Verso il codice a barre perfetto: la codifica di qualità
Giunto al suo trentesimo anno di vita, il codice a barre è ben lungi dal prepararsi alla pensione. «Al contrario, ha oggi l’opportunità di aprirsi anche a settori diversi rispetto a quelli del settore fast moving consumer good» come ha sottolineato Bruno Aceto, direttore generale di Indicod-Ecr, aprendo i lavori del convegno “Verso il codice a barre perfetto: efficienza e vantaggi competitivi”, organizzato a Milano il 10 ottobre scorso, con la collaborazione di Alfacod e di A Bancolini Symbol.
«Almeno per i prossimi dieci anni - ha aggiunto Massimo Bolchini, direttore Gestione e Sviluppo Standard di Indicod-Ecr - proprio l’utilizzo congiunto di tecnologie basate sull’identificazione ottica (bar code) e via etere (Rfid) dei prodotti consentirà alle aziende di ottenere il massimo dei benefici».
Obiettivo che potrà essere centrato a patto che il codice a barre risponda a precisi requisiti di qualità. Requisiti già in larga parte soddisfatti, come hanno dimostrato i risultati di un’indagine commissionata da Indicod-Ecr a Iri Information Resources (al riguardo si veda il Dossier), ma ancora migliorabili.
La barriera casse evoluta: il self scanning e il self check-out
«Un controllo più accurato dei dati riguardanti le singole referenze - ha sottolineato Katia Lucchesi, direttore Sistemi Informativi di Coop Estense - è cruciale quando si adottano sistemi di self scanning come il nostro Salvatempo, che ci ha consentito non solo di ridurre le code alle casse nei 27 punti vendita in cui è attivo e di coinvolgere maggiormente il cliente nel processo d’acquisto, fidelizzandolo, ma anche di ottimizzare la gestione dei prodotti in tutta la rete». Nei 13 Ipercoop e nei 36 supermercati Coop della cooperativa modenese, infatti, sono state abbattute fino allo 0,27% le battute prezzo/reparto, consentendo così una dichiarazione Iva più puntuale, un controllo più affidabile delle giacenze e una gestione ottimizzata dei riordini. Il maggior livello d’efficienza raggiunto consentirà a Coop Estense di estendere a tutta la rete il sistema del Salvatempo e di avviare a breve sperimentazioni di self check-out.
Ugualmente positiva l’esperienza di Auchan che, partita dall’implementazione del sistema di self check-out Cassamica, progetta di adottare sistemi self scanning a partire dal 2008. «Con l’adozione della soluzione Cassamica, Auchan intendeva migliorare il servizio alle casse sia verso l’esterno (la clientela) che verso l’interno (l’azienda stessa)». «Presupposti per il buon funzionamento di Cassamica - ha detto Marino Vignati, direttore Sistemi Informativi di Auchan – sono stati la sensibilizzazione dei vari attori, dalla centrale acquisti ai punti vendita, alla logistica, sulla corretta gestione del codice a barre e interventi informatici per l’adeguamento delle procedure e della reportistica».
L’etichetta logistica
La necessità da parte di Conad di soddisfare la richiesta del partner francese Leclerc di fornirgli prodotti tipici italiani a marchio Sapori & Dintorni e Conad dotati di etichette logistiche conformi alla normativa Ce in fatto di tracciabilità ha innescato un processo virtuoso che ha portato il gruppo della cooperazione di dettaglianti a formulare un capitolato tecnico e a dotarsi di un partner tecnologico che al contempo verificasse la qualità dei codici a barre dei fornitori e fornisse a questi ultimi consulenza riguardo alla loro correttezza e qualità di stampa. «Un nuovo modus operandi che ha coinvolto inizialmente i soli fornitori di prodotto a marchio - ha sottolineato Riccardo Breveglieri, Group Category manager export di Conad - ma che è ora in fase di estensione a 500 fornitori di prodotti di marca».
Qualità per esportare
Anche per F.lli De Cecco, come ha spiegato alla platea Giovanni Consalvi, responsabile tecnico dell’azienda, l’esigenza di migliorare ulteriormente la qualità dei codici a barre che identificano i prodotti del pastificio abruzzese e i relativi imballi, già impostata secondo le norme di riferimento nel 2004, è sorta nel momento in cui l’azienda è diventata stabilmente fornitrice di retailer stranieri (uno su tutti l’austriaca Billa), i quali utilizzavano sistemi automatici di lettura dei codici a barre. Attraverso l’adozione di appropriate modifiche dei sistemi di stampa dei codici a barre e di autodiagnostica del loro corretto funzionamento e tramite un uso sistematico di verificatori portatili della leggibilità dei codici a barre, F.lli De Cecco ha risolto le criticità in quest’area e raggiunto uno standard di qualità dei codici compatibile con i più sensibili e veloci lettori automatici.
Un nuovo codice a barre: GS1 DataBar
E nel senso di un ulteriore miglioramento della leggibilità dei codici a barre va la nuova simbologia GS1 DataBar, che le barriere casse di tutte le aziende della distribuzione del mondo dovranno essere in grado di leggere e decodificare a partire dal 1° gennaio 2010.
Pensato per prodotti di piccole dimensioni e a peso variabile, come un rossetto o un singolo frutto, questo nuovo standard, nelle sette varianti concepite (quattro per la lettura scanner e tre per altre applicazioni), consente la codifica di informazioni aggiuntive quali peso netto, prezzo, data di scadenza, lotto, mediante l’uso di Application identifiers, utili anche per la rintracciabilità dei prodotti stessi. Il tutto in uno spazio ridotto rispetto ai codici Ean/Upc di tipo classico.
«Proprio in queste settimane - ha annunciato Paola Carpentiere, project manager Gestione e Sviluppo Standard di Indicod-Ecr - stiamo definendo le strategie di comunicazione e divulgazione riguardanti il nuovo standard GS1 DataBar e analizzando fino a che punto la gdo nazionale è pronta ad adottarlo. Un apposito gruppo di lavoro in fase di costituzione identificherà inoltre le applicazioni del nuovo standard e definirà le attività a supporto della sua implementazione». Se avesse voce, insomma, il GS1 DataBar augurerebbe a tutti buon lavoro!