Italia: un paese obbligato all’oculatezza
I primi tre mesi del 2012 non offrono basi sufficienti per poter affermare che la ripresa dei consumi sarà prossima: dall’Osservatorio del Censis-Confcommercio emerge che le famiglie italiane hanno riorganizzato il loro modo di vivere e consumare per far fronte alla crisi. L’87% delle famiglie cerca più frequentemente offerte e prodotti alimentari a prezzi più convenienti, il 78% ha ridotto i consumi fuori casa (cene e pranzi), il 63% ha optato per i mezzi pubblici per rispondere ai rincari benzina e nel 40% dei casi si è rinunciato a spese per abbigliamento e calzature.
Ad influenzare in modo significativo queste scelte la percezione di un aumento costante dei prezzi delle spese obbligate (lo dice il 70% delle famiglie), in primis i carburanti, e la conseguente consapevolezza di una ridotta capacità di risparmio. Le spese non assolutamente necessarie vengono rimandate e il clima di fiducia generale si è ulteriormente deteriorato anche perché l’idea che le attuali misure varate dal Governo avranno un ulteriore effetto depressivo sulla capacità di spesa delle famiglie è piuttosto diffusa.
Un Paese più povero per certi versi ma ancor di più spinto alla moderazione e all’oculatezza, atteggiamento che non lo aiuterà certo ad uscire dalla spirale di bassa crescita in cui si trova ormai da tempo.
Fonte: Osservatorio Censis-Confcommercio sul clima di fiducia e aspettative di famiglie e imprese - 18 aprile 2012