza mostra come una migliore gestione dell’inventario, una maggiore sicurezza - i tag sono un “eccezionale antifurto” - e un pagamento rapido alle casse aumentano i margini e creano soddisfazione nel cliente.

Viceversa, il solution provider Keonn con il sistema RFID sviluppato per i negozi della start up spagnola Ghop, abilita un vero e proprio “unmanned store”, un punto vendita senza personale, dove l’esperienza di acquisto è completamente automatizzata, dal check-in al check-out, il pagamento mobile è rapido e la gestione delle scorte automatica.

Diversa esperienza e nuovi benefici per il caso FrescoBreak, start up emiliana del settore del vending che utilizza frigoriferi intelligenti con tag RFID per la fornitura di cibi freschi sui luoghi di lavoro: in questo caso la tecnologia in radiofrequenza è uno strumento per ridurre lo spreco alimentare, attraverso:

  • Il controllo in tempo reale della situazione di ogni singolo frigorifero.
  • Il monitoraggio dello stato dei prodotti.
  • L’eliminazione degli out of stock.
  • L’uso di scontistiche nel caso di prodotti prossimi alla scadenza.

Ma la tecnologia RFID può essere un alleato anche in un comparto come quello del luxury fashion: lo dimostra il caso presentato dai solution provider Sensormatic e Temera che, attraverso l’RFID, hanno abilitato un servizio di brand protection per un’azienda di moda del lusso. Si tratta di un progetto solo sul retail e non su magazzino e logistica dove c’era una forte esigenza di tracciare ogni singolo capo fino agli store. In questo modo non solo si sono ridotte le frodi per i resi di merce rubata ed è aumentata la trasparenza sulla autenticità dei capi, ma grazie a una velocizzazione delle attività nei negozi e un’accuratezza molto alta dell’inventario si è riusciti a supportare anche un efficace sviluppo dell’omnicanalità. «Il mondo sta cambiando a una velocità mai vista prima anche grazie alla tecnologia RFID che impatta sul retail - osserva Antonio Rizzi, full professor, industrial logistics & supply chain management dell’Università di Parma - i nuovi modelli cambiano l’esperienza d’acquisto che diventa frictionless. C’è stato un passaggio importante nella storia di questa tecnologia: a un certo punto si è passati da un approccio difensivo a uno offensivo. All’inizio si pensava principalmente a una tecnologia per la logistica, pian pianino ci si è spostati verso il retail con modelli che impattano non solo sui costi ma anche sulle vendite».

Dopo i due workshop, l’impegno di GS1 Italy a fianco delle aziende interessate ad adottare questa tecnologia andrà avanti. «GS1 Italy non si ferma qui - spiega Linda Vezzani, GS1 visibility and RFID standards specialist di GS1 Italy - continuerà a fornire supporto alle imprese con i corsi dell’Academy, attraverso tavoli di lavoro organizzati con le aziende e portando avanti le sinergie coi solution provider».