Si parla tanto di innovazione perché i risultati vanno raggiunti in tempi sempre più brevi. Ma questo efficientismo genera una controproducente “ansia da prestazione” e lascia cadaveri sul terreno: il 90% dei consumer good, dopo pochi anni dal lancio, non è più sugli scaffali. Lo “shortism” pare più un innovation killer che una spinta allo sviluppo. Un colpo di genio, una scoperta casuale sono sempre possibili e auspicabili. Ma l’innovazione dovrebbe essere frutto di una strada da percorrere con metodo. continua