Con il catalogo elettronico si può
Catalogo elettronico è sinonimo di maggior precisione, sincronizzazione e tempestività nello scambio d’informazioni sui prodotti di largo consumo fra aziende industriali e distributive e, di conseguenza, sinonimo di maggior efficienza e minori costi per l’intera filiera e di più rapido approdo sugli scaffali delle novità di prodotto.
Lo hanno già potuto toccare con mano, in Europa, oltre 8.700 aziende industriali (di cui 22 italiane) e 173 retailer. Dei suoi benefici (davvero auspicati e auspicabili nella congiuntura economica attuale) potranno godere da quest’anno su vasta scala anche le imprese italiane.
Le opportunità e le modalità pratiche d’accesso al servizio di Catalogo elettronico sono state illustrate nel corso di un convegno, organizzato il 25 febbraio scorso a Milano da Indicod-Ecr, dal titolo “Il servizio di Catalogo elettronico di Indicod-Ecr: quali benefici per la filiera”.
«Il Catalogo elettronico», ha sottolineato Bruno Aceto, direttore generale di Indicod-Ecr in apertura dei lavori, «introduce elementi d’efficienza e di risparmio nella pratica delle relazioni tra industria e distribuzione, il cui impatto va ben oltre l’IT, toccando a 360 gradi il business aziendale e il suo sviluppo. In un momento così critico per il nostro settore, tramite la newco Indicod-Ecr Servizi, intendiamo fornire un aiuto concreto alle 34mila imprese aderenti nell’implementazione di questa come delle altre innovazioni e soluzioni promosse dalla nostra associazione in rappresentanza della rete GS1».
Per la prima volta nella sua storia, come ha spiegato alla platea Massimo Bolchini, direttore gestione e sviluppo standard di Indicod-Ecr, l’associazione non si limiterà infatti a presentare alle aziende aderenti questo nuovo strumento basato sugli standard GS1 (in grado, fra l’altro, di dialogare con tutti gli altri servizi GS1 GDSN attualmente disponibili a livello globale), ma tramite Indicod-Ecr Servizi, in collaborazione con il partner tecnologico SA2 Worldsync, sarà parte attiva nella sua implementazione e diffusione.
«Il successo del Catalogo elettronico», ha sottolineato Rolf Stark, executive director di SA2 Worldsync, «dipende dalla sua adozione su larga scala da parte dei retailer, da un lato, e delle multinazionali del largo consumo e delle pmi dall’altro, in quanto i benefici reali che può portare alla filiera si esprimono in presenza di una massa critica».
D’accordo con sette gruppi distributivi italiani (il pioniere Coop Italia, Auchan, Carrefour Italia, Crai, Finiper, Sisa e Selex) e due stranieri (Royal Ahold ed El Corte Inglés), Indicod-Ecr Servizi ha dunque stilato un piano d’azione per l’avvio dello scambio elettronico da uno a molti d’informazioni standardizzate sui prodotti tramite una rete di piattaforme dialoganti fra loro per la loro gestione sincronizzata. Indicod-Ecr Servizi stipulerà i contratti per la fornitura di questo servizio con le singole aziende che vorranno accedervi, li assisterà nella fase di start up, formando anche il personale, e in quella successiva dell’implementazione tramite un apposito help desk.
Fin qui la teoria. Quali i vantaggi concreti ottenuti da chi, come Coop Italia e Johnson Wax, fin dal 2006 collabora con Indicod-Ecr allo sviluppo del Catalogo elettronico? «Oggi», ha detto Riccardo Giuliani, direttore sistemi informativi di Coop Italia, «gestiamo con sistema GDSN il 23% dei nostri fornitori non food, per oltre 8mila referenze sulle quasi 23mila totali, e il 18% dei fornitori food per il 2% delle referenze: 72 su 4.200. Nonostante la, solo, parziale implementazione, posso affermare che questo strumento, in ambito non food, ci ha permesso di ridurre di 12,5 minuti il tempo di codifica di ogni prodotto, pari a un risparmio di 4,2 euro ad item. Complessivamente ha generato una riduzione dei tempi di referenziamento dell’80% e una di 10 giorni del time to market, oltre che migliorato del 35% l’accuratezza dei dati sui prodotti. Vantaggi che ci attendiamo saranno amplificati da un’implementazione generalizzata del servizio GDSN».
Una riduzione del 31% del margine d’errore nel riordino e nella codifica delle singole referenze (il 30% delle quali si rinnova ogni anno) è il risultato raggiunto in Italia da Johnson Wax. «E questo», ha evidenziato Cinzia Cau, responsabile customer service dell’azienda, «significa abbattimento delle rotture di stock e delle inefficienze a scaffale e riduzione dei quantitativi di merce respinta all’atto della consegna per errata codifica».
Bernardo Cruza Martos, direttore b2b di El Cortes Inglés, retailer che gestisce oltre 30mila referenze l’anno e che s’approvvigiona ampiamente in Italia (siamo il secondo paese fornitore della catena spagnola), ha richiamato l’attenzione della platea sull’importanza della qualità dei dati che si condividono. Dati che vanno costantemente verificati e aggiornati.
La mattinata di presentazione del Catalogo elettronico si è conclusa con una tavola rotonda durante la quale i rappresentati di sei aziende, che s’apprestano a implementare questo servizio, hanno illustrato le motivazioni alla base della loro scelta.
«Si sta ormai diffondendo nel settore», ha spiegato Marino Vignati, direttore sistemi informativi di Auchan, «la consapevolezza che la relazione con i fornitori non può più essere di tipo muscolare. Collaborare a progetti come l’RFId e, oggi, il Catalogo elettronico, favoriscono il superamento delle posizioni di contrapposizione del passato. Auchan è poi un gruppo internazionale, il cui modello di business sta evolvendo verso la globalizzazione, verso l’apertura di relazioni con fornitori di paesi diversi. Ciò rende necessario costruire una sorta d’esperanto, d’informazioni standard sui prodotti».
Anche per Carrefour Italia, come ha detto Salvatore Lippo della direzione amministrazione, finanza e controllo, la scelta d’implementazione del Catalogo elettronico è dettata dalla necessità di seguire l’esempio della casa madre, oltre che dal desiderio d’avvantaggiarsi dei risparmi che consente. Per Valerio Cortese, direttore sistemi informativi di Finiper, invece, si tratta della naturale evoluzione della scelta d’informatizzare gli scambi di documenti commerciali. Scelta della quale, nel medio periodo, s’avvantaggeranno anche le funzioni marketing e commerciale. Validare il ruolo della centrale di sprone delle aziende socie a innovare è stata la risposta di Stefano Gambolò, direttore marketing di Selex. Migliorare la qualità delle comunicazioni fra centrale d’acquisti e soci, quella di Gianluigi Bollati, responsabile acquisti di Crai.
Mauro Maiocco, supply chian customer relation manager di L’Oreal, parla della chance di migliorare il time to market. Adriano Rossi, direttore logistica di Cameo, oltre che di un più veloce referenziamento, della possibilità di comunicare ai retailer con maggiore tempestività caratteristiche distintive dei propri prodotti, come per esempio vassoi-espositori che migliorano la presentazione del prodotto sullo scaffale. Quanto ai settori merceologici ai quali i retailer auspicano di poter implementare il Catalogo elettronico, accanto al grocery, in pole position ci sono libri, musica e giochi, elettronica, casalinghi e tessile.
A cura di Luisa Contri