economia

La concorrenza è un valore condiviso

l'opinione di

Indicod-Ecr: 30 anni al servizio delle imprese

Festeggiamo quest’anno il trentesimo anniversario della nascita del nostro Istituto. Alla fine degli anni Settanta, le più importanti imprese di produzione italiane hanno iniziato ad applicare il codice a barre EAN sui loro prodotti, in accordo con le aziende della distribuzione interessate all’impiego degli scanner per la lettura dei codici. Nel 1978 danno così vita a Indicod. Da allora la base associativa ha avuto una crescita continua fino ad arrivare alle 33mila aziende associate di oggi.

Tramite lo sviluppo di soluzioni innovative come l’EPC in ambito RFID, l’EDI e il GDSN per la sincronizzazione globale dei dati, Indicod-Ecr sta dando un contributo fondamentale nel rendere più agevoli, semplici ed economici gli scambi nazionali e internazionali di beni e di informazioni, nel migliorare la produttività delle imprese, a tutto vantaggio dei consumatori.

Ritengo doveroso sottolineare che il ruolo svolto nel settore del largo consumo da Indicod-Ecr in Italia è centrale e unico nel suo genere.

La concorrenza come valore condiviso

Forte dell’adesione di produttori e distributori del fast moving consumer goods, promuoviamo lo sviluppo e l’implementazione non solo di standard globali, ma anche di progetti atti a migliorare l’efficienza e l’efficacia delle imprese socie nei reciproci rapporti e nelle relazioni con gli altri partner delle filiere di riferimento.

In un momento come quello attuale in cui domina la globalizzazione dei mercati, la concorrenza rappresenta un driver fondamentale per un Sistema Paese che vuole crescere. Il contesto in cui operano le imprese del settore del largo consumo è altamente competitivo sia al suo interno sia nei rapporti coi mercati esterni. Efficienza, capacità di fare innovazione e alti livelli di produttività sono obiettivi vitali, che generano valore e si traducono in prezzi convenienti per i consumatori, in prodotti di qualità e in servizi sempre migliori. È, però, importante che il processo di liberalizzazione nel nostro Paese venga completato, affinché si traduca in vantaggi concreti per i cittadini e per le imprese.

Perchè la concorrenza è un valore condiviso.

Ed è necessario che venga riconosciuto e perseguito da tutti, che diventi un obiettivo di sistema, del Sistema Paese, se vogliamo che incida positivamente sulla competitività dell’Italia sui mercati internazionali.

Un contesto concorrenziale è capace di generare benefici diretti e indiretti per le aziende e per il consumatore finale: è quanto ha riconosciuto il 78% degli imprenditori e dei manager dalle imprese del largo consumo associate all’Istituto, interpellati in occasione della V edizione dell’Osservatorio economico Indicod-Ecr.

Ed è motore dell’innovazione. Proprio la forte competitività del mercato di riferimento è stata la molla che ha spinto il 60% delle aziende associate a Indicod-Ecr ad investire nell’adeguamento del loro posizionamento a quello dei competitor più diretti ed a puntare soprattutto sulla qualità della loro proposta, nel caso delle imprese industriali, e sul contenimento dei costi e sullo sviluppo della rete commerciale, in quello della GDO.

Uno scenario economico d’incertezza

Investimenti in innovazione e competitività che molti di noi hanno ritenuto opportuni nonostante il quadro d’incertezza in cui ci troviamo a operare. Uno scenario che purtroppo non è migliorato rispetto a quello di crescita del PIL inferiore alla media europea, di debito pubblico elevato, di bassa produttività, di scarso livello di liberalizzazione dei mercati, di ridotte dimensioni delle imprese, di bassi investimenti in ricerca e sviluppo, che avevo delineato in occasione del nostro precedente incontro annuale.

E le previsioni per i prossimi tre anni sull’andamento del PIL confermano il gap tra il nostro Paese e l’economia europea e mondiale: un’economia italiana che si pensa manterrà un differenziale di crescita rispetto agli altri Paesi dell’area euro stimabile in mezzo punto in meno e addirittura di tre punti in meno se guardiamo al trend mondiale.

Dopo un 2007 di consumi in leggera crescita anche in Italia, sostanzialmente in linea con il trend medio dei Paesi UE, per il triennio appena iniziato, la previsione è di un progressivo rallentamento della crescita in Italia e di un ampliamento della forbice che ci divide dal resto d’Europa.

Su questo scenario già difficile, si è innestato un altro motivo di preoccupazione: la ripresa dell’inflazione, salita al 2,6% a dicembre scorso, il valore più alto dal giugno del 2004. Inflazione riconducibile all’innalzamento delle quotazioni di molte materie prime, oltre che al continuo aumento dei prezzi dei carburanti e, più in generale, dell’energia.

Rincari delle materie prime e dei costi energetici che le imprese del largo consumo non sono più in grado di assorbire completamente e che già si sono tradotti in alcuni aumenti dei listini e dei prezzi al consumo, seppure contenuti al massimo per non pesare più dello stretto indispensabile su consumatori che, in larga parte in Italia, hanno già visto indebolirsi il loro potere d’acquisto. Le aspettative dei nostri associati relative al momento di tensione sui mercati indicano che la maggior parte degli intervistati è convinta che il fenomeno sia di natura strutturale e non transitorio.

Anche il sentiment degli imprenditori peggiora

Le 33mila imprese industriali del largo consumo e della moderna distribuzione, aderenti ad Indicod-Ecr, insomma, si trovano ancora a fare i conti con un Sistema Paese che non è all’altezza della situazione. E questa difficoltà si riflette sulle attese di imprenditori e manager del nostro settore circa il futuro che li attende.

Come emerge dalle dichiarazioni raccolte dall’Osservatorio economico di Indicod-Ecr nel secondo semestre 2007 e rielaborate dal nostro Centro Studi, il sentiment degli associati mostra un forte peggioramento. Gli associati, quindi, non nascondono le proprie preoccupazioni sulla situazione attuale e prospettica. Emerge ancora una volta l’immagine di una classe imprenditoriale che vede evidentemente frustrate le proprie aspettative in termini di riforme strutturali ed economiche.

Risultati confermati da recenti rilevazioni de Il Sole 24 Ore-Banca d’Italia, che registrano un forte aumento della percentuale di imprese che ritiene l’attuale situazione meno favorevole rispetto a quella dei tre mesi precedenti (erano il 39% a settembre scorso contro il 14% del giugno 2007), e un netto calo (dal 25% al 7%) della quota di aziende che invece osservano un miglioramento.

Ma non basta lamentarsi. Bisogna darsi da fare.

L’impegno di Indicod-Ecr

In questo scenario, io in prima persona e tutto il Consiglio Direttivo e lo staff di Indicod-Ecr intensificheremo il nostro impegno nel favorire lo sviluppo e l’implementazione di soluzioni e di strumenti, la fiducia e la credibilità necessarie ad affermare la nostra visione.

Lavoreremo per diffondere su larga scala prassi che si sono rivelate particolarmente efficaci nel promuovere il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia complessiva delle imprese associate e la loro capacità di stare sul mercato.

Manterremo il focus sui temi strategici per il largo consumo, rimanendo in un ambito neutrale e non competitivo, coerentemente con i valori di Indicod-Ecr, continuando un dialogo aperto e trasparente, puntando alla creazione di un valore comune, discutendo e dibattendo i problemi così da ottenere un ampio consenso intorno alle soluzioni individuate, ma anche agendo come interfaccia di riferimento delle istituzioni per tutte le problematiche di filiera.

Oltre alla ricorrenza del trentesimo anniversario di Indicod-Ecr, quest’anno vede concludersi il mio impegno alla presidenza. In questi due anni ho visto l’Istituto avvicinarsi a grandi passi alla realizzazione della mission delineata quando si sono unite le anime di Indicod e di Ecr Italia: da un lato Indicod, impegnato nella progettazione e nell’applicazione di standard tecnici per la gestione delle tecnologie di identificazione e di comunicazione, dall’altro lato Ecr, sinonimo di ricerca avanzata nella relazione tra le imprese di largo consumo e il consumatore. Insieme in Indicod-Ecr, queste due sensibilità possono offrire migliori standard, tecnologie e modelli per implementare l’innovazione e lo sviluppo delle imprese offrendo una maggior soddisfazione del consumatore.

Tutte le iniziative, i progetti e i gruppi di lavoro in cui è impegnato Indicod-Ecr fanno parte di un sistema articolato in grado di portare le imprese a migliorarsi, ad aumentare la loro produttività e, quindi, la loro competitività. Vi esorto dunque a partecipare fattivamente. Perchè solo dandoci da fare concretamente – da subito, senza indugi – potremo migliorare la produttività delle nostre imprese e favorire la competitività del nostro Paese.

*Sintesi del suo intervento al convegno “Concorrenza come motore della crescita” - Milano, 30 gennaio 2008.
Dario Rinero è presidente di Indicod-Ecr e presidente e amministratore delegato di Coca-Cola HBC Italia.