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L’EDI nel largo consumo è sempre più maturo

L’Electronic Data Interchange è in buona salute e il largo consumo si conferma come il settore strategico per lo scambio elettronico dei dati tra le imprese della filiera (produttori, distributori, terze parti logistiche).

La nuova edizione del “Monitoraggio dell’uso dell’EDI nel largo consumo in Italia” – realizzato da GS1 Italy in collaborazionecon la School of Management del Politecnico di Milanomostra una crescita consistente nel numero dei documenti scambiati, nonostante un lieve calo nel numero delle aziende che lo utilizzano.

Il Monitoraggio prende in considerazione in particolare le 7.500 aziende che scambiano dati secondo gli standard GS1 EDI. Di queste, il 48% (3.621 aziende) operano all’interno dell’ecosistema Euritmo, la soluzione web-EDI studiata da GS1 Italy per le aziende italiane del largo consumo. Ed è su queste che si concentra l’analisi.

Euritmo consente lo scambio di ordini e conferme d’ordine, fatture, avvisi di spedizione e la conseguente gestione e tracciabilità delle consegne con la garanzia di accessi protetti, profili personalizzati, riconoscimento reciproco delle parti, crittografia delle informazioni, tracking dei messaggi e piena compatibilità con l’EDI tradizionale. In buona sostanza è come un ufficio postale in cui ogni utente può depositare nella propria casella personale i messaggi in partenza - le fatture, gli ordini di acquisto e pagamento, ecc. - che vengono raccolti e smistati, attraverso la rete dei provider certificati Euritmo, nelle mail box dei destinatari. Chi riceve non deve far altro che prelevarli e importarli nei propri sistemi informativi.

I benefici dell’EDI sono molteplici e consentono un deciso miglioramento nell’efficienza delle relazioni commerciali e anche una riduzione dei costi e degli errori. Tra gli altri l’EDI consente di:

  • Velocizzare i pagamenti.
  • Accelerare i tempi di consegna.
  • Eliminare le attività a scarso valore aggiunto, come il data entry.
  • Azzerare controlli e verifiche manuali per tutte le transazioni commerciali.
  • Diminuire le rotture di stock e le scorte.
  • Ridurre i contenziosi.
  • Migliorare la tracciabilità dei prodotti.
  • Esportare i prodotti.

Nel corso del 2019 il numero dei messaggi scambiati a standard GS1 è lievitato fino a raggiungere la cifra di 64,857 milioni dai 56,62 milioni del 2018, con un incremento quindi del +15%. Ancora più significativo l’incremento dei messaggi scambiati internamente al circuito Euritmo: sono stati quasi 37,3 milioni, con una crescita di +42% sull’anno precedente

Con 16,5 milioni di messaggi ancora una volta è la fattura (INVOIC) il documento maggiormente scambiato e che racconta di come la fattura sia il documento d’ingresso nell’ecosistema Euritmo. Con quasi 14 milioni di messaggi segue l’inventario (INVRPT), che cresce del 14%, mentre il DESADV (l’avviso di spedizione) registra una crescita di ben il 36% a quasi 12 milioni di messaggi. L’avviso di spedizione è una componente fondamentale della digitalizzazione del ciclo dell’ordine.

Figura 1 - Trend dei messaggi GS1 EDI scambiati nel largo consumo 2014-2019

Figura1_MonitoraggioEDI2020.png

Fonte: GS1 Italy “Monitoraggio dell’uso dell’EDI nel largo consumo in Italia” 2020

È proprio nell’invio-ricezione di altri documenti oltre al binomio ordine-fattura che si riscontra, anno dopo anno, il dinamismo dell’ecosistema Euritmo, tanto che la chiave di lettura di questa edizione del Monitoraggio sta proprio in un assestamento nella crescita.

La transizione alla fattura elettronica sembra avere imposto delle scelte alle imprese, ma quelle del circuito Euritmo non sembrano avere avuto grandi dubbi su cosa fare, merito anche dello sforzo di GS1 Italy e dei provider certificati verso l’integrazione dei tracciati per lo Sdi (il sistema d’interscambio della fatturazione elettronica) e per l’EDI. Anzi, si potrebbe ritenere che in generale la fatturazione elettronica, in quanto documento digitale strutturato, ha fatto e sta facendo bene all’EDI.

Dall’altro sembrerebbe proprio che le imprese fornitrici e clienti non abbiano dismesso ciò che era in uso, ma abbiano scelto di integrare i messaggi principali con gli altri del ciclo dell’ordine-fattura.

A cura di Fabrizio Gomarasca @gomafab