Piccoli chip dal grande potenziale
La Raccomandazione
I cittadini europei devono poter mantenere il controllo sui chip intelligenti, che rappresentano un mercato destinato a crescere del 500% nei prossimi dieci anni, continuando a utilizzarli senza difficoltà per rendere più semplice la vita di tutti i giorni. Esistono già oltre 6 miliardi di chip intelligenti, dispositivi microelettronici che possono essere inseriti in un’ampia gamma di oggetti di uso comune, dai frigoriferi ai tesserini magnetici per l’autobus. Grazie alla tecnologia dell’identificazione a radio frequenza (RFID), essi elaborano automaticamente dei dati quando vengono avvicinati a “lettori” che li attivano, ne captano il segnale radio e procedono ad uno scambio reciproco di dati. Si trovano nelle carte magnetiche che utilizziamo per accedere al luogo di lavoro e per pagare i pedaggi delle autostrade.
La Commissione europea ha adottato il 12 maggio scorso una serie di raccomandazioni dirette a garantire che chiunque partecipi alla progettazione o alla gestione di tecnologie che prevedono l’uso di chip intelligenti rispetti il diritto fondamentale di ogni individuo alla privacy e alla protezione dei dati personali, previsto dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, proclamata il 14 dicembre 2007.
«Tecnologia promettente per il futuro i chip intelligenti possono semplificare la vita in mille modi. Stiamo parlando di oggetti che utilizziamo ogni giorno e che improvvisamente diventano intelligenti attraverso la connessione ad una rete e lo scambio di informazioni. Basta pensare ai frigoriferi intelligenti che ci informano che il latte è scaduto o alle confezioni di prodotti alimentari che avvertono i genitori sul rischio di allergie» ha dichiarato Viviane Reding, Commissario UE responsabile della Società dell’informazione e dei media. «È evidente il potenziale economico presente nell’utilizzo di piccoli chip intelligenti che permettono agli oggetti di comunicare fra loro. I cittadini europei, però, non devono lasciarsi cogliere impreparati dalla nuova tecnologia. È per questo motivo che lo scorso il 12 maggio, la Commissione, ha rivolto forti raccomandazioni all’industria. I consumatori europei devono avere la certezza che, anche se vengono utilizzati i loro dati personali, la loro privacy non potrà essere violata anche in un contesto tecnologico in costante trasformazione. La Commissione vuole quindi che la tecnologia RFID permetta ai consumatori di esercitare un controllo sulla sicurezza dei loro dati, il che costituisce il modo migliore per garantirne il successo sotto il profilo economico. Va ricordato infine che la quota dell’Europa sul mercato mondiale dei chip intelligenti raggiungerà il 35% nei prossimi otto anni».
I chip intelligenti, o etichette radio, possono, ed è quanto avviene già adesso, avere un impatto enorme sulle attività di un’impresa, sui servizi pubblici e i prodotti di consumo, da una maggiore efficienza del riciclaggio o dei prodotti sanitari al minor tempo speso ai caselli dei pedaggi o nell’attesa del bagaglio negli aeroporti. Per essere certa che l’Europa sia pronta a questi cambiamenti, la Commissione ha stabilito i seguenti principi sulla protezione della privacy e dei dati personali in occasione del loro utilizzo.
- I consumatori devono sapere se i prodotti che essi acquistano nei negozi contengono o no chip intelligenti. Quando i consumatori acquistano prodotti che contengono chip intelligenti, questi ultimi devono essere disattivati automaticamente, immediatamente e gratuitamente nel punto di vendita, a meno che il consumatore chieda esplicitamente di mantenere il chip in funzione. Possono essere concesse delle deroghe, ad esempio per evitare di imporre un onere inutile ai dettaglianti, ma solo dopo aver proceduto ad una valutazione dell’impatto del chip sulla privacy.
- Le imprese o le autorità pubbliche che utilizzano chip intelligenti devono informare in modo semplice e chiaro i consumatori in modo che quest’ultimi possano rendersi conto se i loro dati personali verranno utilizzati, che tipo di dati verrà raccolto (ad esempio nome, indirizzo o data di nascita) e a che scopo. Devono inoltre predisporre un’etichettatura chiara che identifichi i dispositivi che “leggono” le informazioni immagazzinate nei chip intelligenti e mettere a disposizione dei cittadini dei centri dove poter ottenere maggiori informazioni.
- Le associazioni e le organizzazioni di dettaglianti devono sensibilizzare i consumatori sui prodotti che contengono chip intelligenti attraverso un simbolo comune europeo che segnali la presenza di un chip intelligente in un prodotto.
- Le imprese e le autorità pubbliche devono effettuare valutazioni di impatto sulla protezione dei dati e la privacy prima di utilizzare chip intelligenti. Tali valutazioni, effettuate sotto la vigilanza delle autorità nazionali per la protezione dei dati, devono assicurare che i dati personali siano sicuri e ben protetti.
Nel 2008, in tutto il mondo, sono state vendute 2,2 miliardi di etichette RFID, come quelle utilizzate nei caselli per i pedaggi o per identificare i container da trasporto, circa un terzo delle quali in Europa. Si stima che il valore di mercato mondiale delle etichette RFID nel 2008 fosse di 4 miliardi di euro e che sia destinato a crescere a circa 20 miliardi di euro entro il 2018.
Contesto
Nel 2006, la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica (IP/06/289) sullo sviluppo e l’uso dei chip intelligenti (o tecnologie di identificazione a radiofrequenza). Su questa base, nel marzo 2007, essa ha adottato una comunicazione (IP/07/332) che segnalava come il pubblico attendesse ulteriori iniziative sotto il profilo della privacy e della protezione dei dati. La raccomandazione odierna, che è stata elaborata consultando tutti i soggetti interessati, incluse le industrie fornitrici e utilizzatrici, gli organismi di standardizzazione, le organizzazioni dei consumatori, le associazioni della società civile e i sindacati, risponde a queste aspettative e mira a creare delle condizioni di parità per l’industria europea nel rispetto della privacy dei singoli cittadini. Gli Stati membri dispongono ora di due anni per informare la Commissione delle misure che intendono adottare per garantire il rispetto degli obiettivi della raccomandazione. Entro tre anni la Commissione presenterà una relazione sull’attuazione della raccomandazione, accompagnata da un’analisi dell’impatto che essa ha avuto sulle imprese e le autorità pubbliche che utilizzano chip intelligenti nonché sui cittadini.
Il testo della raccomandazione può essere consultato sul sito dell'Unione Europea.
La posizione di GS1 EPCglobal
GS1 EPCglobal, l’organizzazione internazionale che definisce gli standard EPC per l’identificazione dei prodotti in radiofrequenza, ha accolto positivamente la Raccomandazione.
«Con l’adozione della Raccomandazione, abbiamo ora un quadro chiaro in cui le imprese industriali e distributive possono avviare oppure potenziare tutte le misure necessarie per portare i benefici della radiofrequenza ai consumatori europei», ha detto Miguel Lopera, Chief Executive Officer di GS1. La Raccomandazione si basa sulla scelta del consumatore, un principio che è parte integrante delle Linee guida EPCglobal per i prodotti di largo consumo, sin dalla loro prima stesura che risale al 2003.
«Alcune aziende - ha continuato Miguel Lopera - sapendo che questa Raccomandazione era in fase di elaborazione, hanno posticipato lo sviluppo delle applicazioni basate sulla RFID che possono recare benefici tanto ai consumatori quanto alle aziende, come ad esempio riduzione dei prezzi, migliore disponibilità di prodotto, spedizioni più rapide e vantaggi nel post-vendita, quali richiami di prodotto più veloci e assistenza migliore. Avremmo preferito una Raccomandazione che incoraggiasse maggiormente lo sviluppo di questa tecnologia, tuttavia lodiamo la Commissione per aver formalmente riconosciuto i vantaggi della tecnologia RFID, e per averla presentata come un bene per la società che dovrebbe essere largamente adottato».
Elizabeth Board, Executive director del Public policy Steering committee di GS1 EPCglobal, ha aggiunto: «Il processo che ha condotto all’adozione di questo testo è un esempio eccellente di dialogo fra gli stakeholder appoggiato dai legislatori dell’Unione Europea e siamo lieti che il dialogo abbia assunto questa dimensione transatlantica, come dimostrato durante il recente Simposio UE-USA sui vantaggi dell’RFID per la società. Intendiamo continuare la collaborazione con la Commissione, i gruppi di consumatori e tutte le parti interessate per portare la radiofrequenza alla prossima fase del suo sviluppo».
Per maggiori informazioni, consulta il sito di GS1 EPCglobal.