supply chain

06. Tattiche: Come raggiungeremo i nostri obiettivi

Un’ampia gamma di programmi è già in atto per raggiungere i quattro obiettivi, come dimostra la revisione delle iniziative da parte del Consumer Goods Forum.

The Consumer Goods Forum è stato fondato nel giugno 2009 come ente formato da produttori e distributori a livello globale, gestito dai suoi membri su base paritaria. Riunisce distributori, produttori e fornitori che collaborano lungo la catena del valore per arricchire il valore di consumatori e shopper su tutti i mercati. La sua vision, “Better lives through better business” (vite migliori con un business migliore) è realizzata “collaborando per permettere al settore di servire shopper, consumatori e comunità ai massimi livelli, più efficacemente, velocemente, creando maggiore valore e in modo responsabile”.

The Consumer Goods Forum affronta questioni comuni in modo collaborativo mediante piani quantificabili su cui lavorare. Basa la propria azione sui cosiddetti Pilastri strategici, che i suoi membri considerano centrali nel business del futuro che desiderano condividere. Sono accompagnati da diagrammi.
Come illustrato dai diagrammi, i quattro obiettivi strategici sono affrontati già in molte delle attività previste dai cinque Pilastri strategici del Consumer Goods Forum.
The Consumer Goods Forum lavora a stretto contatto con piattaforme regionali di collaborazione e con i partner e le alleanze strategici identificati.
Un aspetto chiave di questa collaborazione è l’allineamento delle attività negli ambiti non competitivi, che permettono una focalizzazione company-driven su alcune priorità chiave e contribuiscono a evitare la duplicazione dei costi.

Diamo ora uno sguardo alle iniziative globali in corso e a come si allineano ai quattro obiettivi strategici.*

* Nessuna attività del Consumer Goods Forum, comprese queste iniziative, implica lo scambio di informazioni confidenziali o relative alla concorrenza.

Aumentare la sostenibilità della propria impresa: verso un’azione collettiva

Il Consiglio di Amministrazione del Consumer Goods Forum ha approvato un’Iniziativa sul cambiamento climatico che comprende quattro progetti nelle seguenti aree:

Deforestazione. La deforestazione rappresenta il 20% circa delle emissioni di gas effetto serra. Le cause della deforestazione sono complesse, ma è opinione comune che tra i principali elementi chiave vi siano la coltivazione di soia e di olio di palma, l’abbattimento degli alberi per la produzione di carta e compensato e l’allevamento del bestiame. Tutti elementi che ricorrono nelle supply chain di numerose aziende del largo consumo.
L’obiettivo del progetto del Consumer Goods Forum è ridurre al minimo l’impatto dell’industria dei beni di consumo sulla degradazione e la distruzione delle foreste pluviali tropicali. Al meeting di Parigi di novembre 2010, il consiglio del Consumer Goods Forum ha approvato una risoluzione sulla deforestazione, che comprende una richiesta di mobilitazione di risorse aziendali, per contribuire a fermare la deforestazione entro il 2020, cui si accompagnava un action plan. L’obiettivo è raggiungere questo risultato sia attraverso iniziative individuali, sia lavorando insieme in partnership con governi e ONG, come il World Wildlife Fund (WWF) e altre ancora.

Refrigerazione. La refrigerazione è un’altra importante fonte di gas effetto serra, attualmente in crescita. Questo perché la tecnologia dominante – gli idrofluorocarburi (HFC) – ha un effetto serra superiore di ben 1400 volte all’anidride carbonica. Gli HFC rappresentano l’1,5% dell’attuale potenziale di surriscaldamento e si pensa che entro il 2050, se non verranno prese misure a riguardo, rappresenteranno tra il 6 e il 9% dei gas serra totali.
Ancora un volta, nel novembre 2010, il Consiglio del Consumer Goods Forum ha approvato una risoluzione e un action plan, in cui le aziende riconoscono l’importante e crescente contributo degli idorfluorocarburi e dei refrigeranti chimici da essi derivati alle emissioni totali di gas a effetto serra. Le imprese si sono mosse per mobilitare risorse interne, al fine di eliminare gradualmente gli HFC entro il 2015, sostituendoli con agenti refrigeranti non-HFC (alternative refrigeranti naturali) ove questi siano permessi dalla legge e disponibili e per le grandi installazioni di refrigerazione.

Misurazione del carbonio. L’obiettivo è sviluppare un approccio e un sistema comuni e globali per la misurazione e la condivisione dei dati relativi al carbonio lungo la supply chain. L’idea è avviare una valutazione semplice, redditizia e sistematica dei gas/energia effetto serra in prodotti, processi e servizi, fornendo una solida base per una collaborazione a livello industriale.

Impegno del consumatore. Un prerequisito alla comunicazione e all’educazione del consumatore riguardo alla sostenibilità delle aziende del nostro comparto è l’acquisizione di un vocabolario adeguato. Questo progetto darà vita a un glossario terminologico da usare tra partner commerciali; il linguaggio approvato sarà utilizzato per indirizzare i consumatori verso atteggiamenti costruttivi. La seconda fase si configurerà come un dialogo con i consumatori, con l’obiettivo di individuare e approvare le modalità più appropriate per motivarli a un consumo sostenibile. Questo, a sua volta, dovrebbe dare vita a iniziative specifiche da parte delle imprese membro – sia su base aziendale e individuale sia mediante una collaborazione tra i vari settori industriali – per esercitare la leadership nell’avviare e rafforzare un consumo sostenibile.

Il lavoro del Forum prevede inoltre due iniziative chiave:

Il Global Social Compliance Program (GSCP), il cui obiettivo è l’armonizzazione degli elementi esistenti per dare vita a un approccio condiviso, coerente e globale circa il continuo miglioramento delle condizioni ambientali e di lavoro nelle supply chain globali. Il programma fornisce una piattaforma transindustriale per promuovere lo scambio di conoscenze e best practices, e per l’allineamento tra gli standard ambientali e lavorativi esistenti, mediante un processo di equivalenza che si avvalga di strumenti di riferimento GSCP come benchmark.

Il Global Packaging Project (GPP), un progetto che affronta l’attuale necessità di un linguaggio comune nel settore, per permettere un dibattito informato e migliorare il processo decisionale tra e dentro le imprese, su packaging e sostenibilità. Å tale proposito, è stato sviluppato un quadro di riferimento che tiene conto del ruolo del packaging e dei principi della sostenibilità, e si domanda come il packaging possa contribuire in tal senso. Il progetto comprende inoltre una descrizione generale del sistema di misurazione, con unità di misura, indicatori e guida per l’uso.

Ottimizzare una supply chain condivisa: in che ambito competere e in che ambito collaborare?

Obiettivo del progetto sulla Future Vaue Chain è aiutare produttori e distributori a definire la propria supply chain del futuro e i suoi requisiti.

Avviato come follow-up del report “2016 Future Value Chain”, il progetto ha sviluppato l’idea di una nuova supply chain integrata che prenda in considerazione parametri di sostenibilità, quali la riduzione delle emissioni di Co2 e dei consumi energetici, il miglioramento della tracciabilità e la riduzione della congestione del traffico, nonché unità di misura tradizionali, quali la disponibilità a scaffale, la riduzione dei costi e la performance finanziaria.
Il progetto si concentra su iniziative concrete, tra cui la condivisione del trasporto multimodale, la condivisione della distribuzione multi-distributore e multi-produttore e i KPI.

Il progetto di condivisione del trasporto multimodale, supportato da Capgemini, ha riunito un gruppo di esperti di trasporto su strada e direttori logistici di 10 produttori e 9 fornitori di servizi logistici (LsPs), che hanno discusso di progetti concreti. Particolare attenzione è stata data a un progetto pilota relativo alla collaborazione multimodale sul trasporto primario in taluni corridoi tra l’Europa Orientale e Occidentale. I maggiori benefici sono correlati a continuità commerciale (“stay in business”), riduzione di Co2, livelli di servizio al cliente, costi e sicurezza. I primi risultati sono attesi nell’autunno 2011.

Com’è : 100% Trasporto su Strada

  • A lungo termine i prezzi del diesel saliranno
  • In Germania la MAUT (imposta) aumenterà
  • Tassazione CO2 – normative UE
  • Aumento del traffico (tempi di transito non affidabili)
  • Furto di rimorchi
  • Tempi di transito brevi
  • Fasce orarie limitate per trasporti su furgone

Come dovrebbe essere: Condivisione del Trasporto Multimodale

  • Meno KM su strada
  • Meno personale
  • Riduzione emissioni CO2 del 50%-80%
  • Costi inferiori, per i grandi carichi
  • Tempi di transito più lunghi, ma più affidabili
  • Aumento carico remunerativo (da 24 t a 28 t per rimorchio)

I consumatori abilitati dalla tecnologia: come creare un dialogo a due vie

Nel primo report intitolato “2016 Future Value Chain” si concordava sulla necessità di un dialogo con i consumatori, per poter offrire loro un servizio migliore, aiutarli a prendere decisioni consapevoli e collegare punti vendita e case mediante una tecnologia emergente interna e rivolta al consumatore. La strada tuttavia era lunga e insidiosa.

Avviare un dialogo costruttivo con i consumatori richiede lo sviluppo di un modello di marketing per il settore di nuova generazione. Il modello, già proposto nel report relativo al 2016, si concentrerà su un nuovo flusso di informazioni basato sulla collaborazione.
I dati relativi al prodotto si dividono in:

  • Dati generici, tra cui le informazioni sulla tracciabilità e i dati prodotto interattivi, come le immagini, che saranno a disposizione di tutti.
  • Dati differenziati, tra cui le promozioni speciali, che saranno disponibili solo per alcuni clienti o gruppi di clienti.

Il Pilastro dell’eccellenza operativa affronterà questo argomento in un apposito gruppo di lavoro.

Un programma GS1 B2C attualmente in corso ha il compito di estendere gli standard globali GS1, per fornire ai consumatori informazioni certificate sui prodotti, ovvero dati di cui potersi fidare. Dopo l’avvio di alcune attività pilota, e in occasione dell’ultima riunione del Consiglio del Consumer Goods Forum, è stato approvato un action plan.

Essere al servizio della salute e del benessere del consumatore: assumersi responsabilità condivise

Le aziende possono impegnarsi in due iniziative concrete proposte dal Consumer Goods Forum:

Global Food Safety Initiative (GFSI): la GFSI si concentra sulla riduzione dei rischi di sicurezza alimentare favorendo equivalenza e convergenza tra i sistemi di gestione di sicurezza alimentare in vigore.

Salute e benessere: l’obiettivo di questa iniziativa è dotare settore di una leadership solida e di una piattaforma di collaborazione su questioni non competitive, riguardanti la salute e il benessere, che riunisca produttori, distributori e stakeholder comuni.

Un’importante iniziativa si concentra su talune questioni tuttora oggetto di discussione, tra cui l’obesità infantile, attraverso:

  • Lo sviluppo e l’implementazione di principi e impegni riguardanti la salute e il benessere settore dei beni di consumo.
  • L’informazione e l’educazione, per fare sì che consumatori e shopper possano fare scelte consapevoli per la propria salute e il proprio benessere.

Un’altra iniziativa si focalizza sulla preparazione del settore per il futuro, contribuendo alla massima comprensione delle conseguenze correlate alla salute e al benessere e alle esigenze della popolazione anziana.

Naturalmente, le iniziative per aiutare il settore a raggiungere i suoi obiettivi strategici del 2020 non mancano. Ma come si traduce tutto questo per le imprese? Nel prossimo capitolo vedremo come le organizzazioni possono applicare il medesimo quadro di riferimento relativo alla Future Value Chain alle proprie attività e metteremo in evidenza alcuni esempi di iniziative aziendali attualmente in corso che ne affrontano gli obiettivi strategici.