economia

02. La modernità: mappa mentale, libere associazioni e dimensioni di senso

Le prime associazioni con il concetto di modernità rimandano:

  1. innanzitutto ad un’area prettamente tecnologica: “Tecnologia”, “Reti, internet”, “High tech, pc”
  2. emergono anche citazioni che si riferiscono al progresso, alla conoscenza, alle nuove scoperte: “Velocità, tempi che corrono”, “Comfort”, “Spostamenti, conquiste, la conquista dello spazio”, “DNA”
  3. emerge spontaneamente anche il tema del risparmio e dello sviluppo sostenibile: “Risparmio”, “Risorse energetiche”
  4. ma anche, inevitabilmente, il dark side del concetto: “Guerre commerciali”, “Solitudine”

Per la popolazione intervistata la modernità è da intendersi innanzitutto come progresso (73%)

Per l’Industria e il Commercio all’ingrosso la modernità è da intendersi soprattutto come “innovazione”, “crescita” e “fiducia”

La GDO, pur associando alla modernità i concetti di “valori”, “crescita” e “fiducia”, mette in evidenza anche la componente di rischio e di sfide che la modernizzazione pone

La modernità è concepita come “alleata del genere umano”, soprattutto se in riferimento alla tecnologia intesa come “innovazione che semplifica la vita”.
Indiscutibile l’accezione prettamente positiva che prevale in relazione al concetto di modernità: tutti, e velocemente, ne evidenziano anche lati oscuri, ombre e insoddisfazioni, ma tutti la iscrivono in un contesto assolutamente positivo, che rimanda prioritariamente a tecnologia e conoscenza.
Il concetto di tecnologia viene declinato prioritariamente in riferimento alla componente di innovazione e, sebbene in un secondo momento, in relazione alla semplificazione della vita quotidiana: “Fibre ottiche, spazio, internet, PC”, “Sviluppo della ricerca medica”.
La modernità dunque è percepita e vissuta come “alleata” del genere umano, una risorsa capace di migliorare sostanzialmente la sua qualità di vita e le sue relazioni.

Si auspica una modernità come “complessità fruibile”, condivisibile da tutti.
La tecnologia da un lato cambia i bisogni primari, si assimila totalmente, diventando per certi versi irrinunciabile, dall’altro continua ad affascinare: “Ma come si faceva prima di internet?”,“non mi saprei vedere senza cellulare, o come mia madre che non ha mai preso un treno”,“non potrei fare a meno delle automobili, del Bimbi, del forno a microonde”.
Modernità quindi come contesto culturale animato da uno spirito che favorisca la scoperta, il rapporto con l’ignoto, dunque propenso all’apertura verso l’altro, alla globalizzazione intesa come condivisione.
Non a caso, un tema ricorrente, sebbene non citato, che sottende a molte delle verbalizzazioni dei gruppi, è proprio la fruibilità della modernità, quindi la possibilità di utilizzo in maniera semplice ed intuitiva, ma soprattutto condivisa, di sistemi anche molto complessi: “La modernità deve portare vantaggi a tutti altrimenti nel lungo periodo il sistema collassa… Come adesso”.

La modernità in negativo: rischi e paure.
Sia pure marginalmente, emergono anche delle accezioni decisamente più negative, in riferimento al concetto di modernità:

  1. Il pericolo che si riduca il senso di responsabilità sociale: “Si pensa a tirare avanti e ci si scorda dei più deboli”, “Rischi di abusi perché manca la capacità di gestire il sociale”, “Un ritorno al medioevo, inteso come momento in cui c’erano tante trasformazioni ma c’era chi stava davvero male”
  2. La fragilità del sistema, che è sempre più legato alla tecnologia e sempre più indipendente dall’uomo
  3. La solitudine: “Molte più relazioni ma attraverso la rete e non con il contatto”, “Va bene la virtualità ma alla fine resti solo”