economia

04. I principali ostacoli ai processi di modernizzazione

I principali ostacoli ai processi di modernizzazione? Politica e burocrazia ai primi posti

Anche Industria, Largo Consumo, Commercio all’ingrosso e GDO concordano con la popolazione nell’individuare nella politica e nella burocrazia i principali ostacoli alla modernità.

Si tratta di un problema culturale: si è troppo orientati all’interesse privato. Il problema è di natura culturale: “Qua al Sud c’è ancora il caporalato, praticamente ancora la schiavitù”, “La cultura del bullismo è l’espressione dell’arroganza tra i più giovani, un atteggiamento che è l’opposto della modernità che dovrebbe unire”, “Il razzismo, le differenze sociali”.
Emerge fortemente, come caratteristica prettamente italiana, una componente culturale orientata in modo prioritario all’interesse privato, piuttosto che alla collettività. Ad esempio, nel campo della ricerca scientifica c’è la tendenza a non condividere i risultati, a tenere per sé le proprie scoperte: “In Italia la cultura è a compartimenti stagni non c’è globalizzazione, ognuno si tiene le cose per sé e non si condividono”, “L’Italia non va alla stessa velocità degli altri Paesi, guarda gli studi sui geni, è a compartimenti stagni, non c’è globalizzazione”.
Mancano politiche condivise a livello nazionale. Tutto sta alla libera iniziativa dei singoli: “Il problema è proprio la cultura che è individualista, rivolta al singolo, quindi offre poche opportunità”.

Tra gli intervistati è sottesa la percezione di una certa innegabile responsabilità delle istituzioni.
Sembra infatti che i partecipanti ai focus group si aspettino dalle istituzioni una guida capace di interpretare al meglio lo scambio tra tradizione e modernità: “Le istituzioni dovrebbero influenzare i cittadini” “In famiglia se i genitori sono culturalmente evoluti, i figli lo sono altrettanto, rapportando questo discorso alle istituzioni, col fatto che lo Stato non è molto evoluto anche i cittadini hanno una marcia in meno”, “Per me i cittadini sono vecchi e non li puoi cambiare, ma le istituzioni si potrebbero scegliere”, “I cittadini rincorrono le istituzioni”.
Per quanto minata sia dunque la fiducia verso le istituzioni, le attese degli intervistati restano indirizzate verso un’immagine ed un ruolo prioritariamente paterno (in termini puramente psicologici) della politica, capace cioè di dare il buon esempio e di incoraggiare responsabilmente al cambiamento.
Non mancano tuttavia i riferimenti anche ad un ruolo più materno delle istituzioni, relativo cioè alla capacità di individuare i bisogni reali dei cittadini e di soddisfarli anche in termini di modernità e innovazione.

Anche le imprese sono percepite come motore del cambiamento (per il 70% degli intervistati)