tecnologia

01. Il trend positivo degli investimenti It e la ripresa economica

Nel presentare la 38esima edizione del Rapporto Assinform 2007 sull’Information & communication technology, il presidente di AITech-Assinform Ennio Lucarelli, ha sottolineato: “L’informatica italiana non solo si conferma in crescita per il terzo anno consecutivo, ma sta accelerando il suo ritmo. Il trend positivo degli investimenti It rispecchia la curva descritta dall’andamento internazionale, che vuole l’informatica crescere come o più del Pil, fenomeno che si sta registrando quest’anno per l’Italia. É questo un risultato importante, che segnala come l’innovazione tecnologica stia giocando un ruolo significativo nella ripresa economica in atto”.

Nel 2006 il mercato italiano dell’informatica ha raggiunto i 19.804 milioni di euro in crescita dell’1,6% sull’anno prima, consolidando un trend positivo che a fine 2005 risultava dello 0,9%. Il valore di questo risultato può essere valutato meglio, considerando la posizione di partenza, quando l’economia italiana ha reagito alla crisi degli anni scorsi con pesanti tagli degli investimenti, da parte sia delle imprese che della pubblica amministrazione. Per l’informatica ciò ha significato un vero e proprio crollo della domanda, che ha avuto il suo picco negativo a fine 2002 (-3,2% annuo). Tuttavia dal 2003 la domanda It è ripartita, con una velocità che ha permesso nel giro di tre anni un recupero di cinque punti percentuali e che consente di stimare la crescita 2007 dell’ordine del 2% su base annua, al pari del trend del Pil.

Il confronto internazionale, tuttavia, offre la misura del gap accumulato in questi anni, con l’Europa che nel 2006 ha registrato una crescita media degli investimenti in informatica del 3,7% rispetto all’anno precedente e gli Stati Uniti del 5,8%. Gap che si è tradotto nel divario di produttività registrato dalla nostra economia rispetto agli altri paesi. Analizzando i trend nel decennio 1995-2005 si vede, infatti, come la crescita della produttività Usa sia stata oltre il doppio di quella dell’area euro, mentre questa ultima è stata oltre il doppio dell’Italia.

“Il recupero di produttività – ha sottolineato Lucarelli - è un obiettivo primario per il sistema Italia che, come dimostrano i trend dei paesi nostri concorrenti, si raggiunge con un grande sforzo di investimento in It. E questo le imprese italiane ed alcuni settori dell’economia lo hanno capito e lo stanno dimostrando proprio con l’incremento della domanda d’informatica”.

“Lo scenario internazionale – ha continuato il presidente di AITech-Assinform – rivela che le novità più rilevanti dei prossimi anni arriveranno dal software e dagli applicativi, comparti su cui abbiamo tutte le possibilità di disegnare un nuovo spazio italiano di produzione d’innovazione tecnologica. Già oggi la nostra offerta d’informatica registra un buon trend di crescita del software applicativo. Ma il dato più interessante riguarda la produzione di valore aggiunto dei comparti software e servizi: l’82% è prodotto in Italia. Si sta aprendo una fase dell’economia mondiale in cui la capacità di ricercare, produrre, offrire sul mercato innovazione informatica rappresenterà un valore aggiunto sempre più strategico nella competizione internazionale, a cui l’Italia non può rinunciare, ma anzi deve trovare la via per valorizzare e potenziare le sue capacità innovative”.

Secondo Lucarelli, va innanzitutto realizzato un mercato altamente concorrenziale e competitivo per i settori dell’Information & Communication Technology, rafforzando il processo di liberalizzazioni dei servizi e di deregulation delle norme anticompetitive, le quali come rilevato recentemente da un’indagine Ocse, hanno effetti ancor più negativi se incidono su settori strategici per l’innovazione del Paese. Allo stesso tempo è necessaria una politica ad hoc per sostenere l’innovazione nell’It che può essere attuata attraverso il lancio di un progetto nazionale sull’informatica nell’ambito di Industria 2015: “Dobbiamo coniugare le opportunità offerte dalla rivoluzione It alla risoluzione di problemi nazionali” ha concluso il presidente di AITech-Assinform, precisando che “dentro Industria 2015 l’informatica va considerata come settore strategico messo al servizio dello sviluppo dei cinque già scelti, che sono il risparmio energetico, la mobilità sostenibile, i beni culturali, il made in Italy, le scienze della vita. Ciò consentirebbe di acquisire know-how e brevettare nuovo software e nuove applicazioni, che potrebbero poi essere proposti sul mercato internazionale. Senza una specifica azione mirata a produrre in Italia innovazione informatica si rischia, infatti, che l’attuale crescita economica generi una domanda che potrà essere soddisfatta acquistando tecnologie per la maggior parte realizzate all’estero. In alcuni campi la concorrenza ci confermerà che ciò sarà conveniente o necessario, ma in molti altri, i risultati dovranno nascere da iniziative imprenditoriali del nostro Paese”.