Farmaci OTC: tempo di bilanci
Supermercati e ipermercati rappresentano davvero una minaccia per le farmacie? Sembrerebbe di sì. Le farmacie italiane sono più di 17mila, mentre i punti vendita che hanno iniziato a commercializzare farmaci da banco, tra grande distribuzione e parafarmacie, non raggiungono il migliaio. Nonostante questa consistente inferiorità numerica, le preferenze dei consumatori mostrano una netta preponderanza della gdo. Secondo un’elaborazione su dati Nielsen risalenti a marzo 2007, le vendite medie settimanali di farmaci OTC vedono gli ipermercati dominare la situazione con 1.900 confezioni, contro le 390 delle farmacie e le 220 delle parafarmacie.
Numeri molto eloquenti, se si considera che l’assortimento medio di un supermercato comprende 180 referenze, mentre quello di una farmacia, con 900 referenze, è molto più ricco. Se è vero che - dato il numero ridotto di corner farmaceutici - il peso dei canali rivela un rapporto schiacciante a favore delle farmacie, che veicolano il 97,3% del totale farmaci da banco, mentre la grande distribuzione veicola i due terzi della restante quota, è anche vero che i consumatori hanno mostrato di apprezzare molto la possibilità di acquistare farmaci al supermercato. E considerando che i farmaci OTC possono fruttare alla gdo un giro d’affari di 600mila euro all’anno (120mila euro alle farmacie e 60mila alle parafarmacie) e creare traffico di clienti, trainando anche le vendite del corner parafarmaceutico, si può facilmente intuire come sia nell’interesse della distribuzione moderna aumentare i punti vendita dotati di corner, nonostante il costo relativo alla presenza del farmacista. Si stima che il prossimo anno possano aggiungersi altri 100-150 angoli farmaceutici nel mass market.
Tutto sembra indicare la crescita di questa tendenza, sia i numeri, sia il favore che l’iniziativa ha incontrato in sede parlamentare. È di pochi giorni fa, infatti, l’approvazione da parte della Camera dell’emendamento che permetterebbe alla distribuzione di vendere anche farmaci di tipo C, quelli acquistabili solo con ricetta e non rimborsati dal servizio pubblico.
Ma il favore del pubblico da cosa dipende? Sicuramente i prezzi più bassi possono attirare. È vero che le farmacie stanno applicando sconti medi del 10%, con punte più alte sui farmaci venduti anche in gdo, ma dall’analisi delle prime 15 referenze a più elevata rotazione - responsabili di oltre il 30% del giro d’affari complessivo dei farmaci da banco - effettuata da IMS Health e IRI Information Resources emerge che i corner della gdo applicano uno sconto medio ancora maggiore: del 23,3%. Ma non sembra essere il prezzo il fattore dominante che determina il successo di questi corner. Da un’indagine IRI (Shopper Insight) emerge che la ragione principale (per l’82% degli intervistati) risiede nella comodità di poter acquistare tutto in uno stesso punto vendita e nel risparmio di tempo che ne deriva.