economia

La piattaforma di De Castro

Competitività e affermazione internazionale del made in Italy, sviluppo economico e valorizzazione dei territori. Questi i principali temi affrontati dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Paolo De Castro, nel discorso tenuto in occasione del convegno “Agricoltura, istituzioni e società” programmato in preparazione della Conferenza nazionale dell’agricoltura prevista per la prossima primavera.

«Il nostro sistema agroalimentare è fatto di agricoltura, cooperazione, industria, attività rurali, forestali e di pesca - ha esordito De Castro – e rappresenta uno dei principali pilastri della nostra economia e del nostro tessuto sociale. Un sistema importante, con numeri rilevanti e troppo spesso sottovalutati o non conosciuti dagli operatori della politica, dall’opinione pubblica e a volte dagli stessi attori della filiera. Nel quadro delle specifiche competenze istituzionali, il Parlamento, il Governo, le Regioni e gli Enti locali sono oggi coinvolti nell’obiettivo comune di dare strumenti e indirizzi chiari agli attori di questo sistema, dalle imprese agricole alle cooperative e alle industrie, dai lavoratori ai cittadini e ai consumatori».
«La Pac, la madre delle politiche agroalimentari dell’Unione europea - ha proseguito il ministro - ha recepito un profondo cambiamento, superando l’impostazione storica di politica per gli agricoltori direttamente legata a sistemi di aiuti, di incentivi e di misure di protezione dei mercati. Ora è incamminata verso un modello - l’unico sostenibile e comprensibile dai cittadini - in cui le politiche e le risorse servono per raggiungere obiettivi di interesse collettivo, dalla sostenibilità ambientale allo sviluppo rurale, dallo sviluppo economico e internazionale alla tutela dell’occupazione, dalla sicurezza alimentare al benessere animale. E tutto questo avviene per il tramite delle imprese, delle filiere e dei sistemi territoriali. L’agricoltura e le imprese agroalimentari non sono e non saranno più i beneficiari e gli assistiti della politica, ma divengono gli strumenti e il veicolo attraverso cui raggiungere gli obiettivi condivisi.
Questo è il tassello cardine della sfida delle istituzioni, che già il prossimo anno a Bruxelles ci vedrà impegnati nella verifica intermedia della Pac. Lavoreremo per evitarne lo smantellamento miope e difendere, viceversa, la visione di una sua ulteriore innovazione e legittimazione.
In Italia, prima di tutto, non bisogna sottovalutare che l’agricoltura è ancora un rilevante motore dell’economia. La filiera alimentare offre una formidabile capacità di sviluppo economico. Il made in Italy alimentare è universalmente riconosciuto come elemento distintivo del nostro Paese. Questo patrimonio mi fa guardare con ottimismo alle sfide della globalizzazione. Dobbiamo migliorare la tutela dei nostri prodotti e la distintività nelle sedi internazionali e nel mercato interno. Vogliamo tutelare i territori, i marchi e l’origine dei prodotti e difenderci dalle contraffazioni e dalle usurpazioni dei nostri marchi. Dobbiamo al tempo stesso sostenere il valore della filiera e del sistema visto nella sua interezza, in una prospettiva di partecipazione e mai di contrapposizione.
Il valore economico di questo sistema, fatto di avanguardia e di tecnologia, è ramificato nel territorio e genera formidabili sinergie di sviluppo locale e di coesione sociale che altri settori produttivi non possono esprimere. L’azienda agricola rimane centrale nei processi di sviluppo delle aree rurali che coprono più dei 2/3 del Paese. Intorno al tessuto agricolo ruotano i temi della coesione sociale, dello sviluppo equilibrato, della valorizzazione di altre attività (turismo, artigianato) nell’ambito degli spazi rurali. Una contaminazione reciproca tra territori e agricoltura che valorizza i contenuti materiali e immateriali del territorio e delle produzioni agroalimentari, nel segno della nuova visione multifunzionale delle attività agricole ed agroalimentari.
Al tempo stesso il territorio è soggetto a numerosi fattori di vulnerabilità specifici, spesso enfatizzati dalle prospettive dei nuovi scenari di cambiamenti climatici in atto. Vulnerabilità ambientali, idrogeologiche, disponibilità di risorse idriche, di infrastrutture, sono solo alcuni dei nodi strutturali da affrontare.
Abbiamo bisogno di una grande coesione tra le istituzioni per produrre risposte qualificate ed efficaci al fine di affrontare questi scenari secondo un metodo di confronto e di partecipazione con gli attori in grado di attuare tali politiche, avendo sempre quale punto di riferimento il rapporto con i consumatori e la nostra capacità di difendere, tutelare e incrementare la qualità del sistema e dei prodotti.
Su queste basi si colloca il percorso verso la Conferenza nazionale dell’agricoltura e del sistema agroalimentare, fondato sul metodo della partecipazione dei soggetti della filiera, dei territori e delle istituzioni. In particolare si terranno tre forum:

  1. competitività e affermazione internazionale del made in Italy agroalimentare e dei suoi riflessi sulle imprese, l’occupazione, lo sviluppo economico e territoriale;
  2. sostenibilità ambientale, nuovi rapporti con i cambiamenti climatici, uso delle risorse idriche, delle energie rinnovabili e assetti territoriali e paesaggistici;
  3. rapporti con i cittadini consumatori per l’affermazione della sicurezza alimentare, della qualità e degli aspetti culturali legati al sistema agroalimentare.

A nome del Governo - ha concluso De Castro - porto un messaggio positivo per le certezze che riponiamo nelle capacità future del sistema agroalimentare e di responsabilità per l’azione che il Governo stesso, in tutte le sue componenti, saprà interpretare per definire e attuare le nuove politiche per lo sviluppo agroalimentare, forestale e della pesca nel nostro Paese».
(Agra)