supply chain

Pronti per il futuro

In apertura dell’incontro dal titolo “The value chain of the future: the consumer is boss” che si è tenuto mercoledì 9 maggio, a precedere gli interventi dei relatori e a dare un filo conduttore è stato un filmato riguardante un ipotetico futuro (è stata scelta la data del 2016) in cui la sostenibilità sarà all’ordine del giorno, così come l’efficienza delle consegne dovuta a un “accorciamento” della supply chain. Il tema centrale dell’incontro sono stati dunque i cambiamenti che industria e distribuzione stanno attuando per prepararsi a questo futuro.
Un futuro fatto di collaborazione tra tutti i livelli della catena che lega il prodotto all’utente finale, un futuro fatto di attenzione all’ambiente, ascolto del consumatore e risparmio di tempo e di passaggi inutili. Efficienza e sostenibilità sono la chiave di accesso al futuro.
Il primo a intervenire è stato Zygmunt Mierdorf, membro del Management Board di Metro Group. Partendo dal presupposto che il consumatore deve essere al centro della visione di business, Mierdorf si è chiesto se siamo davvero pronti a cambiare per andare incontro alle sue esigenze. Le sfide da affrontare sono molte: ad esempio, i cambiamenti demografici, la crescente digitalizzazione e la sostenibilità.
Secondo Sabine Ritter, general manager di GCI, per affrontare queste sfide l’industria deve avere una visione completa. Ha infatti affermato: «Non basta prendere in considerazione i fattori interni, come il comportamento del consumatore, il flusso di informazioni e di prodotti. La visione dell’industria deve essere connessa anche a fattori esterni: l’ecologia, i cambiamenti demografici, le nuove tecnologie e l’economia».
L’industria del futuro dovrà essere sostenibile, per evitare di aggravare la difficile situazione climatica e tentare di arrestare l’innalzamento della temperatura. Dovrà tenere conto dei fattori demografici: la crescente urbanizzazione, l’invecchiamento della popolazione e le grandi migrazioni costituiranno una grande sfida e nello stesso tempo una grande opportunità per le industrie che sapranno adattarsi alle esigenze dei nuovi target di acquirenti. Ovviamente dovranno essere stilate nuove regolamentazioni restrittive, per esempio limitazioni del traffico e norme sulla sicurezza dei prodotti alimentari.
Un obiettivo importante è la creazione di una nuova supply chain, che riesca a evidenziare il valore dei prodotti offrendo un servizio migliore al consumatore. Se oggi la durata media di una supply chain è ancora notevole, in futuro il tempo dovrà essere ridotto a 20 giorni, anche grazie ad una maggiore diffusione, ad esempio, delle consegne a casa e dello shopping on line ad opera del cliente stesso. (Tavola 1 - Le aree di opportunità nella catena del valore del 2016).

La produzione si avvicinerà molto al consumatore. Il dialogo con l’utente finale dovrà essere biunivoco per poter rispondere meglio alle sue vere esigenze. In questa fase la disponibilità di informazioni in tempo reale sarà cruciale. Si dovranno trovare quindi nuovi modi di lavorare insieme da parte di industria, distribuzione e operatori logistici.
A questo riguardo alcuni studi sono stati avviati. Il primo, sulla condivisione delle informazioni, è stato presentato da Peter Jordan, director international B2B Strategy di Kraft Foods. Le informazioni in futuro saranno sempre più disponibili ovunque, grazie alla tecnologia portatile, che rende sempre più inscindibili persona e macchina. Di quali dati si tratta quando si parla di condivisione? Dati riguardanti eventi, disponibilità di prodotto, ricerche di mercato, comportamento dei consumatori. «È il comportamento del consumatore a guidare l’azione», ha affermato Peter Jordan. Queste sono le informazioni che dovrebbero essere rese disponibili per tutti gli attori coinvolti nella supply chain.
Dati accurati e in tempo reale aiutano a prevenire i problemi: «È importante sapere cosa succederà, non cosa è già successo», ha continuato Peter Jordan.
Kraft sta lavorando con GCI per creare una nuova cultura di condivisione delle informazioni, focalizzata soprattutto sui dati di mercato e sullo studio del consumatore. «Bisogna selezionare uno scenario e costruire un modello di raccolta dati che lo supporti, identificare il valore aggiunto dello sviluppo di un processo collaborativo, definire un gruppo pronto a lavorare con il nuovo modello per valutarne i benefici e considerare le piattaforme che potrebbero permettere l’attuazione del progetto», ha concluso Peter Jordan.
Chrys Tarvin, vice president Global Supply Chain di Wal-Mart Stores, partecipa al progetto di GCI occupandosi della logistica. «Come sarà la supply chain del futuro? Come ci si può arrivare? Quali sono le maggiori sfide e che parametri si dovranno utilizzare? Sono questi gli interrogativi a cui dobbiamo sforzarci di rispondere», afferma Chrys Tarvin.
In particolare ci sono dei conflitti da risolvere: la riduzione dei costi di distribuzione senza la perdita delle differenziazioni all’interno della logistica, l’incremento delle consegne a casa senza che aumenti il prezzo della distribuzione, la riduzione del tempo di consegna di un prodotto senza un rialzo dei costi della supply chain. Indubbiamente si tratta di problemi complessi, la cui soluzione richiede ancora studi e sperimentazioni.
Kees Jacobs, principal consultant di Capgemini, infine, si è interrogato sul consumatore del futuro. Un’area chiave per l’acquirente di domani sarà quella dedicata a salute e benessere. I consumatori inoltre prenderanno sempre più in considerazione la sostenibilità delle loro decisioni e saranno sempre più a loro agio con le nuove tecnologie, domestiche o portatili. Nei prodotti e nei servizi daranno un valore crescente alla personalizzazione e saranno disposti a fornire informazioni rilevanti, aspettandosi di essere coinvolti in un vero dialogo. In questa nuova panoramica i negozi rimarranno importanti (con un aumento della richiesta di consegne a domicilio), ma accanto a questi il canale on line crescerà considerevolmente. Internet avrà un maggiore impatto sui prodotti tecnologici e su libri e cd, mentre per il settore food rimarrà dominante il punto vendita.
In conclusione, i relatori hanno riassunto i passi fondamentali da compiere per “andare” verso il futuro. Per Mierdorf è importante imparare ad ascoltare il cliente e proporre un modello trasparente per guadagnare e mantenere la fiducia dei consumatori. Chrys Tarvin sottolinea l’importanza della sostenibilità. «Una supply chain sostenibile è una supply chain leggera, cioè il nostro obiettivo». La collaborazione, al di sopra di tutto, è fondamentale. Denota fiducia e trasparenza


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