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I farmaci da banco nella grande distribuzione

L’articolo 5 del recente decreto legge n° 223 del 4 luglio 2006 meglio conosciuto come decreto Bersani consente la vendita dei farmaci cosiddetti OTC (over the counter) o farmaci da banco, ad altri esercizi commerciali oltre alla farmacia.

Il mercato dei farmaci OTC, quindi, non è più confinato nel canale farmacia, in cui comunque negli ultimi anni ha subito delle evoluzioni, ma trova spazio anche presso la grande distribuzione, un canale che sembra manifestare interessanti prospettive.

Il mercato OTC in farmacia

ACNielsen vede il mercato dell’OTC all’interno del più ampio mercato dell’automedicazione, composto da farmaci strettamente OTC ma anche da farmaci SOP (senza obbligo di prescrizione), da prodotti salutistici e da prodotti notificati al Ministero della Salute ma non classificati come farmaci.

I farmaci SOP si distinguono dagli OTC in quanto non possono fare comunicazione né classica né sul punto vendita, non possono essere a libera presa ma comunque non necessitano di ricetta.

A settembre 2006 questo mercato in farmacia vale 2.865 milioni di euro, in leggero calo (- 1% a valore) e sostanzialmente stabile a volume. Prima del decreto Storace, che consentì l’applicazione di sconti a questi prodotti in farmacia, la crescita di prezzo era quasi l’unica variabile in grado di far crescere il mercato. Oggi, a seguito anche della liberalizzazione verso altre attività commerciali, si assiste anche in farmacia ad una battaglia di prezzo i cui risultati si leggono proprio nel trend a valore.

La Tabella mostra i principali mercati dell’automedicazione, il loro peso sul totale e il trend a valore rispetto l’ultimo anno.

La prima tendenza che balza all’occhio è quella del sistema respiratorio, nel quale sono presenti tutti i prodotti per il raffreddamento, il cui trend negativo è stato determinato da una patologia di minor intensità rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda invece i trend positivi, il mercato delle vitamine e minerali include quasi tutti gli integratori, ed è l’unico, negli ultimi anni, a muoversi positivamente in maniera continuativa grazie al continuo ingresso di nuovi integratori con le più svariate funzionalità e ad una sempre maggiore tendenza del consumatore verso prodotti per il benessere. Otologici e ginecologici risentono invece positivamente di una serie di lanci rispettivamente nell’area della pulizia dell’orecchio e di una nuova generazione di integratori per la menopausa, i cosiddetti fitoestrogeni.

Queste evidenze riassumono tendenzialmente tutto ciò che genera i movimenti di trend all’interno di questo mercato: stagionalità positiva o negativa vs l’anno precedente - tema peraltro difficile da prevedere - e innovazione, in particolare quando tale innovazione riesce a soddisfare bisogni precedentemente non coperti.

I primi approcci nei supermercati

Ad oggi quasi tutte le principali catene distributive hanno avviato la vendita di prodotti farmaceutici in alcuni ipermercati: sono 21 i punti vendita interessati. In questi primi esperimenti, il farmaco OTC è stato inserito in un corner (in alcuni casi già esistente) insieme a prodotti parafarmaceutici, con uno sconto variabile fra il 20 e il 40% rispetto al prezzo di listino.

I primi dati rilevati da ACNielsen evidenziano un fatturato della categoria che si aggira attorno all’1% del fatturato dell’intero ipermercato.

Le prospettive sul canale distributivo

La stima di fatturato per punto vendita, sui primi dati ricevuti, si aggira in un intorno fra i 500 e gli 800 mila euro: resta però tutto da valutare, in quanto occorre nettizzare da un probabile effetto curiosità del consumatore piuttosto che da un altrettanto probabile effetto stock (“mi faccio un po’ di scorta intanto che lo trovo al 40% di sconto, domani chissà come sarà”).

Se poi si considerano i costi dei tre farmacisti necessari per coprire i normali turni di apertura di un ipermercato, è ancora più difficile valutare l’effettiva redditività della categoria di per sè.

Sono invece innegabili i benefici in termini di servizio al consumatore, e la necessità di trattare tali categorie derivante dal dover fronteggiare la concorrenza (“se l’ipermercato mio competitor diretto tratta il farmaco OTC, io non posso permettermi di non trattarlo”).

C’è inoltre un vantaggio più direttamente economico che proviene dal traino che la presenza del farmaco da banco genera per il corner del parafarmaco: i primi dati evidenziano un fatturato mediamente doppio per i parafarmaci presenti nel corner a seguito dell’introduzione del farmaco.

Da tenere in considerazione è anche la previsione di apertura di nuovi punti vendita: in base alle attese, le nuove aperture per il prossimo anno si aggireranno tra i 180 e i 350 punti vendita, stanti le attuali normative che rendono l’apertura alla vendita dei farmaci da banco di difficile applicazione per le medie superfici.

Il decreto Bersani, parlando genericamente di “attività commerciali”, lascia inoltre la possibilità di vendere prodotti OTC anche ad altri esercizi commerciali come, ad esempio, erboristerie e parafarmacie al cui interno operi un farmacista. Già oggi, nei centri commerciali, sono tre le parafarmacie che hanno incluso tali prodotti nel loro assortimento.

Questa la situazione e le prospettive ad oggi, difficile però pensare che la normativa rimanga così nel corso del tempo, ci sono infatti almeno un paio di incongruenze relative alla presenza del farmacista sul punto vendita che prima o poi andranno affrontate:

  • Perchè dev’essere presente il farmacista se i farmaci da banco (con esclusione dei farmaci SOP) possono essere venduti a libero servizio? Non si potrebbe quindi, limitatamente ai farmaci strettamente OTC, liberalizzarne la vendita senza la presenza di un farmacista dando così la possibilità a molti più punti vendita di trattare tali prodotti (aumentando conseguentemente il servizio al consumatore)?
  • Se la guardiamo poi da un opposto punto di vista, ci domandiamo perché non dare la possibilità a questi punti vendita di dispensare anche il farmaco etico, visto che è obbligatoria la presenza di un farmacista che già oggi dispensa di sua mano i farmaci SOP?

Questi dubbi ci fanno capire come la questione ad oggi non sia ancora chiusa, anche se, visti i ben più complicati problemi che il Governo sta affrontando, probabilmente dovremo aspettare un po’ di tempo prima che venga riaperta…