La tecnologia Rfid trova terreno fertile in Giappone
FamilyMart, Itochu e Toshiba Tec hanno dato vita ad un esperimento di checkout automatico che consente l’identificazione simultanea di tutti gli item acquistati grazie all’impiego di tag Rfid. Il test è partito in un convenience store FamilyMart di Minato-ku (Tokyo) ed interessa circa 500 item. Quando il cliente appoggia il cestello con i prodotti sul bancone del checkout, il sistema legge tutti i prezzi nel giro di un secondo, senza nessun tipo di intervento da parte del personale.
Il processo di checkout può essere ulteriormente sveltito se il cliente dispone di carta di pagamento Rfid contactless tipo Suica. “Includendo il tempo per le procedure, come l’imbustamento, il cliente impiega in totale meno di 10 secondi per passare dalla cassa”, spiega Yasuhiko Takahashi, portavoce di Itochu, gruppo che detiene una quota del 30% di FamilyMart, terza catena retail nipponica in ordine di grandezza. L’esperimento fa parte di un ampio progetto avviato dal Meti (il ministero giapponese dell’economia, commercio e industria) teso alla sperimentazione dell’identificazione in radiofrequenza in diversi settori, dal retail all’industria, dalla farmaceutica alla difesa.
Un’altra interessante applicazione in ambito retail è quella che vede impegnati Jujitsu, Jusco e Dai Nippon nel lancio di Shopping Navis Wagon, un carrello per la spesa con schermo Lcd e lettore Rfid. Il carrello è stato sviluppato per uno dei test pilota del Japanese Future Store Project, condotto nel periodo dal 6 febbraio al 12 marzo. Venticinque di questi carrelli sono stati introdotti nel punto di vendita Jusco Yachiyo Midorigaoka. Oltre 500 etichette Rfid sono state applicate agli scaffali ed i clienti utilizzano scanner portatili per leggere i tag ed ottenere informazioni di vario tipo: caratteristiche dei prodotti, istruzioni per l’uso, videoclip commerciali ecc. Inoltre, grazie al computer montato sul carrello, i consumatori possono richiamare sul display ricette, visualizzare il layout del negozio e scoprire l’ubicazione dei prodotti che desiderano acquistare. L’idea è quella di offrire il massimo delle informazioni al cliente nel momento in cui sta effettuando gli acquisti.
Questa sperimentazione si rifà, in parte, alla storica esperienza del Future Store del gruppo Metro, ormai giunta alla sua seconda generazione.