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Furti e perdite nel retail: dai numeri agli standard, come cambia la prevenzione

In Italia il taccheggio e le differenze inventariali costano al retail oltre 4 miliardi di euro l’anno, pari all’1,2% dei ricavi. Il Barometro Checkpoint–NielsenIQ fotografa l’estensione del fenomeno e l’evoluzione delle strategie di sicurezza, tra videosorveglianza, RFID e intelligenza artificiale. Ma la vera risposta, come evidenzia GS1 Italy con il gruppo ECR Retail Loss, passa dagli standard di identificazione e da un linguaggio comune che consenta a industria e distribuzione di condividere dati, tracciare le merci e agire sulle cause profonde delle perdite, non solo sui loro effetti.

Taccheggi e perdite nel retail: un fenomeno da 4 miliardi e in crescita

"Barometro dei furti nel retail 2024" realizzato da NielsenIQ per Checkpoint Systems
Mihail - stock.adobe.com

La presentazione del Barometro dei furti nel retail 2024, realizzato da NielsenIQ per Checkpoint Systems e ospitata nella sede milanese di GS1 Italy, ha confermato quanto il tema resti centrale per la distribuzione moderna.

«Il Barometro è uno studio che Checkpoint porta avanti da molti anni come strumento di analisi e confronto per l’intero settore. Oggi, grazie alla collaborazione con NielsenIQ, possiamo contare su una base dati europea che rende i risultati ancora più affidabili e comparabili», ha osservato Davide Raduazzo, Direttore commerciale di Checkpoint Systems Italia.

L’indagine, realizzata tramite survey online tra direttori e responsabili sicurezza di oltre 5 mila punti vendita italiani, copre comparti che vanno dal food alla moda, dal bricolage all’elettronica, dalla salute e bellezza al pet care.

Un fenomeno che costa 4,12 miliardi di euro

Il dato chiave che emerge dallo studio è l’incidenza delle differenze inventariali da taccheggio: in media l’1,2% del fatturato, per un totale stimato di 4,12 miliardi di euro di merce sottratta, pari a circa 107 euro per cittadino. Oltre la metà delle perdite (53%) è attribuita a furti esterni commessi dai clienti, mentre il 21% deriva da furti interni da parte dei dipendenti e il restante 26% da errori dei fornitori o amministrativi.

Figura 1 - Impatto delle perdite da taccheggio

Impatto delle perdite da taccheggio
Fonte: NielsenIQ per Checkpoint Systems “Barometro dei furti nel retail 2024”

«I dati ci dicono che il taccheggio non è un fenomeno stagionale: le perdite si distribuiscono lungo tutto l’anno, con un picco in inverno ma con livelli rilevanti in tutte le stagioni», ha spiegato Pietro Ruggerini, Senior consultant consumer & shopper insights di NielsenIQ, ricordando come la percezione prevalente tra i retailer sia di un fenomeno in aumento rispetto all’anno precedente.

Cosa si ruba di più (e dove)

Il comparto food & beverage concentra quasi la metà del valore delle perdite, seguito da salute e bellezza, tessile, fai-da-te, elettronica, pet care e articoli per la casa.

Tabella 1 - Cosa viene rubato maggiormente
Food Beauty Non food
Tonno Creme viso e corpo Biancheria intima
Formaggi Lamette da rasoio T-shirt
Vini e alcolici Deodoranti Calzature
Bevande Prodotti per l’igiene orale Abbigliamento sportivo
Caffè Make up Occhiali da sole
Salumi Pile
Gastronomia Lampadine
Utensili e accessori per smartphone
Cuffie
Auricolari

Fonte: NielsenIQ per Checkpoint Systems “Barometro dei furti nel retail 2024"

Per quasi tutte queste categorie i rispondenti segnalano un deciso aumento dei furti, con un’unica area relativamente stabile: gli articoli per la casa.
Tra i luoghi più a rischio, l’area di vendita è indicata dal 95% del campione, seguita dalle casse (42%) e, nel tessile, dai camerini di prova.

Figura 2 - Luoghi in cui si verificano i furti

Luoghi in cui si verificano i furti
Fonte: NielsenIQ per Checkpoint Systems “Barometro dei furti nel retail 2024”

L’identikit del fenomeno mostra un equilibrio tra furti occasionali e criminalità organizzata: circa metà degli episodi è attribuita a individui non professionisti e l’altra metà a gruppi strutturati; oltre il 50% dei furti è riconducibile a soggetti recidivi.
Ma c’è un dato che preoccupa i retailer ed è quello relativo alla sicurezza delle persone: l’84% delle aziende segnala un aumento delle aggressioni verbali o fisiche verso il personale, mentre più della metà dichiara difficoltà nel reperire addetti alla sicurezza, nonostante l’impegno crescente in formazione.

Dalle misure classiche alle tecnologie emergenti

Alla luce di questi dati, è interessante analizzare quali sono le contromisure messe in campo dagli attori del comparto per contrastare il fenomeno.
Il Barometro evidenzia una forte concentrazione sulle misure “classiche”: quasi tutte le aziende utilizzano telecamere di videosorveglianza, addetti alla sicurezza, sistemi antitaccheggio e allarmi, con una media di sette misure per punto vendita.

Per contrastare il fenomeno, quasi la totalità dei retailer intervistati dichiara di aver adottato sistemi di videosorveglianza (95%) e di disporre di personale dedicato alle aree più sensibili dei punti vendita (95%), a conferma di un approccio sempre più strutturato alla sicurezza.
Ampia anche la diffusione dei sistemi antitaccheggio tradizionali (89%), delle barriere di sicurezza (95%) e dei dispositivi fisici come spider wrap, collari e box in policarbonato (84%).

Figura 3 - Misure di sicurezza nei punti vendita

Misure di sicurezza nei punti vendita
Fonte: NielsenIQ per Checkpoint Systems “Barometro dei furti nel retail 2024”

In questo scenario, l’RFID rappresenta una tecnologia ancora in fase di diffusione: è utilizzato dal 37% dei retailer del campione, soprattutto per l’antitaccheggio anche se comincia a essere chiara la percezione di come questa tecnologia potrebbe essere integrata nelle infrastrutture aziendali, per attività diverse, correlate, in primis, al controllo scorte e alla gestione dell’inventario.
La grande maggioranza dei rispondenti riconosce infatti il potenziale di questa soluzione e mostra interesse verso nuove generazioni di sistemi – smart tag, antenne con telecamera, analisi avanzata dei dati e intelligenza artificiale – in grado di integrare prevenzione delle perdite, efficienza operativa e tutela del personale: non a caso, il 60% del campione si dichiara interessato a introdurlo come sistema antitaccheggio, in abbinamento a tecnologie basate su intelligenza artificiale, smart tag e antenne con telecamere integrate.

Figura 4 - Atteggiamento verso l’RFID come strumento per la prevenzione delle perdite

Atteggiamento verso l’RFID come strumento per la prevenzione delle perdite
Fonte: NielsenIQ per Checkpoint Systems “Barometro dei furti nel retail 2024”

Le casse self-checkout, presenti in circa otto aziende su dieci, restano un punto critico: il 75% dei retailer ritiene che in quest’area i furti aumentino e che siano necessarie misure specifiche di deterrenza. Tuttavia, solo una minoranza ha investito in soluzioni dedicate, limitandosi per ora a telecamere e personale di presidio.

Soprattutto, ed è questo un dato sul quale riflettere, i dati del Barometro indicano una correlazione chiara: le aziende con incidenza di perdita pari o inferiore all’1% hanno in media più misure di sicurezza e più sistemi antitaccheggio attivi rispetto a chi registra livelli di perdita superiori.

Continua a leggere il dossier, leggi il prossimo capitolo Furti e perdite nel retail: la risposta passa dagli standard

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