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Dossier di Sostenibilità

Le aziende del largo consumo misurano la loro circolarità

Per aiutare le imprese del food & beverage, dell’home & personal care e del retail a capire quanto sono circolari, GS1 Italy, in collaborazione con l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha messo a punto il tool operativo di misurazione Circol-UP. Importanti aziende del largo consumo ne hanno già provato l’efficacia. Vediamo alcune case history delle azioni di circolarità che hanno implementato in diverse fasi del ciclo di vita del prodotto.

I packaging circolari di Sutter Industries

Nelle aziende dell’home & personal care, la fase di design risulta essere quella in cui si realizzano le migliori performance di circolarità del settore. I maggiori punti di forza riguardano la progettazione dei prodotti, per i quali si cerca un punto di equilibrio tra durabilità e ridotto impatto ambientale, e la progettazione dei packaging. Questo percorso di innovazione è portato avanti anche grazie alla collaborazione con enti di ricerca, aziende e start up innovative.

Il quadro emerge dal monitoraggio effettuato con Circol-UP, il tool di misurazione delle performance di circolarità di GS1 Italy, su alcune importanti realtà industriali del settore, tra cui Sutter Industries, azienda specializzata in prodotti per la pulizia domestica e professionale, che da tempo si impegna nel rendere sempre più sostenibili gli imballaggi primari e secondari delle proprie referenze.

L’azienda da anni propone packaging:

  • Realizzati con una percentuale rilevante di materia prima seconda (PET e polietilene ad alta densità - HDPE riciclati) limitando così l’uso di plastica vergine.
  • Di grammatura ridotta, raggiungendo l’ottimizzazione dell’uso delle materie prime.
  • Che favoriscono un uso efficiente del prodotto da parte dell’utilizzatore.

Sutter.png Negli anni, Sutter ha incrementato l’efficienza materica dei processi, ottimizzando l’uso della plastica per flaconi, taniche, tappi e cappucci, della carta per gli imballi secondari e dell’acciaio per le bombole aerosol. Il perseguimento della riduzione della grammatura e dell’ingombro del packaging è avvenuto anche adottando soluzioni alternative, come ricariche e doypack, e attraverso la ricerca di imballaggi innovativi come il “pick a box”, un formato, dedicato agli utilizzatori della ristorazione e dell’hotellerie, costituito da una scatola di cartone riciclato con all’interno una busta in plastica contenente il prodotto concentrato. Per chiudere il cerchio, ha infine ricercato sistemi di dosaggio funzionali a razionalizzare il consumo dei prodotti limitandone gli sprechi da parte dei consumatori.

Questo percorso ha richiesto tempo, investimenti, personale dedicato e dialogo con i fornitori che a loro volta hanno dovuto rivedere le proprie soluzioni in un’ottica di sostenibilità, ma ha prodotto risultati concreti e misurabili: dal 2009 al 2017 Sutter Industries ha ridotto del 23% l’utilizzo di plastica in imballaggi, del 26% l’impiego della carta e del 31% quello dell’acciaio. «Siamo innamorati della magia della chimica, ma amiamo di più le persone e la loro vita» chiosa il risultato Aldo Sutter, titolare e ad dell’azienda.

A cura di Jessika Pini

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