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Brindo, la nuova soluzione per le etichette del vino

Ingredienti, tabella nutrizionale, materiali e modalità di smaltimento del packaging: numerose per i prodotti vinicoli le informazioni obbligatorie da comunicare ai consumatori. Con la piattaforma di etichettatura digitale di GS1 Italy Servizi adeguarsi è semplice e veloce

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Cambiamenti in arrivo per le etichette del vino. Dall’8 dicembre 2023 entra in vigore il Regolamento europeo 2021/2117, in base al quale i produttori di vino e di vini aromatizzati, come vermouth e sangria, saranno obbligati a specificare in etichetta sia l’elenco degli ingredienti e degli allergeni (come i solfiti) sia la tabella nutrizionale. Per adeguarsi mancano solo pochi mesi e a dover cambiare le proprie etichette sono la maggior parte dei produttori vinicoli; in effetti, ad oggi, sono pochissime le referenze sul mercato che riportano sulla bottiglia tali informazioni o che vi rimandano attraverso un QR code. La normativa infatti concede di indicarle sull’etichetta cartacea oppure di fornire un link collegato a un supporto digitale dove il consumatore possa consultarle.

Per rispondere a questa esigenza del mondo del vino, GS1 Italy Servizi (la società nata per supportare l’adozione delle soluzioni GS1 Italy, anche da parte delle imprese non associate) ha lanciato Brindo, uno strumento che consente alle aziende di comunicare al consumatore le informazioni obbligatorie e non, relative a ogni referenza tramite una pagina web dedicata alla quale si accede scansionando un QR code che si trova sull’etichetta della bottiglia.

Brindo è stato presentato in anteprima durante il Vinitaly nel convegno “Come ti digitalizzo il vino: dall’etichetta fisica al QR code” e presso lo stand di GS1 Italy Servizi, dove i produttori hanno potuto testarlo direttamente.

«Per un settore, come quello vinicolo, che non ha molta familiarità con il digitale, Brindo è una soluzione veloce, facile da gestire, poco costosa da implementare e sicura poiché tutte le informazioni sono validate dall’azienda titolare del prodotto», spiega Federico Mittersteiner, operation manager di GS1 Italy Servizi.

Comunicare con il consumatore, spazi di miglioramento

Su oltre 5 mila etichette di vino digitalizzate con Immagino (la soluzione di GS1 Italy Servizi che permette di creare il gemello digitale di un prodotto fisico con le immagini e tutte le informazioni presenti in etichetta), solo il 20% riportano un QR code, molti dei quali peraltro non risultano attivi, e di queste appena la metà danno informazioni ambientali di smaltimento per non parlare della tabella nutrizionale presente, direttamente o per rimando digitale, solo su numero irrisorio di bottiglie.

Le 5 mila bottiglie digitalizzate da Immagino equivalgono al 68% delle vendite di vino e spumanti in iper e supermercati in Italia, quindi costituiscono una base statistica rappresentativa del settore vinicolo. Partendo dallo stesso campione NielsenIQ ha condotto per GS1 Italy Servizi l’indagine “Le etichette dei vini e i bisogni degli italiani”:

«L’analisi – afferma Nicola De Carne, retail customer success leader di NielsenIQ – conferma la bassa propensione della categoria a comunicare con il consumatore anche informazioni a cui lo shopper in questi anni si è dimostrato sensibile, come quelle inerenti la sostenibilità ambientale e il packaging o che possono costituire elementi di differenziazione rispetto all’offerta presente sul mercato. Ad esempio il 50% delle bottiglie riportano indicazioni sugli abbinamenti, le più frequenti riguardano carni, pesce e crostacei, aperitivo, formaggi; ci sono però spazi ancora poco presidiati come gli abbinamenti con i piatti tipici, le zuppe, la pizza e la cucina vegana (vedi figura 1)».

Fig1_Brindo_Vinitaly_apr23.pngFigura 1 - Gli abbinamenti comunicati in etichettaFonte: NielsenIQ per GS1 Italy Servizi “Le etichette dei vini e i bisogni degli italiani” 2023

Altri sono gli spazi di informazione che possono essere implementati:

  • La temperatura di servizio è indicata solo sul 58% delle bottiglie vendute.
  • La sostenibilità del prodotto è raccontata solo sul 14% delle referenze vendute. Le espressioni descrittive più frequenti sono "sostenibile", "impegno per l’ambiente", "biodiversità", "uve autoctone", "uve raccolte a mano", mentre sul 34% delle etichette c’è un riferimento, seppur in chiave più generica, al rispetto della natura (vedi figura 2).
  • Il packaging: il 20,8% delle bottiglie riporta indicazioni sulla riciclabilità, il 3,9% sul tipo di materiale e l’1% sull’impiego di materia prima seconda.

Fig2_Brindo_Vinitaly_apr23.pngFigura 2 - La sostenibilità in etichettaFonte: Nielsen IQ per GS1 Italy Servizi “Le etichette dei vini e i bisogni degli italiani” 2023

Il settore è invece più sensibile all’indicazione di “italianità”, presente sul 78% delle bottiglie. A valore, le referenze originarie del Veneto guidano la classifica delle vendite con il 17,2% del giro d’affari nella grande distribuzione organizzata, seguite da Toscana (9,7%), Trentino Alto Adige (8,7%) ed Emilia-Romagna (7,3%). Dalla correlazione tra la gradazione alcolica e le scelte d’acquisto dei consumatori si evince infine la tendenza dei consumatori a prediligere vini con una percentuale di alcol più ridotta tra il 10,5 e il 12%.

Molto basso l’utilizzo del sito web e dei social per comunicare con i consumatori, vi si rimanda solo sul 7% delle etichette.

Ecco dunque che con Brindo si possono non solo ottemperare gli obblighi di legge, ma anche implementare le informazioni sul prodotto e sull’azienda, tutto ciò in sezioni distinte, come chiede la normativa, che impone di non mescolare le informazioni obbligatorie con comunicazioni di tipo commerciale o di marketing.

La tecnologia di Brindo, un passepartout globale

La chiave di accesso a Brindo è il QR code apposto sull’etichetta: il simbolo contiene un GS1 Digital Link, lo standard univoco globale realizzato da GS1 che collega il QR code alla pagina web di quella specifica referenza sulla piattaforma Brindo, nella quale sono raccolte informazioni B2B e B2C consultabili in qualsiasi momento dai consumatori e dagli altri stakeholder dell’azienda. Quindi con un unico link si possono comunicare per ogni referenza ingredienti, etichetta ambientale, certificazioni, consigli d’uso, notizie sull’azienda, ecc. Il tutto senza dover sviluppare (e mantenere) un sito o delle pagine dedicate e senza dover adottare soluzioni proprietarie basate su QR Code non strutturati.

«Infatti, a differenza degli URL (Uniform Resource Identifier) normalmente utilizzati dai portali web – precisa Emanuela Casalini, senior standard specialist di GS1 Italy – l’URL del GS1 Digital Link contiene il GTIN (Global Trade Item Number) del prodotto, cioè una sintassi standard internazionale che identifica a livello globale quella determinata categoria merceologica e lo specifico prodotto».

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Brindo è una pagina web mantenuta da GS1 Italy Servizi su indicazione del proprietario del marchio. «Le aziende possono inviarci le immagini del prodotto e le informazioni oppure inviarci la referenza da inserire e il team di GS1 Italy Servizi provvederà a realizzare le fotografie delle bottiglie, inserire le informazioni obbligatorie per legge attingendole dalle schede tecniche e darà vita alla pagina su Brindo che verrà validata dall’azienda alla quale verrà inviato il QR code corrispondente da apporre in etichetta», spiega Mirko Repetto, business development manager di GS1 Italy Servizi.

Oltre a rispettare il Regolamento 2021/2117 sull’obbligo di rendere noti ingredienti e tabella nutrizionale del vino, Brindo è integrato a un’altra piattaforma di GS1 Italy, Eco-logicamente, che risponde all’obbligo, dal 1 gennaio 2023, dell’etichetta ambientale, ovvero di indicare i materiali di cui è costituito l’imballaggio e le modalità di smaltimento.

Le zone grigie della normativa

Nonostante manchino pochi mesi all’entrata in vigore del Regolamento 2021/2117, ci sono alcune parti dell’applicazione della normativa che ancora non risultano chiare. Ripercorriamo con l’avvocato Silvia Gonzaga di Logos avvocati associati, il Regolamento e i punti su cui si attendono dall’Unione europea delucidazioni urgenti entro fine maggio.

  • Sia per l’indicazione degli ingredienti che della tabella nutrizionale, in deroga all’indicazione cartacea, è consentito il rimando al link digitale.
  • Per la tabella nutrizionale si ammette che sull’etichetta cartacea venga indicato solo il valore energetico per 100 ml espresso in Kj e Kcal e che per il resto della tabella nutrizionale si rimandi al supporto digitale al di fuori dell’etichetta del prodotto. Si attendono però delucidazioni su come si calcola la tabella nutrizionale, cioè se occorre usare coefficienti di conversione o se ogni operatore dovrà analizzare ogni annata.
  • Gli additivi sono a tutti gli effetti ingredienti del vino e vanno quindi indicati per esteso con la funzione che svolgono (conservante, regolatore di acidità, stabilizzante o gas d’imballaggio). Al momento è precluso l’uso delle sigle "E". È da definire la gestione dell’indicazione dei regolatori di acidità e degli stabilizzanti, cioè se consentire di inserire un’indicazione generica ed elencativa di tutti quei prodotti che potenzialmente il produttore può aver utilizzato per quella bottiglia.
  • I coadiuvanti tecnologici vanno inseriti se contengono un allergene.
  • Sia la tabella nutrizionale che l’elenco degli ingredienti non devono essere insieme ad altre informazioni commerciali o di marketing.
  • Il link digitale deve essere specifico per un determinato vino e la sua etichetta.
  • È prevista dalle disposizioni transitorie della norma la possibilità di smaltimento delle scorte, ovvero delle bottiglie etichettate prima dell’8 dicembre 2023; è invece in forse la deroga sulla produzione non ancora imbottigliata prima di quella data.

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A cura di Jessika Pini