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02. I vantaggi dell’Epc passo per passo nella supply chain

La cerimonia d’inaugurazione dell’EPC Lab è stata anche l’occasione di illustrare ai rappresentanti della filiera del largo consumo e agli organi d’informazione intervenuti all’evento le diverse attività che il laboratorio andrà a svolgere e di evidenziare i benefici che la tecnologia EPC/RFId introdurrà.

Massimo Bolchini, Direttore Gestione e Sviluppo Standard di Indicod-Ecr, ha infatti ripercorso a beneficio dei presenti le varie fasi del tragitto di un’unità d’imballo dotata di tag EPC in una supply chain in ambiente RFId. EPC Lab: fine linea produttivaNel fine linea produttiva di un’azienda che avrà scelto di utilizzare la tecnologia dell’identificazione in radiofrequenza, infatti, ogni collo di merce sarà dotato di un’etichetta con tag EPC contenente un codice SSCC (serial shipping container code), che consentirà a quel collo di essere inequivocabilmente identificato, tracciato e rintracciabile in ciascuna fase del suo percorso nella filiera distributiva fino al consumatore finale. Proprio la riconoscibilità in automatico di ogni singolo collo grazie al tag EPC rappresenta una prima sensibile semplificazione rispetto ai sistemi oggi comunemente impiegati dalle aziende della filiera.

EPC Lab: area pickingOgni collo andrà quindi posizionato su un pallet, il quale pure sarà dotato di un suo codice identificativo, il GRAI (global returnable asset identification), in quanto contenitore riutilizzabile impiegato per il trasporto di una determinata quantità di prodotti. Un muletto corredato di lettore in radiofrequenza e collegato con il sistema informativo del magazzino dell’azienda andrà quindi a prelevare quel pallet di merce e a collocarlo in una posizione precisa del magazzino stesso, identificata dal codice SGLN (serial global location number). “E qui si ha il secondo importante vantaggio dell’utilizzo della tecnologia EPC/RFId”, ha sottolineato Massimo Bolchini. “L’SGLN semplifica e velocizza, infatti, il lavoro dell’operatore di magazzino. Questi, invece di dover andare a cercare il punto ove depositare il pallet, per esempio consultando documentazione cartacea e leggendo il codice a barre corrispondente a quella posizione, vedrà comparire sul display del muletto il codice SGLN con la posizione assegnata al singolo pallet. Non solo, il lettore del muletto gli segnalerà anche automaticamente un suo eventuale errore di posizionamento”.

Un terzo momento di netto miglioramento dell’efficienza nel processo logistico è quello della preparazione degli ordini. La tecnologia EPC/RFId consente, infatti, la lettura istantanea dei codici SSCC di tutte le unità d’imballo delle merci fatte passare sotto un apposito varco. Dà inoltre la certezza che la merce spedita corrisponda perfettamente a quella ordinata. Evita altresì che, per errore, sia prelevata merce con data di scadenza più lontana, quando nel magazzino sono presenti altre partite di quella stessa merce più prossime all’esaurimento della shelf life. Consente infine in automatico di verificare la corrispondenza fra quantitativo effettivamente spedito e fatturato, riducendo di molto il verificarsi di errori di fatturazione con tutte le conseguenze che provocano in termini di maggiori costi amministrativi e non solo di quelli.

“La fase di lettura dei codici SSCC”, ha spiegato Massimo Bolchini, “sarà oggetto di test, in quanto al momento sussistono alcuni problemi di lettura dei tag, in particolar modo nel caso di prodotti liquidi o contenuti in confezioni metalliche. I metalli, infatti, generano fenomeni di rifrazione delle onde elettromagnetiche, i liquidi invece le assorbono. Insieme ai partner tecnologici cercheremo dunque soluzioni che consentano di ovviare agli errori di lettura già riscontrati e che riscontreremo. Nel caso dei liquidi, per esempio, potrebbe essere opportuno adottare tag Uhf near field, leggibili dai sistemi d’identificazione in radiofrequenza anche se fisicamente immersi in un liquido. Sono comunque convinto che l’industria dell’imballaggio potrà dare un contributo fondamentale nel ‘domare’ la tecnologia EPC/RFId. Non escludo, infatti, che in un futuro non lontano, proprio per consentire un miglior funzionamento di quest’applicazione, alcune tipologie di prodotti verranno confezionate in packaging diversi da quelli attualmente in uso”.

EPC Lab: area magazzinoMolteplici sono i benefici dell’adozione della nuova tecnologia anche nel punto di vendita. Il sistema operativo del singolo negozio potrebbe innanzitutto essere programmato per far sì che il livello di caricamento degli scaffali sia monitorabile con maggior precisione di quella oggi possibile, evitando così le rotture di stock (secondo le più aggiornate rilevazioni Nielsen determinano minori vendite per 17 miliardi di euro annui in Europa e per 1,5 miliardi di euro nella sola Italia). “Oltre a rendere automatica e non più manuale la rilevazione del livello di caricamento a scaffale delle singole referenze, l’impiego della tecnologia EPC/RFId farà sì che il monitoraggio coincida perfettamente con la realtà in ogni momento”. L’attuale tecnologia basata sui codici a barre consente di rilevare il grado di rifornimento dello scaffale soltanto nel momento in cui il singolo item viene letto alle casse. Sfugge però alla rilevazione il fatto che più clienti, tuttora presenti nell’area di vendita, potrebbero aver prelevato quel determinato prodotto esaurendone le scorte disponibili. “Un domani”, spiega Massimo Bolchini, “potremo avere la situazione aggiornata del numero di pezzi disponibili sullo scaffale ad ogni prelievo da parte di un cliente. Un indubbio progresso in termini d’efficienza”.

Il sistema operativo del punto di vendita potrebbe anche essere tarato per implementare iniziative promozionali, come la stampa di una ricetta o di un buono sconto o per concedere un altro beneficio in occasione di ogni prelievo dallo scaffale di un determinato prodotto (e qui il limite è posto solo dalla fantasia di produttori e distributori); o per fornire informazioni rilevanti per la rintracciabilità di un determinato prodotto ad ogni prelievo; oppure ancora per rendere più efficace la prevenzione dei furti, facendo per esempio in modo che il sistema operativo del punto di vendita rilevi e segnali prelievi anomali dallo scaffale di determinati prodotti. Gia oggi sono d’altronde disponibili sul mercato tag in grado di essere attivati sia da onde elettromagnetiche in HF, normalmente utilizzate dai sistemi antitaccheggio, sia in UHF impiegate dai tag EPC.

La tecnologia EPC/RFId può infine migliorare e velocizzare ulteriormente gli attuali sistemi di self check out. Facendo passare appositi carrelli (con il cestello in plastica invece che metallico) attraverso varchi RFId, qualora ogni prodotto fosse dotato di tag EPC si otterrebbe una lettura istantanea della spesa e un’emissione automatica dello scontrino. “L’errore di lettura dei tag che abbiamo indotto durante la dimostrazione di oggi (in occasione dell’inaugurazione dell’EPC Lab in fase di check out il sistema aveva letto sia i tag dei prodotti contenuti nel carrello che quelli di altri beni presenti su scaffali vicini alla cassa, ndr)”, ha spiegato Massimo Bolchini, “intendeva evidenziare come inconvenienti di questo genere possano avvenire, ma siano risolvibili tecnicamente, tarando in modo diverso il sistema operativo del negozio o le antenne di ricezione delle onde elettromagnetiche, oppure adottando tag leggibili solo a distanza più ravvicinata (near field, ndr), o ancora collocando barriere che circoscrivano il raggio di lettura del varco, ecc”.

Le verifiche del corretto funzionamento delle varie applicazioni della tecnologia EPC/RFId verranno dunque svolte nell’EPC Lab di Peschiera Borromeo, un ambiente reso il più possibile favorevole al suo impiego e, con la fattiva collaborazione dei vari partner tecnologici del progetto, saranno risolte eventuali anomalie. Ma in un secondo momento le sperimentazioni si svolgeranno anche presso aziende aderenti a Indicod-Ecr che avranno dato la loro disponibilità, per verificare il corretto funzionamento della tecnologia EPC/RFId in situazioni reali. I test sul campo consentiranno inoltre a Indicod-Ecr di portare avanti le altre due attività istituzionali del laboratorio: quella in campo formativo e quella di validazione del modello di ROI messo a punto con l’aiuto della School of Management del Politecnico di Milano.


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