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Mai più dubbi su come etichettare le carni

Nuovi regolamenti europei hanno reso opportuna l’elaborazione di nuove linee guida per l’etichettatura delle carni di suino, ovino/caprino e di volatili. GS1 Italy ha rilasciato le nuove linee guida per farlo nel modo più corretto. Dalle etichette fisiche ai formati per lo scambio elettronico, aumenta la profondità delle informazioni trasmesse.

Mettetevi nei panni di chi, in un’azienda della filiera della carne, si trovi nella necessità di etichettare un prodotto. La selva di regolamenti europei e provvedimenti nazionali tra cui deve districarsi ha questo aspetto:

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Per risolvere il rompicapo, e per dare seguito alle sollecitazioni arrivate da alcune aziende associate che operano nel settore delle carni e da organizzazioni distributive, GS1 Italy ha attivato un gruppo di lavoro. Il suo scopo: approfondire il tema della tracciabilità e rintracciabilità sulla base dei requisiti espressi da tali regolamenti europei. E, come conseguenza, permettere agli associati di non avere dubbi sulle procedure grazie a un manuale con definizioni ed esempi chiari.

Il campo di azione è quello delle carni di suino, ovino/caprino e di volatili. I documenti elaborati sono due: la “Guida alle soluzioni standard GS1”, che contiene le definizioni, il contesto giuridico e informazioni specifiche sugli standard dei formati; e le “Linee guida”, di carattere più operativo e che vogliono rappresentare la soluzione raccomandata individuata per il mercato italiano.

Le linee guida partono dallo strumento più noto: le etichette fisiche con i codici a barre (chiamate con la sigla AIDC, Automatic Identification and Data Capture).

Quando non si utilizzano trasmissioni con mezzi elettronici, si pone il tema di come adeguare l’etichetta fisica alla necessità di trasmettere un numero sempre maggiore di informazioni collegate al prodotto: sulla produzione, sulle varie fasi di lavorazione.

Nelle linee guida si spiega che le etichette imballo e logistiche, quelle che riguardano lo scambio informativo tra operatori professionali della filiera, si articolano su tre livelli. L‘etichetta minima rappresenta le informazioni utili e necessarie a identificare l’oggetto e a collegare l’oggetto fisico con le informazioni trasferite attraverso il messaggio DESADV, o avviso di spedizione. Seguono l’etichetta intermedia, (informazioni obbligatorie dal punto di vista legale) e quella estesa, che riporta anche informazioni facoltative. 

Un esempio di etichetta estesa ha questo aspetto:
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Le etichette fisiche sono però solo una porzione del complesso degli strumenti che permettono la trasmissione delle informazioni sui prodotti secondo un sistema standard unico e universale. La chiave per incrementare l’efficienza del ciclo produzione-distribuzione-consumo passa da altri tre passaggi: il più rilevante è lo scambio elettronico delle informazioni, o EDI (Electronic data Interchange). L’attività del gruppo di lavoro ha permesso di capire come questo standard permette di condividere in modo logico e completo un numero di informazioni maggiore rispetto a quanto possibile sul supporto cartaceo.

Gli strumenti standard GS1 che permettono di condividere parte delle informazioni richieste dai regolamenti sono però anche altri e sono illustrati nel documento di guida alle soluzioni standard GS1. Gli ultimi due tasselli del mosaico sono il GS1 GDSN® (Global Data Synchronisation Network) – un sistema di allineamento delle informazioni di prodotto – e l’EPCIS (Electronic Product Code Information Services) – l’ultimo nato tra gli standard GS1, una piattaforma che in tempo reale condivide le principali informazioni di tracciabilità di un oggetto.

Quindi mai più dubbi su come trasferire le informazioni ai partner commerciali attraverso gli standard GS1, strumenti e soluzioni che ottemperano ai requisiti di legge per tutte le esigenze di business.

Per maggiori informazioni contattare:

giada.necci@gs1it.org -  twitter: @giada_gs1it