economia

Ancora più concorrenza nel largo consumo in Francia

l'opinione di

Enrico Colla

Per limitare l’aumento dei prezzi al consumo in Francia è necessario, secondo il Governo, rendere più libere le negoziazioni fra produttori e distributori, e favorire così un’intensificazione della concorrenza. Il recente rapporto Hagelsteen spiega come sia possibile farlo e la ripresa dell’inflazione sembra favorire l’adozione delle sue proposte in un nuovo progetto di legge previsto a breve termine.

Già in occasione dell’approvazione della legge del 3 gennaio 2008 (legge Chatel, dal nome del sottosegretario per il Consumo) il ministro dell’Economia e delle Finanze aveva annunciato che avrebbe successivamente modificato la normativa sulle negoziazioni, in modo da renderle più libere. In questo modo il Governo spera di sopprimere gli ostacoli ancora esistenti allo sviluppo della concorrenza verticale e ottenere una riduzione dei prezzi al consumo. La riforma è, però, delicata e, se mal realizzata, rischia di suscitare una forte ostilità dei produttori, in particolare delle PMI.
Il presidente della Repubblica aveva perciò deciso di affidare a Marie-Catherine Hagelsteen, ex presidente del Conseil de la Concurrence, la redazione di un rapporto contenente proposte precise e frutto di un’attenta riflessione, basata anche sul confronto delle posizioni delle diverse professioni coinvolte.
Il rapporto Hagelsteen, presentato il 12 febbraio 2008 al ministro dell’Economia e delle Finanze, inizia con la constatazione degli effetti perversi della legge Galland del 1996 sul divieto della rivendita sottocosto. La legge aveva provocato nei prezzi dei prodotti di marca nazionale un’inflazione superiore a quella di molti altri paesi europei e un concomitante e continuo aumento dei cosiddetti marges arrière - i contributi finanziari dei produttori per i “servizi” forniti dai distributori - che ha messo in grave difficoltà questi ultimi esponendoli a rischi giuridici molto elevati.
La legge del 2 agosto 2005 (legge Dutreil) aveva consentito ai distributori di dedurre dal prezzo in fattura - la soglia di sottocosto - una parte dei marges arrière. Ciò ha favorito un ribasso dei prezzi delle marche nazionali di circa il 3% nel biennio 2006-2007 e il mantenimento di un’inflazione quasi nulla per l’insieme dei prodotti.
La nuova legge del 3 gennaio 2008 (legge Chatel) consente ormai di dedurre dai prezzi in fattura tutto l’ammontare dei marges arrière, ma, nonostante le raccomandazioni contenute nel rapporto Attali, non ha abolito il divieto di non discriminazione delle condizioni di vendita né modificato le norme sulle fatturazioni. Queste disposizioni sono ancora all’origine di un continuo aumento dei marges arrière e frenano l’esercizio del contropotere dei grandi distributori.
Infatti, l’obbligo di non discriminazione delle condizioni generali di vendita impedisce ai distributori di discutere i prezzi di listino altrimenti che negoziando i cosiddetti servizi (di cooperazione commerciale, servizi distinti e altri). Ma ormai questi margini, che superano il 50% in alcune merceologie, non possono più avere contropartite reali di tale ampiezza. Le fatture sono così in parte fittizie e continuano a esporre i distributori a gravi rischi giuridici.
Per queste ragioni il rapporto Hagelsteen propone di sopprimere il divieto di differenziare le condizioni di vendita fra i distributori lasciando una maggiore libertà agli operatori di definire condizioni particolari di vendita, senza bisogno di giustificarle con servizi particolari. La modifica dovrebbe favorire il trasferimento di una parte dei marges arrière in sconti sui prezzi di listino e limitare così la fatturazione separata dei servizi, riconducendo i marges arrière a livelli normali e più corrispondenti alla realtà.
In questo modo i distributori potrebbero esercitare più liberamente la loro pressione negoziale volta alla riduzione del prezzo all’ingrosso. Con il successivo trasferimento a valle dei vantaggi ottenuti a monte, la riforma si tradurrà in un vantaggio per i consumatori.
La soppressione del divieto di non discriminazione si accompagna, nel rapporto, a un inasprimento delle sanzioni civili di alcune pratiche restrittive della concorrenza (relative alla fatturazione, ai termini di pagamento, alla firma di una convenzione, ecc.). Inoltre, il rapporto affianca, a queste misure principali, tre misure di accompagnamento. Le prime due -, alleggerire la legislazione relativa alle aperture dei nuovi negozi e istituire dei meccanismi di controllo della concentrazione a livello locale - mirano a sviluppare la concorrenza fra i distributori e trasferire così ai consumatori i vantaggi ottenuti nella negoziazione. La terza - creare un codice di buona condotta nelle relazioni fra produttori e distributori - dovrebbe contribuire a riequilibrare le relazioni fra i produttori - in particolare le PMI - e i distributori. Il codice definirebbe, infatti, delle norme consensuali su aspetti quali i termini di pagamento, le penalità per i ritardi di consegna, la definizione di una percentuale minima di prodotti di PMI sui lineari della grande distribuzione, la definizione di piani di business concordati pluriennali.
Il rapporto é molto equilibrato e propone l’attuazione di una riforma importante con una modifica formale limitata, ma efficace, della legislazione attuale. I distributori l’hanno accolto con un certo favore e i produttori con una relativa prudenza.
L’attuale contesto economico sembra, piuttosto, favorire un buon accoglimento delle sue proposte. Gli aumenti dei prezzi di alcune materie prime alimentari e delle tariffe dei produttori si sono infatti tradotti, ormai da alcuni mesi, in una ripresa dell’inflazione dei prezzi dei prodotti di consumo. Iniziata nel novembre 2007, la loro crescita ha raggiunto il 2,39% nel gennaio 2008 (nel confronto con il gennaio 2007) e, per la prima volta da due anni, anche i prezzi delle grandi marche hanno ripreso ad aumentare nello stesso mese (+1,29%), sia pure in misura minore di quelli delle marche commerciali (+3,10%) e dell’hard discount (+3,76%).
In questo contesto, il rapporto Hagelsteen può essere visto come una delle soluzioni cui far ricorso per rallentare la ripresa dell’inflazione.
È quindi molto probabile che le sue proposte siano incluse nel progetto di legge “di modernizzazione dell’economia” che il Governo si é impegnato a presentare in Parlamento entro il primo semestre 2008.

*Professore a Advancia-Negocia, Direttore del "Centre de recherche sur le commerce" (CRC)