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Innovazione Largo consumo

Le PMI alle prese con la trasformazione digitale

L’Osservatorio Innovazione Digitale del Politecnico di Milano ha presentato i risultati della ricerca 2024-2025, che mette in luce le sfide da affrontare e le opportunità da cogliere per la piccola e media impresa italiana

Osservatorio innovazione digitale nelle PMI - Politecnico di Milano

Sui 4,7 milioni di imprese attive in Italia, le PMI sono oltre 240 mila e occupano 6,5 milioni di addetti, generando un fatturato di 1.757 miliardi di euro e un valore aggiunto di 383 miliardi di euro. La loro competitività futura passerà sempre più dalla loro capacità di cavalcare la transizione digitale in atto.

Uno strumento utile per comprendere come le piccole e medie aziende tricolori stanno affrontando le sfide della transizione digitale è la ricerca 2024-2025 dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. I risultati sono stati presentati lo scorso maggio in un convegno, che è stata anche un’occasione di confronto tra imprese e istituzioni pubbliche.

Un gap da colmare

La ricerca rimarca che c’è ancora molto da fare per raggiungere una piena maturità digitale.

«Il 54% delle PMI italiane dichiara un elevato livello di investimento in tecnologie digitali, mentre il restante 46% adotta un approccio più cauto, perché considera marginale il ruolo del digitale nel proprio settore (20%), non ne comprende appieno i benefici (10%), per i costi percepiti come elevati (9%) o per totale disinteresse (7%)».
Claudio Rorato, direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI

L’adozione di tecnologie digitali riguarda soprattutto soluzioni con funzionalità semplici e non integrate tra loro. Cresce la diffusione del cloud e dell’e-commerce B2B, ma l’analisi del dato è ancora sporadica. «Sono poche le PMI che attribuiscono un impatto strategico al digitale, ritenuto uno strumento a supporto delle attività operative più che dei processi direzionali» prosegue Claudio Rorato.

Le aree su cui lavorare

Le sfide da affrontare nel processo di trasformazione digitale riguardano:

  • I costi.
  • Il capitale umano.
  • Le infrastrutture tecnologiche.
  • La gestione finanziaria.

L’83% delle aziende incontra ostacoli nell’adottare e utilizzare strumenti digitali, complici le scarse competenze (59%), le carenze culturali del personale (44%) e i costi di hardware e software (40%). La mancanza di una visione strategica legata al digitale deriva da una scarsa conoscenza delle opportunità e genera resistenze all’introduzione di tecnologie a tutti i livelli.

Molti imprenditori considerano la formazione un onere e non un investimento: una minoranza di PMI collabora con ITS (10%) e con università e centri di formazione avanzata (7%).

Tra gli ostacoli tecnologici emerge l’infrastruttura di rete nazionale: il 47% delle PMI segnala difficoltà di accesso a una connettività digitale adeguata. In tema di gestione finanziaria, quasi metà delle imprese ha sostenuto spese per la digitalizzazione attingendo solo a risorse proprie. Meno di un terzo ha fatto ricorso a fondi pubblici a causa di complessità burocratiche e di mancanza di competenze interne e una su tre ha optato per il credito bancario.

Le direttrici da seguire

Tra le nuove tecnologie spiccano:

  • L’analisi avanzata del dato.
  • L’intelligenza artificiale.
  • La blockchain.
  • La realtà estesa.
  • Il metaverso.

Strumenti che possono generare un significativo vantaggio competitivo, ma che solo il 19% delle PMI dichiara di utilizzare in modo strutturato.

Figura 1 - Imprese che utilizzano almeno una tecnologia avanzata

Osservatorio innovazione digitale PMI - Politecnico di Milano
Fonte: School of Management del Politecnico di Milano “Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI” 2025

Una leva fondamentale resta la collaborazione con attori pubblici e privati: conforta che il 61% delle PMI abbia già avviato progetti di trasformazione digitale con il supporto di soggetti esterni, soprattutto fornitori di tecnologia (58%).

Secondo l’Osservatorio, per le PMI sarà fondamentale seguire due direttrici complementari. Da un lato intensificare le relazioni con imprese a elevato contenuto tecnologico, università, incubatori, poli di innovazione. Dall’altro, ripensare la digitalizzazione in chiave collettiva, attivando collaborazioni tra attori della stessa filiera.

Anche le politiche pubbliche possono giocare un ruolo determinante, purché tengano conto delle reali esigenze, capacità e risorse delle aziende.

Un dato incoraggiante: nel 2024 il 45% di esse ha beneficiato di incentivi pubblici, dal PNRR (Piano nazionale ripresa resilienza) ai bandi regionali FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale).

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