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Pagamenti digitali: non si torna indietro

Prosegue la crescita dei pagamenti di prodotti e servizi con carta e smartphone, ma è forte anche l’interesse degli italiani per gli strumenti e le tecnologie più innovative: lo dice l’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano

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Agli italiani piace pagare con la carta e con lo smartphone anche per piccoli importi. I pagamenti digitali nel corso del 2022 sono arrivati a 8,5 miliardi di transazioni, in crescita di +18% rispetto all’anno precedente (che aveva beneficiato dell’effetto cashback) con uno scontrino medio di 47,2 euro.

Basterebbero solo queste cifre rilevate dall’ultima edizione dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano per rimettere nella giusta luce i tentativi dell’attuale Governo e il dibattito sulla riduzione del tetto al contante e l’innalzamento della soglia di non punibilità a 60 euro per chi rifiuta di accettare la carta.

Del resto le continue e veloci innovazioni nel settore – dall’open banking ai pagamenti invisibili, dai pagamenti indossabili alle banconote digitali (Cbdc) – rischiano di rendere vintage persino… le carte di credito. Non senza gli opportuni interventi regolatori. Come afferma Irene Tinagli, presidente della Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo, «in particolare la moneta digitale costituisce un contributo per creare un sistema monetario aperto, sicuro, competitivo, che supporti l’innovazione e serva l’interesse pubblico, perché il sistema monetario è un bene pubblico che permea la vita quotidiana di tutti. Quindi lo sviluppo tecnologico del denaro potrebbe portare grandi benefici. Però le sue conseguenze dipendono dalla struttura del mercato e dagli accordi di governance che lo sostengono. Dovremo quindi fare molta attenzione a come costruiremo questi nuovi sistemi perché dietro i benefici della tecnologia si celano anche i pericoli di un forte potere di mercato e di concentrazione dei dati. Il lavoro del Parlamento europeo sull’euro digitale si sta focalizzando su alcune direttrici che saranno discusse e daranno origine a un regolamento che dovrebbe vedere la luce nella seconda parte dell’anno, riconducibili alla facilità di accesso e di uso da parte di tutti i cittadini europei, approfondendo anche tutte le salvaguardie possibili in tema di privacy e di utilizzo dei dati. Per quanto riguarda poi i pagamenti innovativi il Parlamento europeo sta inoltre lavorando alla revisione della direttiva PSD2 e al regolamento sui pagamenti istantanei. Senza tralasciare il tema dell’open finance e del regolamento che abbiamo realizzato sulle cripto attività, concluso nel giugno scorso».

Il contactless sopra tutti

I dati dell’Osservatorio confermano quanto già i risultati del 2021 lasciavano intravedere quando, secondo i dati della BCE, sebbene l’Italia fosse ancora al ventiquattresimo posto in Europa per numero di transazioni con carta (114 transazioni pro-capite all’anno), registrava già una crescita record del 33,6%. Dunque riguardo ai pagamenti elettronici era stato fatto un salto in avanti. Dal quale è ben difficile tornare indietro.

Nel 2022 il transato con strumenti di pagamento digitale in Italia continua infatti a crescere a doppia cifra e si attesta a 397 miliardi di euro (pari al 40% dei consumi), un valore che include sia i pagamenti basati su carte e wallet (390 miliardi, in crescita del +18% rispetto al 2021, anche se una parte è dovuta all’effetto inflazione), sia i pagamenti basati su conto corrente (7 miliardi).

La crescita generale si riflette su tutte le componenti, sin da quelle più tradizionali,come le carte, dove il 75% delle transazioni effettuate in negozio sono sotto i 50 euro. A fare la parte del leone sono i pagamenti contactless con carta o telefono che raggiungono i 186 miliardi di euro (+45% sul 2021), grazie alla loro diffusione (97 milioni le carte attive) e alla capillarità della rete di accettazione con i Pos contactless, che raggiungono i 2,7 milioni di dispositivi, il 90% dei tre milioni installati. Dalle carte senza contatto si generano 4,5 miliardi di scontrini del valore medio di 41,5 euro.

Fig1_Oss_InnovPayments.jpgFigura 1 – Il transato in Italia nel 2022 con pagamenti digitaliFonte: School of Management del Politecnico di Milano “Osservatorio Innovative Payments” 2023

I pagamenti innovativi

I nuovi metodi di pagamento registrano un valore di 20,3 miliardi di euro (+107%) e l’e-commerce rappresenta il 12%.

Una componente fondamentale della crescita dei pagamenti innovativi è rappresentata, anche in Italia, dai pagamenti da smartphone e da dispositivi wearable in negozio (16,3 miliardi di euro). Nel corso del 2022, infatti, gli italiani hanno effettuato pagamenti con lo smartphone per 15,5 miliardi di euro (+119% rispetto al 2021). Le transazioni con lo smartphone sono 840 milioni con un transato medio pro capite dei 6,4 milioni di utenti pari a 2.420 euro circa all’anno. I wearable payment valgono invece 835 milioni di euro (+204%), con uno scontrino medio di 32 euro. «Di questi si prevede una crescita importante nel futuro grazie al consolidamento a livello tecnologico – commenta Valentina Grilli, director di Pwc – ma si affiancheranno agli altri e non vi sarà un effetto di sostituzione».

I pagamenti con smartphone fuori dal negozio raggiungono i 4 miliardi di euro, una cifra significativa soprattutto per il numero delle transazioni che abilitano, tutte di piccolo o piccolissimo importo (si pensi alla mobilità), che aiutano alla diffusione dell’utilizzo di questo sistema di pagamento. Di rilievo sono il valore e la crescita delle transazioni confermate dallo smartphone nel quadro della strong customer authentication.

Fig2_Oss_InnovPayments.jpgFigura 2 – I mobile payment fuori dal negozio nel 2022Fonte: School of Management del Politecnico di Milano, “Osservatorio Innovative Payments”, 2023

Gli italiani e i pagamenti digitali

«Il settore dei pagamenti si dimostra quindi vivace e innovativo anche nel nostro paese, dimostrando un netto cambio di tendenza: sono sempre di più i consumatori e gli esercenti che scelgono quotidianamente questi strumenti», illustra Valeria Portale, direttrice dell’Osservatorio Innovative Payments.

Che sull’utilizzo dei pagamenti digitali ha svolto un’indagine con Ipsos su un campione di duemila 18-75enni rappresentativi di 43,3 milioni di italiani. Suddivisi in cinque cluster omogenei in base al loro Technology Readiness Index (TRI), ossia un indice che misura il grado di propensione dei rispondenti verso l'utilizzo di prodotti tecnologici in funzione della prevalenza di fattori trainanti (ottimismo e innovatività) o inibitori (disagio e insicurezza). «In generale 36.3 milioni di italiani (84%) – spiega Ivano Asaro, direttore dell’Osservatorio – dichiarano di utilizzare almeno una tipologia di carta di pagamento per pagare (online o in negozio) e 6,4 milioni (15%) dichiarano di utilizzare soluzioni di mobile payment. Naturalmente i pionieri, gli esploratori utilizzano carte e smartphone sopra la media, ma anche gli attendisti utilizzano le carte nel 90% dei casi (molto meno lo smartphone (17%). Sotto la media sono gli esitanti e i riluttanti».

Fig3_Oss_InnovPayments.jpgFigura 3 – Gli utenti dei pagamenti digitali Nota: nei tondi le percentuali dei tipi di utenti sulla popolazione Fonte: School of Management del Politecnico di Milano, “Osservatorio Innovative Payments”, 2023

«Il 51% del campione – aggiunge Fabrizio Andreose, business developer manager - financial services di Ipsos – è intenzionato a utilizzare in futuro i pagamenti digitali, percentuale che cresce considerevolmente tra i 18-35enni “agiati” e tra chi già li utilizza, essenzialmente per tre motivi principali:

  • La semplicità.
  • Il controllo delle spese.
  • La comodità.

La sicurezza, che ancora l’anno scorso era una barriera, non è più una criticità. Bisogna solo convincere chi non li usa a sganciarsi dall’abitudine di utilizzare i contanti».

Quanto ai pagamenti innovativi che guardano oltre lo smartphone, i consumatori italiani mostrano una particolare propensione ai sistemi che consentono di pagare al ristorante direttamente dal tavolo (35%) e di effettuare checkout intelligente nei negozi (31%), ma non trascurano i pagamenti attraverso gli smart object, dalla smart car (22%) per pagare servizi e acquisti direttamente dal cruscotto dell’auto collegata a internet ai frigoriferi che riconoscono e acquistano i prodotti in esaurimento (13%) agli assistenti vocali (13%).

Il fenomeno buy now pay later

Tra i servizi correlati al pagamento che stanno destando interesse tra i consumatori c’è sicuramente il buy now pay later (Bnpl). La sua crescita ha caratterizzato il 2021 e si è confermata anche nel 2022, contribuendo all‘aumento dei pagamenti digitali.

Il 13% degli italiani lo ha già utilizzato per uno o più acquisti online e/o in negozio, mentre il 33% ha dichiarato che utilizzerebbe il servizio in futuro (percentuale che sale al 67% se si considerano anche gli indecisi). Nel 2022 sono stati transati 2,3 miliardi di euro con questo servizio, con una crescita del +253% rispetto al 2021. L’86% del valore è stato transato online, portando il Bnpl a raggiungere il 4% circa di penetrazione dell’e-commerce. «Rimangono tre interrogativi – afferma Matteo Risi, ricercatore dell’Osservatorio – sugli sviluppi futuri di questo sistema: il cambiamento dei business model che stanno già avvenendo, i dubbi sulla sostenibilità del modello dall’impatto dell’inflazione ai rischi di indebitamento del consumatore, per finire con l’impatto della normativa». Gli operatori dal canto loro ragionano sulle estensioni della rateizzazione del pagamento dopo trenta giorni dall’acquisto e su programmi di fidelizzazione (Klarna) e sullo sviluppo del Bnpl nei punti vendita con soluzioni facili e piacevoli per l’utente finale (Scalapay, che ha appena ottenuto la licenza di pagamento dalla Banca d’Italia).

Quale sarà l’evoluzione dei pagamenti digitali? Fermo restando che l’obiettivo di tutti gli operatori è mettere a punto soluzioni e strumenti rispondenti alle richieste dell’acquirente e dell’esercente (semplicità e velocità di esecuzione, trasparenza, inclusività) con la messa a punto di servizi a valore aggiunto per entrambi, cresce l’attenzione sui digital wallet. In particolare è rivolta al tema dell’identità digitale come abilitatore non solo di pagamenti. La recente revisione del regolamento eIDAS ha proprio lo scopo di introdurre nel 2024 l’European Union Digital Identity Wallet (EUDI wallet), ossia un insieme di servizi certificati che permette agli utenti di richiedere, conservare e condividere le informazioni personali per accedere ai servizi online e firmare documenti elettronici. E per pagare.

A cura di Fabrizio Gomarasca @gomafab