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Collaborazione e digitalizzazione per un futuro economico prospero

Da Linkontro NielsenIQ 2024 i punti fermi per innovare e dare vita a modelli economici vincenti

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Il tempo attuale è quello dell’incertezza, dei cigni neri che a furia di ricorrere si sbiancano e lasciano la sensazione di un “new normal” cui adattarsi faticosamente, dove l’instabilità sembra dominare come unica regola. Anche se l’inflazione nei primi mesi del 2024 frena e i prezzi si raffreddano, per buona parte degli italiani la coperta si accorcia, portando a un calo dei volumi nel largo consumo. Vale soprattutto per le famiglie con figli, maggiormente penalizzate in quanto a potere di acquisto, mentre i nuclei meno giovani e senza prole rappresentano un target a più alto potenziale: ne emerge uno scenario di spesa sempre più frammentato e polarizzato tra ricerca di convenienza e qualità. Servono, pertanto, nuove lenti di lettura che tengano conto dei cambiamenti in atto, anche a livello demografico: basti pensare che oggi il gruppo più numeroso è quello delle persone 55-59enni, mentre un secolo fa era quello delle bambine e dei bambini.

Questo il quadro tracciato a Linkontro 2024 e basato sui dati NielsenIQ e GfK. La kermesse annuale di riferimento per retail e largo consumo è stata come sempre un’occasione per fare il punto su presente e futuro del settore, adottando prospettive sia specifiche che di ampio respiro. Se è vero, infatti, che lo stato di “permacrisi”, o poli-crisi che dir si voglia, mette a dura prova una psiche umana naturalmente conservatrice, è altrettanto vero che per chi ha il coraggio di evolvere ci sono punti fermi sui quali costruire nuovi modelli economici vincenti, orientati alla prosperità collettiva.
Il primo passo sta nella presa di consapevolezza che siamo inevitabilmente interconnessi a livello globale, anche sul fronte del business. Ne deriva la necessità di adottare un approccio orientato alla condivisione, in primis di dati e standard comuni, lungo la filiera e tra filiere. È questa la chiave per promuovere un’innovazione reale, a più basso costo e in grado di efficientare sensibilmente i processi, come spiegano bene dal palco de Linkontro Francesco Del Porto, presidente GS1 Italy, e Maniele Tasca, vicepresidente GS1 Italy.

«Le soluzioni ci sono e all’estero sono spesso già state implementate su larga scala», sottolinea Tasca, portando gli esempi del servizio Allineo e dei due standard GTIN e GDSN di GS1. Sì, dunque, a piattaforme di condivisione dati, a un’accelerazione della digitalizzazione, che è prioritaria, ma anche a un vero e proprio «cambio di mindset in ottica collaborativa, perché la tecnologia non è mai solo per sé», evidenzia Del Porto.

Un approccio che consentirebbe anche di semplificare e migliorare la rendicontazione dell’impatto ambientale, agganciandosi in modo simbiotico all’altra grande sfida da affrontare, quella della trasformazione ecologica. Se non investiamo oggi in modo massiccio e deciso su questo fronte, facendo prevenzione, nel giro di qualche decennio pagheremo un prezzo 20 volte più alto, spiega Telmo Pievani, professore di filosofia delle scienze biologiche all’Università di Padova, riportando le stime fatte da Science con l’intelligenza artificiale. «Ad oggi le aziende hanno investito soprattutto sulla parte della mitigazione del problema (riduzione della pressione e aumento della resilienza), ma bisogna investire molto anche sull’aspetto dell’adattamento, modificando le pratiche e le materie prime e riducendo la dipendenza da specifici servizi ecosistemici», gli fa eco Andrea Gangheri, senior sustainability strategist di Quantis.

Un avvenire di benessere per tutte le società, infine, non può prescindere dall’attivazione di un’intelligenza collettiva che unisca l’immenso potenziale tecnologico dell’intelligenza artificiale all’immancabile guida dell’intelligenza umana, ancora unica nel suo genere. Questo significa anche capacità di armonizzare e valorizzare le diversità, a partire da quelle quattro generazioni (Generazione Z, Generazione Y o Mllennial, Generazione X e Baby Boomer). che per la prima volta si ritrovano insieme all’interno delle stesse aziende. Significa comprendere che team omologati e omogenei rendono meglio solo nel breve termine, ma non vincono la maratona. Significa, alzando lo sguardo, guardare con fiducia a un orizzonte di foreste rigogliose, i cui semi vanno però piantati oggi, insieme.

A cura di Chiara Bertoletti