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La rivolta del parmesan

Tra pochi giorni gli Stati Uniti decideranno le sanzioni su alcuni prodotti europei. Uve, vini, agrumi e formaggi italiani rischiano di pagare un prezzo altissimo

Make Parmesan great again. I dazi statunitensi verso l’Europa approvati dal Wto, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, rischiano di fare molte vittime nel reparto agroalimentare italiano. Tra questi, il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano. La folle guerra commerciale partita dagli aiuti di stato per l’europea Airbus contro la statunitense Boeing potrebbe alla fine colpire vini, agrumi e succhi di frutta italiani. Un passo forse breve per Donald Trump, ma che sfugge alla logica. E i produttori non staranno certamente a guardare. La nota diffusa del direttore generale del Consorzio Grana Padano Stefano Benni promette di portare la protesta davanti alle basi americane presenti in Italia se la Casa Bianca andrà fino in fondo sulle sanzioni. Punti strategici come quello di Vicenza potrebbero presto trovarsi una folla inferocita come non se ne vedeva dai tempi della protesta No Dal Molin. Tempo per una rettifica c’è ancora, visto che tra solo qualche giorno verrà reso noto l’elenco dei prodotti colpiti da sanzioni sul Federal Register. Se la decisione non cambierà, il prossimo viaggio in Italia di Trump, che potrebbe presto essere calendarizzato tra novembre e dicembre, rischia di diventare improvvisamente più difficile.

“Le cifre parlano chiaro: i dazi americani sui prodotti italiani rischierebbero di avere un impatto simile a quelli russi, ma moltiplicati per dieci”.

Prendiamo il Parmigiano. La stima fatta dal Consorzio dice parecchio sull'effetto che eventuali sanzioni, stimate tra i 5 e i 10 miliardi di dollari, potrebbero avere sul mercato a stelle e strisce del formaggio italiano. Nel 2018 10 mila tonnellate di parmigiano sono giunte oltreoceano, il mercato più importante dietro solo a quello francese. Con i dazi i consumi crollerebbero dell’80/90% e 400 mila forme verrebbero così dislocate verso altri paesi, con conseguente crollo dei prezzi che andrebbe a ripercuotersi sui piccoli produttori. «Il crollo per i formaggi italiani sarebbe seguito a ruota da una crisi degli altri reparti dell’agroalimentare italiano. Vini, agrumi, uva, marmellate, succhi di frutta subirebbero un tracollo se i dazi venissero confermati» dichiara Lorenzo Bazzana, responsabile di Coldiretti. A rischio ci sarebbero anche altre eccellenze del nostro settore agroalimentare, come gli spumanti e il Marsala.

“Il Parmesan, il Barollo, il Prisecco o il Tuscany Salama sono già oggi realtà in molti Paesi ma in un regime di dazi si moltiplicherebbero a dismisura”.

Chi ne beneficerebbe? I falsi d’autore. Ogni anno prolifera nel mondo l’Italian Sounding, prodotti fintamente italiani ma che in realtà non lo sono.

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