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Assemblea Federalimentare 2 / Le politiche per l'alimentare

Strategicità dell’agroalimentare

«Stiamo uscendo da una fase storica in cui l’agricoltura è stata percepita come un settore residuale e l’agro-alimentare non è stato considerato un asset fondamentale sul quale investire», ha detto Mario Catania, ministro delle Politiche agricole. «Per molti anni l’Italia ha puntato su altri settori che, dopo una fase positiva, sono presto tramontati. Credo che oggi, invece, ci sia una diffusa consapevolezza di quanto il comparto agro-alimentare possa svolgere un ruolo strategico per il paese e possa esprimere in maniera efficace valori come la qualità, l’innovazione e la tradizione, indispensabili per consentirci di competere sul palcoscenico globale».

«L’agro-alimentare», gli ha fatto eco Corrado Passera, ministro per lo Sviluppo economico, «è uno dei comparti meglio in grado di trainare l’Italia fuori da questo momento di difficoltà comunque superabile. Che possiamo farcela lo state dimostrando proprio voi imprenditori dell’industria alimentare, con la vostra capacità diffusa d’applicare la regola aurea della crescita sostenibile, ossia di mettere insieme innovazione e internazionalizzazione. Avete infatti saputo costruire marchi forti e riconoscibili, che hanno dato un contribuito determinante all’affermazione di quel meta-marchio che è il made in Italy. Pugnale fra i denti, avete realizzato ciò che imprenditori di altri settori vorrebbero, ma sarà molto difficile potranno realizzare: vi siete resi riconoscibili e proponete prodotti che i consumatori di tutto il mondo desiderano e percepiscono di qualità superiore».

Le criticità da affrontare

Pur rivolgendosi a una platea d’imprenditori con qualche asso in più nella manica (si veda articolo Federalimentare 3), i due esponenti del governo non hanno minimizzato le criticità che il comparto agro-alimentare e il paese sono chiamati ad affrontare.
«L’elemento di maggior criticità», ha riconosciuto Catania, «è la contrazione dei consumi interni, destinata a confermarsi fin tanto che l’economia italiana ed europea non si rimetteranno in moto. Ci sono poi diverse altre questioni aperte. Posso però dire che, nel lavoro che stiamo facendo come Governo, abbiamo chiarissime le situazioni di difficoltà e abbiamo la volontà di dare risposte efficaci nei tempi più brevi possibili. Certo, alcune criticità sono complesse da affrontare, tanto più in un contesto economico difficile come l’attuale, ma lo spirito con cui lavoriamo è quello di dare delle risposte concrete».

Food tax

Sul tema scottante della ventilata tassa sul junk food, Catania si è dichiarato contrario. «Sono convinto», ha detto il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, «che sarebbe un grave errore decidere d’introdurre nuove tasse a carico del comparto, giustificandole e collegandole con l’esigenza di dare indicazioni di modello alimentare. Ne ho già parlato diffusamente con i tecnici del ministero della Salute e, insieme al vostro presidente Ferrua, con il ministro della Salute, Renato Balduzzi. E mi sono consultato anche con il ministro Passera. È insomma diffusa nel Governo la consapevolezza che sarebbe un errore introdurre un’imposta di questo tipo. Dobbiamo semmai lavorare su programmi d’educazione alimentare sui quali mi auspico una fattiva collaborazione da parte vostra. Una corresponsabilità negli stili di vita, nel modello alimentare sono infatti fondamentali».

«Abbiamo fatto tantissimo in Europa», è intervenuto Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, «per bloccare, nel regolamento comunitario sull’informazione ai consumatori, la deriva tutta nordeuropea di targare con il semaforo rosso, giallo e verde i prodotti alimentari in funzione del maggiore o minore contenuto di grassi e zuccheri. Introducendo una food tax in Italia non solo ci contraddiremmo, ma finiremmo per tassare il meglio del made in Italy alimentare. Gli imprenditori dell’agro-alimentare italiano hanno piuttosto bisogno di strumenti che li aiutino a essere più forti e competitivi, a vincere la sfida di raddoppiare la quota di export che oggi ammonta a 30 miliardi, se comprendiamo anche quelle di derrate agricole non trasformate».

Nonostante prese di posizione così nette di Catania, De Castro e Passera contro una tassa sui cibi cosiddetti poco salutari, la sua introduzione non pare a oggi del tutto scongiurata.

Supporto all’export e alla competitività

A proposito di export Passera ha richiamato l’attenzione della platea sul lavoro del governo per rendere più efficaci strumenti come l’Ice, riportato in vita con un’organizzazione più orientata la mercato e meno burocratica di prima. Un ente nel cui consiglio d’amministrazione, oggi più snello, è stato riservato un posto proprio per un rappresentante del comparto agro-alimentare. «Siamo anche impegnati», ha evidenziato Passera, «a far in modo che la Cassa Depositi e Prestiti, la Sace e la Simest funzionino maggiormente come un polo unico di finanza per assistere le imprese nei loro progetti d’internazionalizzazione».

In un’ottica di sostegno alla competitività, Passera ha ricordato come il Cipe abbia sbloccato 25 miliardi di fondi pubblici, che potranno diventare 80-100, per la cantierizzazione di numerosi progetti infrastrutturali da lungo attesi. E come il Governo stia lavorando alla liberalizzazione del settore dell’autotrasporto e alla valorizzazione del trasporto ferroviario e dell’intermodalità, oltre ad aver già trovato le risorse per colmare buona parte del digital divide.
Entrambe i ministri hanno inoltre ribadito l’impegno del Governo nello scongiurare il previsto aumento del 2% delle aliquote Iva nell’ultimo trimestre 2012. Aumento che, riconoscono, avrebbe effetti recessivi, ma dovrebbe potersi scongiurare con i fondi reperiti grazie alla spending review in atto.

Misure per la crescita

Catania è tornato a sollecitare la collaborazione di tutti nel migliorare e modernizzare la filiera agro-alimentare, instaurando rapporti nuovi e più diretti con la parte agricola, che la rendano più integrata, capace di proporsi in maniera più forte, di programmare i volumi dell’offerta in funzione delle previsioni dei volumi della domanda. In tema di crediti Iva, ha assicurato l’erogazione in tempi brevi di più di quanto sia stato restituito in tutto il 2011 e il suo impegno, insieme al ministero dell’Economia, perché sia presa in considerazione la situazione di quei comparti che sono strutturalmente creditori d’Iva.

Per parte sua Passera ha ricordato l’importanza della lotta all’evasione per alleggerire la pressione fiscale, pur salvaguardando l’equilibrio dei conti pubblici. Ha chiarito che il criterio seguito nel riordino degli incentivi all’innovazione è quello di far sì che siano erogati in base a pochi meccanismi, soprattutto legati al credito d’imposta automatici, prevedibili e gestibili dal punto di vista amministrativo anche dalle Pmi. Ha promesso in tempi brevi il varo del piano energetico nazionale, coerente con le scelte in fatto d’energie rinnovabili, e la nascita d’istituti tecnici superiori per colmare una lacuna dei sistema formativo nazionale. Ha rammentato che già con il cosiddetto decreto SalvaItalia sono state previste l’erogazione di 13 miliardi di euro per premiare sotto forma di Ace (Aiuto crescita economica) e Irap gli imprenditori che investono nella loro azienda e assumono e la dotazione del Fondo centrale di garanzia di 20 miliardi di euro da destinare al finanziamento d’imprese che non erano del tutto bancabili. E ha chiuso il suo intervento confermando l’impegno del Governo sul progetto Expo 2015.

A cura di Luisa Contri


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