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Che cosa mangeremo nel 2022

Come ogni anno, qualche idea e qualche tendenza sul futuro dei nostri pasti, sulle nostre scelte alimentari e su che cosa sarà della ristorazione. Non abbiamo la sfera di cristallo, ma proviamo a guardare a ciò che ci racconta il presente per immaginare i prossimi mesi

LinkiestaMangeremo2022_Articolo.jpgL’osservatorio privilegiato sul nuovo anno gastronomico, quello che detta spesso le tendenze, arriva dal magazine di Whole Food, una delle maggiori insegne internazionali nell’ambito della GDO, che da tempo racconta il mondo della cucina e del cibo oltre a vendere prodotti ai consumatori inglesi e americani.

Dalle sue pagine scopriamo molto di ciò che sarà: l’osservatorio è fatto su un target anglosassone, ma possiamo comunque delineare le linee guida anche qui da noi, perché il mondo è ormai globalizzato anche per ciò che concerne la nostra nutrizione.

Partiamo dalle cose certe: nel 2022, il benessere guiderà le principali tendenze del settore e la sostenibilità andrà a braccetto con la ricerca di alimenti funzionali. Ricercheremo prodotti il più possibile sani, con etichette pulite e parlanti, ma anche con caratteristiche nutraceutiche. L’acquisto di prodotti addizionati con vitamine e integratori sono aumentati e sono destinati a cresce ancora. Vale per noi, ma vale anche per gli animali domestici, che continuano a essere inclusi nelle tendenze alimentari umane: i nostri amici a quattro zampe vengono nutriti con diete speciali e ingredienti funzionali per continuare a crescere in salute, ma sono anche coccolati con dolcetti e integratori.

Gli alimenti funzionali sono al centro della scena, e stanno per assumere centralità nell’alimentazione, prendendo il posto tradizionalmente riservato agli integratori o ai farmaci. Le alternative naturali sono sempre state popolari e, con così tante persone preoccupate per la pandemia, ci si aspetta che questa tendenza acceleri. Curcuma e moringa erano già nei food trends del 2020, che sia la ripresa che ci riporta a ritrovare ciò che avremmo voluto mangiare prima della pandemia?

La carne rimane sempre di più al centro del dibattito: si presume che ne mangeremo meno, ma di migliore qualità. E quindi via al reducetarianesimo, che ci fa sentire meno in colpa rispetto al surriscaldamento globale e ci permette di modificare in maniera sostanziale l’apporto di proteine animali nella nostra dieta, probabilmente contribuendo a una salute migliore.

Le fermentazioni saranno sempre più oggetto di sperimentazione: e non possiamo che confermare, vista la grandissima presenza di alimenti fermentati nei menu dei grandi ristoranti, che solitamente anticipano le tendenze poi sui consumi di massa. Dal miso alle verdure, anche in questo caso è la loro nomea di cibi benefici che ne fa una food-mania.

Semi di girasole, e semi in generale, ma anche cereali sostenibili saranno i nostri nuovi snack: il fatto stesso che apportino calorie buone e nutrienti positivi per l’organismo ne fanno una manna della quale cibarsi.

Che questa attenzione spasmodica rispetto al benessere attraverso il cibo sia il riflesso di due anni di tensioni e di ansie rispetto ad una malattia che non ci lascia liberi nemmeno quando ci nutriamo? Probabile. Che nutrirci meglio, o almeno pensare di farlo, ci faccia sentire meno in colpa rispetto alla quantità eccessiva di cibo che introduciamo mediamente nel nostro corpo?

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