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Dal barcode al Digital Link, la forza degli standard globali

Dopo cinquant’anni di servizio per l’efficienza della filiera dei prodotti di largo consumo, il codice a barre sta per fare un salto evolutivo che lo proietta nel mondo dell’informazione e della trasparenza nei confronti del consumatore

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Ha appena compiuto cinquant’anni e si appresta ad affrontare l’evoluzione più importante della sua storia. Stiamo parlando del codice a barre e del GTIN che lo compone, vale a dire il codice numerico che identifica univocamente (e globalmente) i prodotti. Ora, con la crescente mole di informazioni collegate a ciascun di essi, il GTIN assume un ruolo pivotale nel nuovo standard GS1 Digital Link.

Il nuovo standard GS1 Digital Link è un indirizzo web, un url costruito in modo standardizzato e codificato contenente all’interno il codice GTIN, più una serie di altre informazioni utili a supportare i processi lungo la supply chain o per il consumatore.

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Collegato a un codice QR stampato sul pack del prodotto, il GS1 Digital Link consente al consumatore che lo inquadri con il suo smartphone di accedere al sito del produttore o del distributore o a una serie di informazioni sul prodotto, che vanno dalle sue origini, agli ingredienti, alla tabella nutrizionale, ma permette anche la tracciabilità del lotto di produzione o di mettere il prodotto nel carrello della spesa, se si fa e-commerce.

Dove sta la differenza con la quantità di QR code stampati sulle confezioni dei prodotti che popolano gli scaffali della Distribuzione moderna?

DigitalLink_Ausili_OK.pngLo chiediamo ad Andrea Ausili, data e innovation manager GS1 Italy. «Il QR code che troviamo sulle confezioni serve per accedere al sito dell’azienda, ma così com’è fatto è destrutturato, statico e di difficile manutenzione: l’esempio tipico è il caso del vasetto di marmellata con il codice QR che punta a un altro prodotto, perché nel frattempo è intervenuta qualche variazione sul sito e non è stato aggiornato il QR code. Abbiamo quindi una risorsa importante per la comunicazione dell’azienda, ma difficile da gestire. GS1 Digital Link mette al riparo da questi problemi».

Attraverso il codice GTIN, infatti, l’url, prima di fare accedere all’indirizzo definitivo, transita da un componente intermedio, il resolver, nient’altro che una tabella di reindirizzamento, che inoltra a uno specifico sito ogni link proveniente da un determinato GTIN. Poiché il GTIN è il codice univoco e globale del prodotto, si ha la certezza che, quali che siano le modifiche e gli aggiornamenti apportati al sito, il link sarà corretto, poiché intermediato dal resolver.

«Il Digital Link, con la possibilità di strutturare l’indirizzo con tutte le informazioni volute, apre quindi le porte a innumerevoli ambiti di applicazione verso il consumatore e nei processi tra le aziende», spiega Ausili.

Praticamente, come funziona?

Non diversamente da come avviene oggi, con lo smartphone si inquadra il codice QR e si accede al sito con le informazioni sull’origine del prodotto, le informazioni sull’azienda, le tecniche di produzione, la tabella nutrizionale. Ma se la lettura del codice avviene dall’interno di un’app, quella di un’insegna oppure quella dedicata a un tema specifico (sostenibilità, alimentazione, tracciabilità, e così via), allora, proprio grazie al resolver e alla sua tabella di reindirizzamento, di volta in volta possiamo mettere il prodotto nel carrello se siamo in ambito di e-commerce, abilitare la tracciabilità attraverso il lotto di produzione, che in futuro con il numero seriale arriverà alla singola confezione. Si possono inoltre avere le informazioni sulla sostenibilità del prodotto e sulle modalità di smaltimento della confezione. Si può accedere alla tabella nutrizionale collegata a un ricettario che suggerisce prodotti complementari per realizzare la ricetta desiderata o prevista dalla propria dieta. È solo questione di tempo, diciamo tra i cinque e i dieci anni, e poi si potrà anche pagare alle casse dei supermercati quando tutte saranno abilitate alla lettura del QR code. «Insomma, attraverso Digital Link, conoscendone le regole e la struttura, è possibile scomporre e ricombinare l'url in maniera sempre diversa: ogni informazione che si aggiunge in più, inoltre, offre nuove possibilità di trasparenza informativa. Con la certezza che di quello specifico prodotto si sta parlando», aggiunge Ausili.

Quindi dopo cinquant’anni di grande servizio, il codice a barre è pronto al countdown per la pensione?

«Non è proprio così. Il codice a barre è la rappresentazione grafica del codice GTIN. E questo non andrà in pensione. Solo che le tredici cifre di questo codice non sono più da sole sufficienti a fornire la quantità di informazioni che oggi sono richieste. Semplicemente stiamo assistendo alla sua evoluzione in qualcosa di più potente e più ricco. Cambierà la sua rappresentazione grafica: oggi pensiamo al QR code, ma potrà essere anche un codice DataMatrix o bidimensionale d’altro tipo. Quello che non cambierà è il codice che identifica univocamente ciascun prodotto. È la forza degli standard GS1, la forza delle regole condivise».

A cura di Fabrizio Gomarasca @gomafab