01. Le principali evidenze
Il caro prezzi è in cima alle preoccupazioni degli Italiani che sono consapevoli di dover fronteggiare una crisi lunga e profonda. La percezione è che le voci che incidono di più sul bilancio familiare sono le spese per i prodotti alimentari e di consumo, le tasse e le spese per i trasporti pubblici e privati.
Emerge una sfiducia diffusa nel sistema Italia cui fa da contrappeso un atteggiamento di fiducia individualistica nelle proprie capacità di cavarsela.
Abbigliamento, telecomunicazioni, tempo libero, viaggi e vacanze costituiranno le prime rinunce in caso di bisogno. Tengono i ciclomotori, i beni ad alto contenuto tecnologico, i piccoli elettrodomestici.
Il Natale sarà austero per il 45% degli Italiani che preferiscono aspettare i saldi. I beni che desiderano trovare sotto l’albero sono abbigliamento e accessori, libri e abbonamenti per i consumi culturali come cinema, teatri e concerti.
Questi sono i principali risultati dell’Osservatorio di Findomestic Banca presentato lo scorso dicembre a Milano.
Le preoccupazioni degli Italiani
I maggiori timori che gli italiani evidenziano riguardano in primis il caro prezzi , quindi i fenomeni di criminalità e delinquenza che sono paventati soprattutto dalle famiglie con figli.
Seguono gli episodi di malasanità a cui sono sensibili soprattutto i giovani. Al quarto posto si ritrova la paura di dover rinunciare all’attuale tenore di vita: un timore che riguarda le famiglie con figli e quanti percepiscono un reddito da lavoro dipendente. Vengono inoltre evidenziate le paura per le “ondate migratorie” e la sensibilità all’emergenza rifiuti. In quest’ultimo caso coloro che si sono dimostrati maggiormente sensibili sono i giovani, quanti hanno un’istruzione superiore e gli abitanti del Centro Sud. Il ricorso all’indebitamento eccessivo sta all’ultimo posto della graduatoria per tutti
Il sistema Paese
Il sistema Paese è vissuto più come un peso che come un’opportunità per superare una crisi che si percepisce come lunga e duratura e che gli Italiani pensano di poter superare basandosi soprattutto sulle proprie forze.
- Figura 2 – Come gli Italiani valutano la crisi economica
- Figura 3 – Come gli Italiani vivono la crisi economica
Gli elementi che si ritiene incidano sul budget famigliare sono l’ascesa dei prezzi dei generi alimentari, i costi inerenti la casa, le tasse, le spese per i trasporti e la salute.
Le colpe maggiori si attribuiscono ai negozianti che sono visti come l’anello finale della catena e al minor numero di servizi pubblici gratuiti. Si pensi ad esempio a servizi che si fruiscono sul territorio come l’ecopass nel caso di Milano, la sanità e i trasporti.
Gli intervistati sono tuttavia in grado di fare una certa autocritica sulle abitudini che impediscono loro di risparmiare come l’attaccamento alla qualità dei prodotti, l’uso troppo disinvolto del telefonino, l’eccessiva frequenza nel cambio dei beni tecnologici e il consumo elevato dell’elettricità per far funzionare molti elettrodomestici
Rimediare alla crisi
I rimedi messi in campo per fronteggiare la crisi vertono nel 64% dei casi sul taglio delle spese di tutti i giorni, cui segue nel 50% dei casi la riduzione delle spese per vacanze e tempo libero. Il 34% afferma che cercherà lavori addizionali e il 21% si affida alla rateizzazione dei picchi di spesa.
Il totale delle percentuali supera cento perché molti intervistati pensano di adottare contemporaneamente più misure. Il 48% degli Italiani ritiene che occorra fin da ora attuare delle misure correttive del proprio budget. Questi si ritrovano soprattutto al Nord, nelle aree industrializzate e nelle grandi città.
Circa un terzo degli Italiani mostra invece resistenza a cambiare il proprio tenore di vita e il livello di reddito: si tratta di un pubblico femminile, oppure di persone con redditi autonomi, senza figli, che abitano in centri di piccole dimensioni, soprattutto nel Nord Est. Il 12% degli intervistati invece naviga a vista e decide giorno per giorno il da farsi: sono soprattutto coppie mature con istruzione medio bassa, pochi figli rimasti a casa e residenti nel Centro Sud del Paese.
C’è poi un 7% d’intervistati, soprattutto giovani, che ritiene di essere in grado di poter aumentare le proprie entrate. Si tratta d’individui all’inizio della carriera professionale e disposti a trasferirsi.