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Verso un linguaggio finanziario comune

Il discorso tenuto da Robleh D. Ali, Andrew G Haldane e Paul Nahai-Williamson della Banca d’Inghilterra al convegno “Building a Global Legal Entity Identifier Framework”, organizzato a New York da SIFMA (Security Industry and Financial Markets Association), è una interessante riflessione sull’importanza degli standard nello scambio di informazioni tra imprese e non solo. Non a caso gli autori individuano nell’adozione di standard di comunicazione comuni un potente strumento per generare valore economico. Affermano infatti che «un linguaggio comune aumenta sensibilmente gli scambi bilaterali tra nazioni per più del 40%. Si è scoperto che triplica l'investimento bilaterale tra due nazioni. Nell’Islanda d’inizio secolo, il 3% del Prodotto interno lordo annuo era letteralmente perso nel processo di traduzione».

Esempi virtuosi dell’utilizzo di un linguaggio comune provengono dalla catena di distribuzione dei prodotti e da Internet, grazie anche al lavoro svolto dagli enti di standardizzazione GS1 e W3C (World Wide Web Consortium). Il settore finanziario, è la tesi degli autori, può solo imparare da queste esperienze e trarre grande profitto, alla luce anche delle ripetute crisi di carattere globale di cui il settore è responsabile.

Ci sembra utile proporre un ampio stralcio di questo discorso - disponibile nel dossier -, in particolare del suo capitolo conclusivo, dove gli autori affrontano i benefici per il settore finanziario dell’adozione di standard di comunicazione comuni.