economia

01. Congiuntura e clima di fiducia

La presente edizione dell’osservatorio (dicembre 2009) raccoglie il sentiment delle aziende in una fase ancora incerta del ciclo economico italiano.
Le risposte degli associati Indicod-Ecr confermano che il periodo appena trascorso si è rivelato meno critico del precedente sebbene la sperata ripresa ancora non si sia realizzata né tanto meno consolidata: le aspettative positive espresse nel semestre precedente non si sono completamente concretizzate nell’andamento dell’economia reale; negli ultimi sei mesi gli imprenditori denunciano un miglioramento del giro d’affari ma indicatori fondamentali come gli occupati e gli investimenti non sono ancora tornati a crescere. Per il futuro, il quadro cui si aspira è ancora positivo: i rispondenti si aspettano che la situazione generale migliori sensibilmente sia a livello generale sia per la propria impresa.
L’approfondimento è dedicato, per la seconda edizione consecutiva, al tema della responsabilità sociale dell’impresa, tema di estremo interesse per gli imprenditori in questo momento di preoccupazioni economiche, sociali e ambientali. Si conferma infatti la percezione di come un orientamento alla “sostenibilità” sia estremamente vantaggioso sebbene nel concreto ancora siano poche, e con iniziative piuttosto circoscritte, le aziende che decidono di investire, comunicare e impegnarsi a livello strategico.

Congiuntura e clima di fiducia

I dati ufficiali (ISTAT) relativi all’ultimo trimestre del 2009 non sono stati brillanti a livello congiunturale sebbene a livello tendenziale si osservi, negli ultimi trimestri, una frenata nell’andamento negativo perseguito recentemente dal ciclo economico italiano. Il PIL nell’ultimo trimestre dell’anno rispetto al trimestre precedente è pari a -0,2% mentre rallenta a -2,8% rispetto allo stesso trimestre del 2008: le stime Istat sull’andamento del Pil nel 2009 in Italia sono pari a -4,9%. La ripresa che sembrava essersi avviata, alla volta del terzo trimestre dell’anno stenta a rafforzarsi nelle economie avanzate: presto cominceranno a recedere le misure eccezionali di politica economica messe in atto da governi e banche centrali e la domanda privata continua a rimanere debole dovendo fare i conti con un livello di disoccupazione che continuerà a crescere almeno per il prossimo anno.
Nonostante il continuo miglioramento del clima di fiducia, le imprese esitano ancora ad aumentare la produzione in presenza di un incerto incremento degli ordinativi. Anche la domanda estera, ripresasi durante l’estate, è rallentata nuovamente in autunno. Le previsioni di crescita quindi rimangono caute: +0,7% nel 2010 (Banca d’Italia – Bollettino economico Gennaio 2010).

Gli associati Indicod-Ecr confermano l’attuale situazione di lenta ripresa del contesto economico, dove però rimangono forti i segnali di una crisi ancora non del tutto superata.Il clima di fiducia riprende gradualmente a salire e fa registrare ancora un sensibile aumento: l’indice generale passa da 83,0 a 91,0. La componente delle aspettative per i prossimi sei mesi del 2010, insita in questo valore sintetico, cresce, ma meno rispetto agli scorsi sei mesi, passando da 98,0 a 104,1. Si consolida quindi la convinzione che la fase più critica del ciclo economico sia appena passata, ma al futuro non si legano più aspettative brillanti: si intravede una ripresa lenta e difficile. Tra l’altro segnali simili provengono da più parti del mondo, prevalentemente dall’area Euro, dove in tutti i paesi momenti di ripresa economica convivono con altrettanti segnali di una situazione che ancora fatica a consolidarsi.
Le percezioni sui sei mesi trascorsi rimangono moderatamente positive: a livello medio complessivo i giudizi sulla situazione economica generale del Paese (valore dell’indice sulle percezioni a 64,8) e del proprio settore (61,2) sono sensibilmente migliorati rispetto al primo semestre del 2009, per quanto siano indicatori negativi nettamente al di sotto del valore 100.

Per l’occupazione si evidenzia ancora una situazione critica; negli ultimi sei mesi gli associati hanno registrato in termini assoluti un’ulteriore diminuzione, andando a disilludere le aspettative di sei mesi fa. Le aspettative attuali rimangono positive, ma crescono in modo meno ottimistico rispetto al primo semestre dell’anno; gli imprenditori hanno rilevato una riduzione degli organici, ma sperano che nei prossimi sei mesi la situazione cambierà in meglio (indicatore da 95,4 a 96,5).Il periodo intenso di crisi e la flessione del clima di fiducia hanno avuto quindi ripercussioni reali che continuano a generare effetti sulla diminuzione degli occupati, e quindi dei redditi, di conseguenza sulla continua debolezza della domanda interna.
Cala in maniera vistosa anche l’indice degli investimenti; la propensione a effettuare investimenti ha raggiunto i minimi nell’ultimo semestre e anche le aspettative risentono di una leggera perdita di ottimismo.
Passando ad analizzare la situazione economica generale della singola impresa, nel secondo semestre 2009, le imprese industriali dichiarano di aver vissuto un miglioramento del proprio giro d’affari (spesso inteso come una minore perdita).

Meno negativa sembra essere stata la situazione per il commercio all’ingrosso e per una porzione delle imprese industriali più strettamente correlate al mondo del largo consumo. Per la GDO, che si mantiene comunque su tassi positivi, si registra un rallentamento della crescita (+0,7%).

Le aspettative per il prossimo futuro sull’andamento degli affari della propria impresa mostrano una ripresa, in particolare per il largo consumo; più cauti rimangono gli imprenditori del commercio all’ingrosso e della GDO.Gli imprenditori cercano di essere ottimisti per il futuro anche nella seconda metà del 2009; gli indici del clima di fiducia per settore confermano le evidenze emerse a livello aggregato. C’è un sostanziale allineamento tra settori su valori simili, improntati ad una sensibile ripresa della fiducia percepita, superiori a 90, sebbene i valori rimangano ancora al di sotto del valore 100. Le aspettative crescono e tornano al di sopra del valore 100, sebbene l’incremento di ottimismo sia stato più contenuto rispetto alla precedente edizione.

In termini di ulteriori dimensioni di analisi, sono le imprese con il fatturato alto ad avere manifestato il miglioramento più consistente (l’indice aumenta di circa 15 punti) mentre a livello territoriale gli effetti di miglioramento sono maggiori al nord: in tutti i casi ci troviamo di fronte ad aspettative più ottimistiche che in passato.

Nel 2009 viene confermata una crescita limitata (circa 0,8% - fonte Istat – inflazione acquisita a dicembre 2009) del tasso di inflazione, in linea con le percezioni degli associati. Solo negli ultimi mesi del 2009, in realtà abbiamo cominciato a vedere qualche variazione positiva del tasso di crescita dei prezzi; questo ha spinto al rialzo le previsioni dell’Istat per i prossimi mesi, soprattutto in vista di un rincaro dei prezzi dei beni energetici. Anche gli associati prevedono un rialzo, sebbene contenuto, dei prezzi relativi al loro settore si appartenenza.