Cresce il mercato della ricerca. Nel 2005 investimenti a 550 milioni di euro
«Il futuro del ricercatore non consisterà tanto nell’individuare nuove applicazioni semiotiche, ma nel giocare un ruolo proattivo e strategico-consulenziale». Esordisce così Nando Pagnoncelli, presidente di Assirm (Associazione degli istituti di ricerche di mercato, sociali e di opinione) alla presentazione del quinto osservatorio di settore. Dall’analisi dei dati presentati da Paolo Duranti, Managing Director Nielsen Media Research Southern Europe, emerge che il comparto delle ricerche di mercato in Italia nel 2005, pari a 550 milioni di euro, gode di buona salute e cresce del 4%. In particolare, i 38 istituti associati ad Assirm, che rappresentano l’80% del fatturato globale, confermano il trend positivo degli ultimi anni registrando un incremento del +7,6%. Tra i settori che investono di più in ricerche di mercato, al primo posto troviamo i beni di consumo e la distribuzione, a quota 38%, in leggero aumento sul 37,8% dell’anno precedente. Seguono i farmaceutici e medicali (23,3%), media e intrattenimento (10,6% in crescita sul 9,2% del 2004), telecomunicazioni (7,9%), veicoli (4%, in flessione sul 5,8%), servizi finanziari (3,7%), beni durevoli (4,8%, in leggera flessione) e pubblica amministrazione (2,1%). Per quanto riguarda le tipologie di ricerca, si registra una significativa crescita dell'area consulenza e servizi, che erode un po' di quota (8,4%, di cui 2,3% per la consulenza) alle tradizionali indagini ad hoc (47,7%, di cui il 79,5% quantitative) e panel (43,9%, di cui il 58,8% composto da indagini al trade). Anche le ricerche basate sulle nuove tecnologie registrano ampi consensi: le interviste on-line salgono in un anno dallo 0,8 al 3,1% del totale investimenti. «Le nuove tecnologie consentono di velocizzare il processo di ricerca, rendendo più rapidi i tempi di rilevazione e di erogazione dei dati», ha puntualizzato Cecilia Gobbi, direttore generale di Assirm, «peraltro la velocità è uno degli aspetti a cui i nostri clienti prestano sempre maggiore attenzione, richiedendoci tempi di consegna via via più ristretti». La metodologia principale di indagine usata nelle ricerche quantitative rimane comunque l’intervista personale (pur in discesa al 28,1 dal 40%), mentre per le qualitative le preferenze ricadono sul focus group (in crescita dal 63,9 al 75,4%). Aumenta inoltre il valore delle ricerche effettuate sul territorio nazionale (83,2 sull'80,7% del 2004) a scapito della quota di quelle internazionali coordinate da istituti italiani (che scendono dal 10 al 6,6%). Al contrario, appare in crescita la domanda dei committenti esteri per ricerche in Italia (dal 9,3 al 10,2%) a conferma dell’interesse che il Bel Paese suscita a livello europeo e internazionale.