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Performance aziendali e vantaggio competitivo migliori grazie agli standard GS1

L’industria dei prodotti di largo consumo sperimenta una costante evoluzione, sia in termini di livello dei cambiamenti sia riguardo al ritmo a cui essi avvengono. Per averne prova è sufficiente osservare le reti globali di approvvigionamento, linfa del settore industriale. La domanda da parte di consumatori informati e connessi in rete fa sì che i prodotti siano sempre più personalizzati, tanto per i mercati locali quanto per i micro-segmenti di mercato, al fine di fornire agli utenti finali soluzioni per stili di vita innovativi. Nel prossimo futuro, le numerose sfaccettature della complessità industriale molto probabilmente continueranno ad aumentare, e le aziende che saranno in grado di volgere tale complessità a loro vantaggio – mediante una combinazione di analisi, condivisione dei processi, collaborazione e azioni decisive – avranno successo.

The Consumer Goods Forum chiede ogni anno ai suoi membri e alle organizzazioni partner di partecipare a un’indagine di benchmarking per valutare l’implementazione degli standard GS1, le infrastrutture industriali e i risultati.

A seguito della nutrita partecipazione di quest’anno sono state sottoposte 5624 KPI scorecard e oltre 2100 valutazioni delle potenzialità, a circa 5280 aziende di 50 paesi diversi. Si tratta di dati di portata globale che hanno consentito di fotografare l’attuale situazione del settore. Il crescente numero dei partecipanti all’indagine ha dimostrato che non sono solo le nuove aziende a essere interessate agli standard e a partecipare ai processi, ma che anche chi vi aveva già preso parte in passato ha incrementato la propria partecipazione anno dopo anno, superando differenze e divisioni geografiche.

Quest’anno, IBM Global Business Services è stata chiamata ad avviare una valutazione annuale dei risultati delle scorecard. Dall’esame di 4400 KPI contenuti nelle scorecard compilate dalle aziende di prodotti di largo consumo e dall’analisi delle correlazioni tra l’utilizzo degli standard GS1, la tecnologia e i risultati è emerso che le correlazioni in grado di migliorare i risultati del business attraverso l’utilizzo degli standard sono molteplici.

Un esempio di tutto ciò potrebbe essere una supply chain più efficiente, che si ottiene mediante tassi di riapprovvigionamento (fill rates) migliori, riduzione dei costi di distribuzione, miglioramento della disponibilità a scaffale/riduzione del tasso di out-of-stock e maggiore accuratezza della fatturazione tra le aziende che implementano gli standard GS1.

Le aziende che applicano un maggior numero di standard, o standard a livelli più alti, sperimentano inoltre un costante miglioramento dei risultati di business. L’opportunità di una rilevante riduzione dei costi, nonché di un aumento del fatturato e dei benefici derivanti da una supply chain più flessibile è stata confermata dall’analisi delle risposte. Nonostante il collegamento dichiarato tra standard e miglioramento delle prestazioni, per le imprese del largo consumo esiste comunque la possibilità di applicare ulteriori standard in grado di creare e sostenere un vantaggio competitivo. Qui di seguito sono riassunti i risultati, le intuizioni chiave e gli indiscussi benefici che l’implementazione degli standard può portare.

La Global Scorecard

La global scorecard consente alle aziende di misurare le loro attuali prestazioni e potenzialità utilizzando un set di misure standard. Ciò permette alle imprese di effettuare un proprio benchmark nei confronti di altri gruppi che ne condividano geografia, canali distributivi o categoria di prodotto, per identificare eventuali gap di prestazione e porre in essere dei piani in grado di colmare tali lacune o persino distinguersi da tutti gli altri per un particolare strumento di action planning. Si possono inoltre monitorare i progressi rispetto ad azioni specifiche e obiettivi a lungo termine. La global scorecard è condivisa da The Consumer Goods Forum e ospitata da IBM Global Business Services. L’indagine, le analisi e il report annuale sono creati e preparati da IBM Global Business Services in collaborazione con The Consumer Goods Forum. Tale strumento offre un’analisi delle seguenti aree:

  • Valutazione standard delle potenzialità (una valutazione qualitativa che misura lo stato dell’implementazione)
  • Domanda
  • Fornitura
  • Fattori abilitanti (identificazione articolo, messaggi elettronici e sincronizzazione master data)
  • Integratori
  • Rilevazioni commerciali (misurazioni quantitative quali livelli di servizio, inventario, out-of-stock, tempi di approvvigionamento, costi, accuratezza della fatturazione)
  • Misurazioni riguardanti l’implementazione (misurazioni quantitative quali livelli di implementazione per identificazione e ubicazione articolo, scambio elettronico di dati-EDI, global data synchronization).

Per maggiori dettagli sulle diverse misure, vedi le Figure 5 e 6.

Che cosa può fare la global score card

Le potenzialità chiave di una CGF Scorecard sono le seguenti:

  • Fotografa lo stato “attuale” a livello di azienda individuale, regionale/nazionale e globale
  • Valuta performance chiave di processo rispetto a imprese con interessi comuni
  • Evidenzia eventuali gap nei livelli delle prestazioni
  • Contribuisce a supportare un business case per progetti di miglioramento
  • Fornisce uno strumento per la redazione dei report personalizzabile in base a requisiti specifici
  • Contribuisce a misurare il successo
  • Aiuta a stabilire delle priorità. Siete all’avanguardia o esistono professionisti più specializzati in grado di aiutarvi a porre le basi della vostra attività?
  • Fornisce risultati ed effetti (impatto e valore aziendale) delle scorecard, come evidenziato nel report annuale, e include informazioni trasversali rispetto a regioni geografiche e tipologie di business
  • Fornisce uno strumento di action planning on-line che dà visibilità alle azioni concordate e ai progressi
  • Permette alle multinazionali di gestire programmi regionali e globali
  • I dati sono anonimi e trattati in modo altamente confidenziale

La partecipazione alle misurazioni, nel 2009/2010 è notevolmente aumentata, come dimostrato dai numeri molto più elevati di KPI scorecard sottoposte ad analisi, in rapporto a quelle degli anni precedenti.

Sebbene i grafici riportati di seguito (Figure 2 e 3) indichino che il fatturato complessivo delle aziende partecipanti all’indagine sulle global scorecard fosse elevato, i dati conclusivi per il 2009 evidenziano un declino rispetto al 2008, in parte dovuto al fatto che quattro grandi aziende membri del CGF nel 2009 hanno partecipato in modo marginale rispetto agli anni precedenti. Gli intervistati rappresentavano comunque un fatturato complessivo di 1800 miliardi US$, comprendente il 10% delle società globali più importanti, presenti nella classifica Fortune 500 per il 2009. Tra le società di prodotti di largo consumo confezionati elencate dalla classifica Fortune 500, il 34% partecipava al sondaggio.

Più alto è il numero delle scorecard inviate, maggiore è il valore dei risultati ottenuti: per questo è così importante che al sondaggio partecipi il maggior numero di imprese possibile.

L’importanza dei dati comuni

L’industria dei prodotti di largo consumo è altamente competitiva, ha una movimentazione veloce ed è in rapido cambiamento. A causa dei margini costantemente sotto pressione, l’impresa di beni di consumo globale necessita di un fattore in grado di contrastare la crescente complessità richiesta per guadagnare un vantaggio competitivo. Il consolidamento e l’integrazione di fonti di dati accurate e rapidamente accessibili rappresentano la chiave per la società informatizzata di domani.

Ben oltre 2500 Chief information officer (Cio) di importanti organizzazioni in tutto il mondo hanno sottolineato, nell’IBM 2009 Global CIO study, l’importanza di informazioni e analisi che permettano decisioni più rapide mediante azioni in grado di ottimizzare i processi, per esiti più prevedibili.
La capacità di analisi può aiutare l'impresa a:

  • Accedere in modo efficiente a grandi volumi di informazioni
  • Migliorare la tempestività e la precisione di piani e previsioni
  • Tradurre grandi tesori nascosti costituiti da dati strutturati e non in intuizioni aziendali valide
  • Contribuire a ripensare i processi aziendali e fornire un migliore controllo mediante la trasparenza
  • Misurare e monitorare prestazioni e benefici

Le società di prodotti di largo consumo si preparano alla condivisione dei dati

Nell’indagine sulle global scorecard, il punteggio relativo ai fattori abilitanti dei partecipanti alla global data synchronization/qualità dei dati è passato da 3.1 a 3.3 (su una scala da 0 = nessun progetto, a 4 = implementazione completata), per produttori, distributori e grossisti. Il che significa che l’azienda media ha già avviato la fase di implementazione.

Un esempio pratico

Le industrie più importanti usano ampiamente gli standard per via dei benefici che ne traggono. Wal-Mart e altre società di distribuzione di abbigliamento, per esempio, hanno recentemente annunciato un’iniziativa tesa ad applicare etichette RFID ai capi di abbigliamento venduti nei loro punti vendita. Un’iniziativa che rappresenta il maggiore intervento di questo genere mai realizzato al mondo e dalla quale Wal-Mart si aspetta un risparmio significativo, oltre, ovviamente, a ritiri di prodotto più efficienti e alla prevenzione delle perdite e degli errori di inventario. Le etichette RFID possono contribuire infine a eliminare le code alle casse.

Nel 2007, un programma pilota analogo introdotto da American Apparel Inc. dimostrò che gli i punti vendita che applicavano la tecnologia RFID avevano incrementato le vendite del 14,3%. Il 1° novembre 2010, un gruppo di importanti distributori, produttori, fornitori, associazioni industriali, fornitori di tecnologie e accademici, ha avviato un’iniziativa di ampio respiro per l’adozione della tecnologia RFID nel retail, nella convinzione che ciò promuoverà l’innovazione, incrementerà l’efficienza aziendale e offrirà al consumatore l’opportunità per una migliore esperienza di acquisto. In base a una ricerca condotta dall’Università dell’Arkansas, la tecnologia ha portato all’industria del retail indiscussi benefici, tra cui un tasso di accuratezza dell’inventario di oltre il 95% rispetto a una media del 62% e una riduzione dell’out-of–stock fino al 50%. I risultati delle scorecard indicano che le aziende hanno da poco iniziato a utilizzare i codici prodotto elettronici (RFID).

Sviluppo degli standard e misurazione dei risultati

Abbiamo osservato un trend positivo in quasi tutti gli standard. Ne risulta che le imprese sono impegnate in un costante aumento dei livelli di implementazione, evidentemente perché ne notano i benefici. Tali risultati sono supportati dal fatto che un “sottogruppo campione” (imprese che hanno partecipato a tutte le indagini) nel corso degli anni scorsi ha mostrato una ragionevole tendenza all’incremento.

Gran parte delle misurazioni raccolte evidenziavano numeri più positivi rispetto agli anni precedenti, contribuendo così con un punto di vista diverso alla costruzione di un’immagine complessiva degli standard e dei risultati.

Costi, ricavi e supply chain flessibile

Come si evince dalla Figura 7, il quadrante in alto a destra rappresenta le organizzazioni in cui sono stati implementati da 6 a 10 standard, con un livello medio minimo di implementazione pari al 51%. Le imprese di questo gruppo hanno riportato costi di distribuzione inferiori rispetto a quelle che avevano adottato un numero minore di standard e con livelli di implementazione media più bassi. I leader industriali (aziende che hanno implementato almeno 6 standard con un livello medio di implementazione superiore al 50% - produttori, distributori e grossisti) traggono vantaggio dalla riduzione dei costi di distribuzione.

La Figura 8 evidenzia che esistono numerose correlazioni positive tra l’uso degli standard e la rilevazione dei risultati

Come si può notare nella Figura 9, la percentuale di out-of-stock è decisamente inferiore tra le imprese che hanno implementato lo standard Serial Shipping Container Code (SSCC) oppure utilizzano EDI per gli ordini. Entrambi i sistemi contribuiscono a migliorare il servizio ai consumatori, i quali beneficiano di un rischio di esaurimento delle scorte di prodotto inferiore, nonché di un accesso preferenziale ai nuovi prodotti. È essenziale che soddisfazione e valore del consumatore si incontrino, al fine di mantenere la fedeltà, non solo ai marchi, ma anche all'insegna, per incrementare le vendite e la redditività di categoria.

Dalla Figura 10 si evince, invece, che le aziende che usano estensivamente master data sincronizzati per le vendite tra partner commerciali mediante il sistema Global Data Synchronization Network (GDSN) sperimentano una diminuzione dei costi di distribuzione. Il GDSN è una rete interconnessa, costruita su Internet, di archivi di dati interoperabili che consentono ad aziende in tutto il mondo di scambiare dati di supply chain accurati, adeguati, standardizzati e sincronizzati con i rispettivi partner commerciali, mediante il sistema di Global Product Classification standardizzato. Quanto alle imprese che utilizzano EDI per gli ordini o GTIN (Global Trade Identification Number) per cartoni/imballi/sottoimballi a un livello medio di implementazione più avanzato, i risultati dell’indagine condotta hanno evidenziato costi di distribuzione inferiori.

Abbiamo osservato numerosi esempi che dimostrano come a livelli di implementazione più avanzati corrispondano un risparmio e margini di miglioramento superiori. Come si può notare dalla Figura 11, aumentando il livello di implementazione si assiste a un ulteriore incremento dei benefici di cui possono godere le aziende. Pertanto, le imprese che adottano più misure contemporaneamente, conseguono risultati migliori.

Una sfida a livello aziendale

Le aziende che si sono impegnate nell’implementazione degli standard mostrano prestazioni migliori rispetto a quelle che hanno deciso di non farne uso. Aumentare il livello di implementazione ha dato luogo a risultati più positivi che procedere a un’applicazione limitata degli stessi. Continuare a implementare gli standard può quindi tradursi in un costante miglioramento.

In conclusione, rimangono alcune questioni chiave:

  • Molte grandi imprese utilizzano già gli standard in modo estensivo. La collaborazione permette ai leader industriali di condividere esperienze e di contribuire al miglioramento dei processi di business. Perché mai un’azienda di dimensioni più ridotte dovrebbe perdere questa importante opportunità di collaborare con le maggiori imprese e non trarne vantaggio?
  • Distributori e grossisti implementano standard a un livello superiore rispetto ai produttori. I risultati evidenziano una vasta implementazione degli standard di identificazione dei prodotti, potenzialmente interessante anche per i fabbricanti. Perché i produttori non aumentano l’implementazione degli standard?
  • Le imprese che trattano prodotti freschi e deperibili mostrano tempi di riapprovvigionamento più brevi rispetto alle aziende che non trattano prodotti freschi: una buona ragione per adottare standard che permettano di rimanere competitivi e trarre vantaggio da tempi di riapprovvigionamento inferiori. Perché non cogliere tale opportunità?
  • Molte imprese associate al Consumer Goods Forum, che sono anche leader industriali, credono fermamente nell’utilizzo degli standard. Sebbene il biennio 2008/2009 sia stato un periodo impegnativo, i risultati dell’indagine evidenziano un ragionevole tasso di crescita del fatturato pari al 3%, in questa categoria di aziende. Quali fattori impediscono alle altre imprese di eguagliare o superare gli stessi tassi di implementazione, acquisendo così il medesimo vantaggio competitivo?
  • Nei livelli di implementazione tra regioni geografiche diverse possono esistere delle discrepanze. Quali misure si possono adottare concretamente per incrementare i livelli di implementazione degli standard sia a livello locale sia a quello globale

Un ulteriore approfondimento sulle global scorecard, è disponibile al sito www.globalscorecard.net

Inoltre è possibile contattare
Rüdiger Hagendorn del Consumer Goods Forum: r.hagedorn@theconsumergoodsforum.com
oppure David McCarty di IBM: mccartyd@us.ibm.com