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A gennaio gas ed energia rallentano l’inflazione

Emerge dalle stime preliminari dell’Istat, calcolate sul nuovo paniere. Ma il carrello della spesa è ancora al +12,2%, acuendo le difficoltà per le famiglie

PaniereIstat_articolo.jpg Le stime preliminari dell’Istat sui prezzi a gennaio, calcolate sul nuovo paniere dei prodotti per il calcolo dei prezzi al consumo, evidenziano un’attenuazione dell’inflazione, che a gennaio si attesta a +10,1%, livello che non si registrava da settembre 1984. La flessione del tasso di inflazione si deve, principalmente, al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +70,2% a -10,9%) e, in misura minore, di quelli degli energetici non regolamentati (da +63,3% a +59,6%), degli alimentari non lavorati (da +9,5% a +8,0%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,2% a +5,5%).

 

Figura1_PaniereIstat_gen23.jpgFigura 1 – Indice dei prezzi al consumo NIC gennaio 2018 – gennaio 2023Nota: Variazioni percentuali congiunturali e tendenziali (base 2015=100) Fonte: Istat

Rimangono tuttavia diffuse le tensioni sui prezzi al consumo di diverse categorie di prodotti come gli alimentari lavorati (da +14,9% a +15,2%), i beni non durevoli (da +6,1% a +6,8%) e i servizi relativi all’abitazione (da +2,1% a +3,2%).

Su base annua, i prezzi dei beni evidenziano un profilo in rallentamento (da +17,1% a +14,2%), mentre quello relativo ai servizi evidenzia un lieve incremento (da +4,1% a +4,2%); si ridimensiona, quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -13,0 di dicembre a -10,0 punti percentuali).

Si attenua la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (il carrello della spesa) che registrano un rallentamento di -0,4 punti percentuali, attestandosi comunque al +12,2%, mentre al contrario si accentua quella dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,5% a +9,0%).

La voce di spesa relativa agli alimentari è la più critica accanto al caro bollette e ai carburanti e mette a dura prova una gran parte delle famiglie italiane. Secondo un’indagine statistica di Altroconsumo, tra aprile e dicembre 2022 la percentuale di italiani che non ha risparmiato nulla è passata dal 31% al 41% e quella di chi non ha più margini disponibili per far fronte ad aumenti dei prezzi è passata dal 34% al 48%.

“Con l’inflazione che aumenta i prezzi dei generi alimentari – scrive Manuela Cervilli su Altroconsumo – l’85% degli italiani si è visto costretto a modificare almeno un’abitudine legata all’acquisto del cibo. Metà delle persone tagliano gli alimenti non essenziali o comprano marche più economiche. Il dato più preoccupante? Il 20% compra in generale meno cibo; il 31% meno carne e pesce; e il 16% rinuncia a frutta e verdura. Il 56% ritiene che tutti questi cambiamenti abbiano un impatto negativo sulla qualità della propria alimentazione”.

Il nuovo paniere Istat

È in questo contesto che giunge, come ogni anno, la revisione dell’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo da parte dell’Istat, che tiene conto delle novità nelle abitudini di spesa delle famiglie e dell’evoluzione di norme e classificazioni, arricchendo in alcuni casi la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati.

Nel paniere del 2023 utilizzato per il calcolo degli indici NIC (per l’intera collettività nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati) figurano 1.885 prodotti elementari (1.772 nel 2022), raggruppati in 1.061 prodotti, a loro volta raccolti in 423 aggregati. 

Figura2_PaniereIstat_gen23.pngFigura 2 – Il paniere 2023 dei prezzi al consumoFonte: Istat

I prodotti, rappresentativi dell’evoluzione dei consumi delle famiglie e delle novità normative, che entrano nel paniere 2023 sono:

  • La visita medica sportiva (libero professionista.
  • La riparazione smartphone.
  • Le apparecchiature audio intelligenti

Tra i prodotti a rilevazione tradizionale che rappresentano consumi consolidati, entrano nel paniere:

  • Il tonno di pescata e i rombi di allevamento (tra i pesci freschi di mare.
  • Il deambulatore (nell’ambito delle altre attrezzature ed apparecchi terapeutici).
  • Il massaggio estetico (per trattamenti di bellezza). 

Si amplia poi la gamma degli aggregati di prodotto a rilevazione scanner, relativamente a formaggi stagionati confezionati, frutta e vegetali freschi (limitatamente a prodotti non stagionali venduti a peso fisso).

Nel 2023 aumenta il peso delle divisioni servizi ricettivi e di ristorazione (+1,9 punti percentuali), abitazione, acqua, elettricità̀ e combustibili (+0,8 punti percentuali) e ricreazione, spettacoli e cultura (+0,7 punti percentuali), e si riduce quello di prodotti alimentari e bevande analcoliche (-1,4 punti percentuali), servizi sanitari e spese per la salute (-0,4 punti percentuali) e bevande alcoliche e tabacchi (-0,4 punti percentuali).

A cura di Fabrizio Gomarasca @gomafab