Sicuro che il tuo codice a barre verrà letto senza problemi?
Ogni anno sono circa 2.500 le nuove aziende che richiedono un codice a barre per poter cominciare a lavorare con la grande distribuzione. Il barcode, questa sequenza di barre e di cifre, che ormai fa parte dell'esperienza quotidiana di ciascuno, tanto da non prestargli più quasi attenzione, è invece il perno sul quale ruota l'efficienza del largo consumo.
Nella continua azione a supporto delle imprese, Indicod-Ecr propone oggi un nuovo servizio di certificazione e validazione della codifica secondo gli standard GS1.
«Ci rivolgiamo soprattutto alle nuove aziende», dichiara il direttore della gestione e dello sviluppo associati Stefano Bergamin. «Chi si iscrive a Indicod-Ecr per la prima volta è spesso una piccola o micro impresa che non ha la struttura interna né le competenze che la corretta gestione del codice richiede».
Il servizio comprende infatti l'analisi delle codifiche secondo gli standard Iso (qualità e caratteristiche tecniche), un report secondo le specifiche tecniche internazionali GS1 e una dichiarazione di conformità GS1. La certificazione riguarda sia il codice nella sua veste definitiva sulla confezione, sia sugli imballaggi secondari e sui pallet.
Quello della qualità della codifica non è un problema di poco conto: anche se coinvolge solo l'1,2% dei prodotti che passano a scanner, ben il 20% delle transazioni, intese come carrello della spesa, contiene almeno un prodotto critico. Senza considerare le mancate letture che riguardano la logistica delle merci e la distribuzione industriale, quasi mai segnalate e comunque difficili da intercettare. Anche sugli imballi secondari la qualità è abbastanza scarsa sia perché i codici sono più complessi sia perché il tipo di supporto rende più facile produrre una codifica di bassa qualità.
«Ogni mancata lettura significa inefficienza alle casse, quella più visibile, e nelle varie fasi di distribuzione delle merci», puntualizza Stefano Bergamin. Ciascun evento provoca delle reazioni che vanno dal rifiuto delle merci in entrata (pratica diffusa all'estero), fino al delisting del prodotto da parte del retailer, senza tralasciare il fatto che la dichiarazione di conformità viene di norma richiesta a chi fornisce i distributori esteri e può essere utilizzata nei casi di controversie tra retailer e azienda produttrice.
«Il controllo qualità, che viene fatto su modelli reali prima dell'entrata del prodotto nel ciclo distributivo, è di due tipi», chiarisce ancora Stefano Bergamin. «Il primo riguarda la qualità di stampa del barcode e la sua leggibilità. Il secondo, basato sugli standard GS1, si concentra sulla coerenza del processo di codifica: che cioè la sequenza di numeri sia leggibile e che sia stata correttamente attribuita a uno specifico prodotto. Se si riscontrano delle non conformità, vengono indicati i parametri da correggere per rientrare nella norma».
Ma non è tutto. Da aprile questo servizio sarà affiancato da un'attività di formazione di base per affrontare le tematiche della codifica. Entrambi i servizi sono gratuiti per le aziende che si iscrivono per la prima volta a Indicod-Ecr.
È possibile attivare il servizio di verifica e di certificazione GS1 compilando un semplice form online sul sito Indicod-Ecr.
Per ulteriori informazioni, visita la pagina dedicata al servizio oppure contatta l'Assistenza Associati di Indicod-Ecr.
A cura di Fabrizio Gomarasca