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Dalla disponibilità di prodotto, alla marca, alle informazioni in etichetta

l'opinione di

Marco Cuppini

La generazione di mia nonna comprava i prodotti in base alla loro disponibilità; scelta limitata, si prendeva quel che c’era. Mia mamma era guidata nelle sue scelte soprattutto dalla marca, vera e propria sintesi di valori, fiducia, qualità, condensati in un logo. Oggi, a queste due modalità se ne è aggiunta una terza; si sceglie in base alle informazioni scritte sulle etichette, che arricchiscono di nuovi contenuti il processo di scelta del consumatore che vuole sapere molte più cose su ciò che compra e consuma. La conseguenza di questo comportamento spinge le aziende – sia i produttori che i distributori per i prodotti a private label – ad utilizzare gli spazi in etichetta per veicolare messaggi che reputano possano influenzare i processi di scelta. A questo si aggiunge che da tempo si susseguono tante novità legislative che hanno introdotto nuovi obblighi per le aziende ed hanno arricchito le etichette di nuove informazioni rivolte al consumatore finale. Ricordiamo le principali: l’indicazione obbligatoria dell’origine di alcune categorie merceologiche (latte, burro, yogurt, latticini), il paese di coltivazione, lavorazione e confezionamento (riso, derivati del pomodoro), l’origine del grano per la pasta, l’indicazione della sede dello stabilimento di produzione. Fenomeni questi che hanno influenzato le scelte sia dell’offerta che, conseguentemente, della domanda, facendo cambiare le etichette dei prodotti e quello che esse raccontano. A maggior ragione, quindi, diventa fondamentale monitorare in maniera continuativa i trend di tutte le caratteristiche veicolate dai packaging dei prodotti. Le sette Oi7-intro-MC.jpgedizioni dell’Osservatorio Immagino hanno registrato l’evoluzione dei principali trend legati ai claim e ai contenuti di etichetta, misurandone la diffusione negli assortimenti, la copertura nelle famiglie acquirenti, l’impatto sulle vendite. Questa nuova edizione ha voluto consolidare gli andamenti di queste variabili in un lasso temporale piuttosto lungo (dal 2016 ad oggi) per comprendere in maniera solida quali sono i fenomeni duraturi che sono diventati “mainstream” e quali si sono invece dimostrati fenomeni passeggeri, meteore che hanno avuto pochi mesi di gloria. Le etichette dei prodotti generano quello che abbiamo chiamato il gemello digitale del prodotto fisico, ormai essenziale per raccontare i consumi degli italiani.