economia

Le aziende italiane sono ancora poco internazionalizzate

Il livello di internazionalizzazione delle imprese italiane non è paragonabile a quello dei maggiori paesi europei, sia per la propensione ad investire oltre confine, sia per la capacità di attrarre investimenti stranieri. Le iniziative italiane all’estero, infatti, sono pari a circa la metà di quelle francesi e a un terzo di quelle di tedesche e inglesi. La quota media degli investimenti, inoltre, è pari alla metà di quella degli altri paesi.

A misurare il tasso di apertura ai mercati e ai capitali stranieri del nostro sistema imprenditoriale è il rapporto “Italia multinazionale 2006” realizzato dall’Istituto per il commercio estero e dal Politecnico di Milano.

Lo studio esamina la situazione delle partecipazioni italiane all’estero e di quelle estere in Italia al 1° gennaio 2006, con un’ampia retrospettiva a partire dal 2001. La ricerca non tiene conto del settore banche e assicurazioni che negli ultimi mesi ha fatto registrare molti movimenti.

E questo, secondo gli esperti dell’Ice, fa presupporre una ripresa. L’esame dei dati fino a tutto il 2005, comunque, denuncia un ritardo.

Nel periodo 2002-2006 le iniziative italiane all’estero sono state 1.354 rispetto alle 2.601 della Francia, alle 4.438 della Germania e alle 3.775 del Regno Unito. Il taglio medio degli investimenti si aggira sui 65 milioni di dollari rispetto ai 92 dei tedeschi, ai 104 dei francesi e ai 134 degli inglesi.

“Con questi presupporti - ha affermato il ministro per il Commercio estero, Emma Bonino - si rischia di non poter beneficiare di quella grande opportunità di sviluppo che è la globalizzazione, anche perché gli investitori stranieri percepiscono in Italia segnali di chiusura e protezionismo scoraggianti come quelli che si sono manifestati nelle vicende Alitalia, Telecom e Autostrade”. (Agra)