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Inseguendo i gusti che cambiano

l'opinione di

Marco Cuppini

Sei mesi soltanto sono trascorsi dalla prima edizione dell’Osservatorio Immagino. In questo breve spazio temporale, l’attenzione al tema dell’informazione alimentare è cresciuta ancora e, con essa, la rapidità con la quale si manifestano nuovi fenomeni e tendenze di consumo.

Le etichette dei prodotti sono diventate un nuovo media col quale dialogare col consumatore che vuole essere informato più che influenzato. “Non dirmi cosa mangiare, dimmi cosa sto mangiando” potrebbe essere il motto di oggi. In questo le aziende hanno trovato terreno fertile. C’è, infatti, presso un numero crescente di consumatori, maggiore attenzione agli ingredienti, alle tabelle nutrizionali, alla provenienza dei prodotti, ai nuovi stili di vita, ai tanti claim presenti in etichetta; che si traduce in scelte di acquisto e di consumo più consapevoli.

Davanti a tali cambiamenti l’Osservatorio Immagino si dimostra uno strumento utile a dare tante risposte, ma anche a proporre nuove domande.

Sappiamo che gli italiani non sono tutti uguali nelle scelte di consumo; ma queste differenze le dobbiamo cercare nelle aree geografiche, nell'età o nelle diverse composizioni dei nuclei familiari? Stiamo assistendo alla nascita vorticosa di nuove tendenze. Quali di queste dureranno nel tempo? Quali si sgonfieranno come una bolla? Quali spariranno alla stessa velocità di come oggi passano le tendenze della moda, le notizie, le canzoni... tutto?

Le risposte a queste e a tante altre domande vengono dai dati delle etichette di oltre 90 mila prodotti raccolti da Immagino (a novembre 2017) insieme ai dati scanner dei negozi, ai consumi in famiglia e alla fruizione dei media. Veri e propri “big data”, il cui valore non viene generato tanto dalla loro quantità, quanto dalla capacità di diventare informazioni tempestive e utili per innovare e prendere decisioni e direzioni concrete. In un’epoca in cui i tempi non sono mai stati così ristretti, non è poca cosa.