Sanità, i benefici dell'identificazione automatica
Il buco nero della sanità italiana si allarga sempre di più a causa di sprechi e inefficienze che durano da decenni, ai quali si tenta di rispondere sempre sulla scorta dell'urgenza con risorse che continuamente vengono a mancare. Si assiste così al paradosso che nel sistema sanitario italiano convivono sotto lo stesso tetto realtà di eccellenza assoluta con situazioni di degrado e di pericolosità conclamate (come dimostra l'inchiesta dell'Espresso dell'8 marzo dedicata al Niguarda di Milano). E le cronache sono piene di casi che vanno dagli errori terapeutici e in sala operatoria alle emergenze mal gestite, come l'episodio del pronto soccorso al Policlinico Umberto I di Roma, a fatti di ordinaria criminalità, come il traffico illecito di farmaci e anabolizzanti sottratti da farmacie dell'Asl e da ospedali, che hanno portato all'arresto di diverse persone tra personale ospedaliero e complici esterni.
Se le risorse per intervenire sono poche, è altrettanto vero che le inefficienze e gli sprechi in aziende complesse come gli ospedali non si contano e danno origine a costi fuori controllo.
Qualche cifra: solo i costi amministrativi lungo la supply chain healthcare rappresentano il 30-40% dei costi totali (a titolo di confronto, quelli della filiera del largo consumo sono il 3-6%). Non meglio vanno le cose per quanto riguarda i farmaci: più del 20% dello stock di reparto in molti ospedali viene segregato perché arriva a scadenza senza essere stato utilizzato. E sempre in tema di farmaci, i ritardi dei pagamenti delle Asl verso le aziende farmaceutiche hanno ormai raggiunto livelli tali e importi così elevati che le maggiori industrie stanno facendo un forcing a tutti i livelli paventando anche la possibilità della sospensione delle forniture.
Eppure una via d'uscita esiste. Se n'è parlato nel corso del convegno organizzato dall'Accademia italiana dell'identificazione automatica, promosso da Alfacod e Psion, con Zebra e Datalogic, con l'intento di capire quali sono i benefici dell’identificazione automatica nella sanità.
Ragionare per flussi
«L'ospedale è una realtà complessa dove si incrociano settori macro, come la gestione dei farmaci, dei dispositivi, l'economale, con quelli micro, vale a dire la gestione dei reparti, i campioni dei prelievi, la diagnostica, i pasti, i rifiuti, la biancheria», afferma Alessandro Pacelli, coordinatore della Commissione sanità di Assologistica.
«Anche se la logistica non è il core business della sanità» prosegue «costituisce però una leva di miglioramento importante per il recupero delle inefficienze di un'azienda ospedaliera». Che sono molteplici. Si va dall'elevata frammentazione dei magazzini con duplicazione di attività alle strutture e attrezzature inadeguate, allo stoccaggio, alla movimentazione e alla distribuzione delle merci, dall'elevato livello delle scorte e dall'alto numero di personale impiegato alla scarsa affidabilità nella gestione dei dati relativi al processo logistico, con conseguenze quali debole tracciabilità dei prodotti, errori nelle giacenze, errori nei prodotti spediti, gestione delle scorte non ottimizzata, per arrivare al basso livello di integrazione dei flussi logistici complessivi (merce, rifiuti, biancheria, campioni diagnostici, pasti). «Per questi motivi» sottolinea Pacelli «l'introduzione di sistemi di identificazione automatica nei processi logistici può portare alla razionalizzazione degli approvvigionamenti e alla gestione ottimizzata delle scorte, alla centralizzazione logistica e alla riorganizzazione strutturale e gestionale dei magazzini, nonché all'integrazione per la razionalizzazione dei flussi logistici complessivi (merce, rifiuti, biancheria, campioni diagnostici, pasti)».
I benefici dell'identificazione automatica
Soluzioni organizzative e soluzioni tecnologiche sono due facce della stessa medaglia e in particolare il ruolo dell'IT nel settore sanitario è decisivo per la modernizzazione dei servizi, per migliorare l'efficienza del personale e ridurre i costi di gestione e per eliminare errori di imputazione durante il percorso del trattamento sanitario. Nel settore sanitario, principale settore economico a livello mondiale con il 10% del Pil, il tasso di errore a livello globale è intorno al 10%. Secondo Adriano Radice, Vice Presidente Gruppo Alfacod, la codifica è fondamentale per rintracciare i pazienti, supportare il lavoro del personale, per il controllo delle apparecchiature, dei trattamenti, della somministrazione dei medicinali, per localizzare i pazienti e le attrezzature.
«In una normale situazione» aggiunge Radice «non è raro che si verifichino scambi di persone per dati anagrafici simili, per illeggibilità o errata interpretazione della scrittura manuale, vi siano documenti con dati non corretti o incompleti. Viceversa l'assegnazione di un codice univoco a un paziente, attraverso per esempio un bracciale di identificazione con codice a barre, consente la tracciabilità del paziente nelle diverse fasi della terapia e dei trattamenti, per le analisi e le trasfusioni, nei processi paramedicali, come la somministrazione dei pasti, nonché nella gestione documentale». I settori di applicazione dell'identificazione automatica coprono veramente tutta la filiera ospedaliera. Prendiamo per esempio la farmacia interna. Nelle strutture sanitarie circa il 25% degli errori avviene durante la manipolazione e movimentazione dei farmaci. «L'utilizzo dei codici a barre per informatizzare le attività di prelievo in farmacia e di consegna in corsia con la lettura dell'etichetta prima della somministrazione al paziente» spiega Radice «consente di controllare la corrispondenza del farmaco con la prescrizione del medico segnalando eventuali anomalie e garantendo l'adeguatezza terapeutica». Le esperienze condotte all'ospedale di Forlì, per esempio, hanno permesso una gestione centralizzata dei farmaci con la predisposizione di dosi unitarie da trasferire nei reparti e nelle strutture dell'area vasta, con un deciso miglioramento dell'efficienza e dell'adeguatezza terapeutica eliminando le aree di costi occulti. Proprio nella gestione medica e infermieristica tenendo sotto controllo dati come la correttezza del paziente, del farmaco, dell'orario di somministrazione e dei dosaggi si possono ottenere riduzioni degli errori e dei costi associati e una documentazione più rapida e accurata. Altra area critica è l'inventario degli strumenti chirurgici che, contrassegnati con un codice bidimensionale (inciso a laser sul metallo), possono essere facilmente tracciati durante il processo di utilizzo in sala operatoria e di sterilizzazione.
Naturalmente il codice a barre è un'opzione, così come lo è la tecnologia Rfid, ma un deciso passo avanti può essere consentito dalle reti wi-fi di quarta generazione in grado di mantenere la connessione alta e costante anche all’aumentare di dispositivi o applicazioni connesse. Su tutti questi temi, al di là degli investimenti necessari, «manca ancora la cultura dell'utilizzatore a recepire una visione per processi in cui l'adozione di standard di comunicazione è fondamentale», sottolinea Radice.
Perché adottare un linguaggio comune
E proprio sull'implementazione degli standard GS1 nella filiera healthcare, standard adottati nei più svariati settori (quello del largo consumo in testa) da 1milione e 300 mila imprese in 108 Paesi nel mondo, è impegnata GS1 Italy | Indicod-Ecr.
«Nella sanità italiana» spiega Giada Necci New Solution Specialist dell'associazione «stanno avvenendo cambiamenti strutturali come le aggregazioni funzionali sovra aziendali (le aree vaste e i servizi centralizzati), la creazione di magazzini centralizzati e il supporto ai processi di somministrazione, che rendono necessario rivedere l'organizzazione operativa. Per esempio l’utilizzo di un codice univoco per l'identificazione dei prodotti rappresentato su un codice a barre annulla gli errori dovuti a una gestione manuale delle attività così come rende agevole la registrazione dei dati dinamici come i lotti, le date di scadenza, i numeri seriali. E ancora, è preferibile un linguaggio comune per la descrizione anagrafica dei prodotti per la corretta gestione dell'ordine e per la completa tracciabilità che, in un sistema complesso, non è più solo un fatto interno». Sono tutti temi sui quali l'esperienza maturata nella filiera del largo consumo ha portato alla creazione di GS1 Healthcare, una comunità aperta a tutti gli stakeholder della sanità: produttori, grossisti, distributori, ospedali, farmacie, enti regolatori e organizzazioni di categoria per l'adozione di un linguaggio comune per comunicare lungo tutta la filiera in maniera univoca.
«L'identificazione e la raccolta automatica delle informazioni (AIDC) - aggiunge la specialista di Indicod-Ecr - forniscono le chiavi per l'accesso elettronico alle informazioni di un oggetto, di un luogo, di un servizio in una base dati. I benefici sono evidenti: si abilita la cattura e la registrazione automatica delle informazioni codificate come codice prodotto, lotto, data scadenza, numero di serie; è flessibile e utilizzabile per i pazienti, per i prodotti e per gli asset ed è una componente chiave per garantire visibilità dello stock».
L'identificazione univoca su base globale attraverso il codice GTIN (Global Trade Item Number) - che assume di volta in volta la forma del bar code lineare o bidimensionale, del tag Rfid in funzione delle necessità e delle informazioni contenute - apposto all'origine dal fabbricante è quindi determinante per stabilire e condividere un linguaggio comune tra tutti gli attori della filiera ed è rilevabile in modo automatico. Si caratterizza inoltre con soluzioni per l’intera struttura gerarchica che consentono di identificare diverse configurazioni di prodotto e offre quindi la possibilità di rappresentare e rilevarne i dati dinamici per una gestione della sua tracciabilità, recuperando il deficit di efficienza del settore sanitario per garantire la massima sicurezza ai pazienti.
A cura di Fabrizio Gomarasca