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Codici bidimensionali, il futuro è già qui

GS1 Digital Link, i codici QR e DataMatrix aprono la porta di accesso a una grande quantità di informazioni e dati, grazie al collegamento con il web, e sono destinati a migliorare l’esperienza dei consumatori e l’efficienza della supply chain. In tutti i settori

Codici2D.png Il sistema del largo consumo e del retail è alle soglie della più importante trasformazione dall’invenzione del codice a barre. La fine del 2027 è infatti la data fissata dal board di GS1 affinché i Pos installati nei negozi siano in grado di leggere ed elaborare sia i vecchi sia i nuovi codici a barre bidimensionali (QR code o DataMatrix).

La disponibilità di una grande quantità di informazioni presenti in rete e la prevalenza dei dati nello sviluppo delle relazioni operative e commerciali tra le imprese sono stata la molla che ha spinto questa rivoluzione: i codici bidimensionali infatti possono ospitare un numero maggiore di dati in uno spazio più ridotto rispetto all'attuale codice a barre lineare, come la data di scadenza, il numero di lotto o di serie e naturalmente il GTIN, l’identificatore univoco del prodotto alla base del codice a barre così come lo conosciamo oggi. Associando ad essi un URL web si realizza un collegamento diretto con il sito del produttore o del retailer che dà accesso a informazioni aggiuntive oggi sempre più indispensabili: si tratti della composizione e degli ingredienti, della presenza di allergeni, dell’origine del prodotto e delle tecniche di trasformazione e di produzione, delle ricette con foto e video, delle recensioni e i giudizi di altri consumatori e altro ancora.

«L’adozione dei codici a barre 2D rappresenta una rivoluzione. Rivoluzione perché a 50 anni dalla sua introduzione, il barcode moltiplicherà i suoi utilizzi, diventando uno strumento per comunicare con il consumatore, agevolare la tracciabilità e ridurre gli sprechi, con importanti benefici per tutta la filiera» commenta Emanuela Casalinisenior standard specialist GS1 Italy.

Coltellino svizzero

È questo lo standard GS1 Digital Link, una vera e propria porta di accesso alle informazioni legate al prodotto, in sostanza al suo gemello digitale, che crea un collegamento immediato tra il prodotto fisico e ciò che lo riguarda in ambito digitale. Certo, la lettura con lo smartphone del codice QR presente sulle confezioni avviene già da qualche tempo ed è entrata regolarmente nelle abitudini delle persone che vogliono saperne di più quando hanno tra le mani un prodotto. Ma il GS1 Digital Link ha una marcia in più perché si collega con il GTIN e quindi le informazioni sono relative a quello specifico prodotto e non ad altri.

Con benefici per tutti. Perché, secondo le parole di Phil Archer di GS1 Global, si passa dal trasferimento di un numero lineare a una sorta di coltellino svizzero che contiene un mondo di opportunità e collega alla tracciabilità, al richiamo dei prodotti, alle informazioni per i consumatori, alle operazioni in store e di magazzino, ai motori di ricerca e allo shopping online, ma anche alle informazioni per medici e pazienti nella sanità, ai manuali di istruzioni in tutte le lingue, ai coupon e alle promozioni e, in sostanza, riguarda tutti i settori. Semplicemente perché il codice a barre è connesso al web. E si apre a una nuova vita.

Quattro esempi

Qualche esempio aiuta a comprendere meglio quali opportunità offre il codice bidimensionale per la sua estrema flessibilità e molteplicità di funzioni in base a molti fattori:

  • Chi scansiona il codice a barre.
  • Dove viene scansionato.
  • Quali funzionalità sblocca.
  • Quali dati sono necessari, grazie proprio agli standard globali che assicurano l’interoperabilità.

Il primo riguarda l’esperienza del consumatore. Un consumatore che desideri informazioni nutrizionali più dettagliate e ricette per un preparato per torte può utilizzare il proprio smartphone per scansionare un codice QR sulla confezione che contiene un URI (Uniform Resource Identifier) GS1 Digital Link. Il dispositivo potrebbe indirizzare quindi a una pagina web sul sito del produttore che fornisce quanto richiesto, oltre ad altre informazioni sul prodotto e ulteriori esperienze di marca. Se lo stesso consumatore utilizza un'app del retailer per scansionare lo stesso codice a barre, può essere collegato ad altre funzionalità, come ordinare prodotti, raccogliere punti fedeltà e condividere la propria esperienza con gli amici sui social media.

Un secondo esempio è relativo alla supply chain. GS1 Digital Link consente il collegamento dei partner commerciali a fonti di dati pertinenti e autorizzati dal produttore, riguardanti per esempio la sicurezza dei prodotti, le indicazioni per la manipolazione sicura, il trasporto, lo smaltimento, le gerarchie di imballaggio e i planogrammi.

Le soluzioni di tracciabilità inoltre possono essere notevolmente migliorate dall'uso del GS1 Digital Link, che consente di identificare lotti specifici di prodotti (o anche prodotti serializzati). Questi dati aggiuntivi nel codice a barre possono supportare il collegamento a informazioni sulla provenienza, sul ritiro e sulla scadenza del prodotto. I rivenditori possono risparmiare una quantità significativa di tempo - ed evitare di perdere ricavi e fiducia nel marchio - localizzando e rimuovendo rapidamente i prodotti dagli scaffali con maggiore precisione.

Infine nella sanità, utilizzando un'app in grado di leggere il GTIN del prodotto farmaceutico codificato nel codice a barre GS1 DataMatrix presente sulla confezione, il paziente viene reindirizzato a un foglietto informativo elettronico e, grazie a una semplice impostazione del suo smartphone, potrà leggerlo nella sua lingua preferita. L'applicazione "conosce" le regole dello standard GS1 Digital Link, quindi utilizza i dati del codice a barre per collegarsi a un servizio di resolver concordato dal settore per trovare la fonte del foglietto.

Per raggiungere questi risultati il cammino è meno lungo di quanto si creda e il 2027 è vicino, non solo perché ogni smartphone è in grado di leggere i codici bidimensionali, ma perché i retailer continuano ad aggiornare i loro scanner fissi e portatili per poter elaborare i codici 2D, tanto che si prevede che entro la fine di quest’anno oltre il 50% dei retailer globali sarà in grado di gestire i codici bidimensionali accanto ai tradizionali codici a barre. Questi distributori continueranno il loro lavoro - in molti casi anche in futuro - ma di certo il potenziale dei codici bidimensionali apre le porte a nuove e forse ancora sconosciute soluzioni di business per le imprese di tutti i settori.

A cura di Fabrizio Gomarasca @gomafab